In principio furono sushi e sashimi ad ammaliare i nostri palati, avvicinandoci all’universo gastronomico del Sol Levante. Adesso è l’era dei noodles: deliziosi spaghetti (o tagliolini) da consumare caldi (o freddi) accompagnati da brodi gustosi e da svariati ingredienti che contribuiscono a creare il delizioso gusto umami, ovvero il sapido, il quinto elemento del gusto, molto giapponese.
E così fioriscono nelle grandi città graziosi izakaya, ovvero piccoli locali/tavole calde in stile nipponico che propongono il ramen, uno dei piatti più rappresentativi della cultura giapponese - composto da brodo caldo, tagliatelle di frumento, uovo, erba cipollina - nelle più popolari declinazioni.
Ma cos’è esattamente il ramen e qual è la differenza ad esempio con la soba o gli udon, altre specialità molto conosciute in Giappone? Scopriamolo insieme.
Il ramen è una specialità di origine cinese (ve lo abbiamo raccontato qui e qui vi diciamo dove mangiarlo a Milano) che inizia a spopolare in Giappone dopo la seconda guerra mondiale. È un piatto di tagliatelle di frumento immerse in un brodo molto caldo guarnito con fettine di carne, verdure, uova, funghi, erba cipollina. La sua composizione cambia a seconda della regione del Giappone in cui viene consumato. Le quattro tipologie principali sono: lo shoyu ramen, con il brodo a base di soia, il miso ramen, con il brodo a base di miso (con la pasta di soia fermentata), lo shio, versione in cui il brodo è insaporito soprattutto dal sale, pollo e verdure e infine il tonkotsu ramen, dove il brodo è preparato con ossa di maiale. È piuttosto calorico ma allo stesso tempo molto nutriente; può essere infatti considerato un piatto unico. È energetico, digestivo, ricco di sostanze utili per il nostro corpo soprattutto per le stagioni più fredde. Provatelo, ad esempio, con tofu, cavolo nero e funghi, con bocconcini di copertina di spalla, pak-choi e noodles.
I soba sono invece spaghetti sottili di grano saraceno serviti normalmente con brodo, dashi, mirin e salsa di soia o (a seconda della stagione) consumati freddi e conditi con diverse verdure. In questo caso si accompagnano in genere a un brodo in cui intingere il boccone prima di gustarne il sapore. Sono più leggeri del ramen ma vantano anch’essi importanti proprietà nutritive: contengono infatti molte vitamine e minerali. Come segnala anche il sito dell’ IRCCS Humanitas, il grano sareceno possiede inoltre proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
Infine se puri, ovvero preparati solo con grano saraceno, sono adatti anche agli intolleranti al glutine. Provateli con manzo e salsa yakisoba; con tofu, verdure e salsa al sesamo o con broccoli e formaggio.
Gli udon sono spaghettoni spessi preparati con farina di frumento.
Più chiari in genere del ramen, perché non contengono le uova nell’impasto.
Si consumano sia caldi che freddi, accompagnati da carne e verdure. In brodo si abbinano spesso alla tempura o al tofu fritto.
Meno ricchi in genere del ramen, possono essere consumati nella versione che più si preferisce.
Leggeri ma comunque sfiziosi e molto popolari in Giappone.
Insomma anche i giapponesi in quanto a pasta non scherzano e visto che il gusto è sempre una questione soggettiva, sperimentate e scoprite la specialità che vi ispira di più!
Elisa Nata
aggiornato 2024
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