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News ed EventiPiaceriGiaca, il frutto gigante al sapor di porchetta

Giaca, il frutto gigante al sapor di porchetta

Enorme e super nutriente, sa di ananas a crudo e di carne dopo la cottura. È allo studio come risorsa contro la fame nel mondo

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Il Giaca o Jackfruit (Artrocarpus heterophyllus) è il frutto più grande del mondo tra quelli che crescono sugli alberi e può arrivare a pesare fino a 30 chili. Il guscio ricorda la corazza di un armadillo e cela al suo interno tanti “arilli”, ovvero globi di polpa. La vera stranezza, però, è il gusto: a crudo ricorda un frullato di ananas e mela, mentre una volta cotto sa inequivocabilmente di porchetta. Una panacea per vegani nostalgici? Forse anche, ma al momento è allo studio per il più nobile degli obiettivi: contrastare la fame e la malnutrizione.

È originario dell’India, dove abbonda e, forse proprio per questo, è considerato il frutto dei poveri. Nonostante gli sforzi del governo per promuoverlo e riabilitarlo, gli indiani continuano a non amarlo vedendolo come un simbolo di miseria. Al contrario, in altri Paesi come il Bangladesh, lo Sri Lanka e il Vietnam, è entrato nell’alimentazione comune e l’industria alimentare lo propone fresco e in scatola, oltre che come base per produrre farina, pasta, gelati e snack.

Non a caso, il Giaca non è una bomba non solo in fatto di dimensioni. Dal punto di vista nutritivo è ricco di carboidrati, potassio, calcio, ferro e vitamina C. Un etto di polpa e semi (sono entrambi edibili) apporta circa 95 calorie.

Chi si occupa di trovare soluzioni per contrastare la fame nel mondo, lo ha messo sotto osservazione. Si tratta di una coltivazione facile, dato che l’albero resiste ai parassiti e alle malattie, alle alte temperature e alla siccità. Sarebbe una coltivazione ideale proprio per quei Paesi che hanno nel sole e nel caldo le loro uniche, e spesso indesiderate, risorse.

Attualmente il Giaca è diffuso nel Sudest asiatico e in alcune aree dell’Africa, dell’Australia, del Brasile e persino della Florida. Da noi invece, e in tutto il bacino del Mediterraneo, difficilmente potrà essere coltivato, perché teme le basse temperature: resiste a qualche grado sopra lo zero ma la produzione di frutti si riduce drasticamente. Non è detto comunque che non potremo provarlo. Le mode e l’export fanno miracoli… Nel quartiere newyorkese di China Town è venduto, intero e in fette, a circa 5 dollari al chilo (un prezzo da curiosi più che da poveri).

Cristiana Cassé
4 ottobre 2016

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