Il panorama dei festival dedicati al mondo del food è ampio e variegato. Da quelli sotto i riflettori, con ospiti glam e patinati a quelli più “veraci”, di provincia. Anche a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, trova spazio un evento dedicato all’arte culinaria Far da mangiare. Festival della cucina 2019. Sesta edizione in programma sabato 23 e domenica 24 novembre, allo Spazio Mil, in un’area molto suggestiva, quella del parco archeologico industriale dell’ex fabbrica Breda. Il festival si tiene non a caso in coincidenza con la Settimana della Cucina italiana nel mondo, che si propone di diffonde la cultura del cibo sotto diversi punti di vista, dalla preparazione alla degustazione e dalla materia prima agli strumenti di lavorazione.
Il tema
Il filo conduttore della manifestazione è la convivialità, un aspetto comune a tutte le culture del mondo in ogni epoca e in ogni luogo. Il cibo è da sempre percepito come momento di ritrovo e condivisione. Ogni paese con le sue usanze e tipicità contribuisce a creare un buon dialogo tra culture diverse.
Il programma
Si prevede una due giorni con un programma di attività tutte gratuite, con un focus su esotiche atmosfere e sui profumi provenienti dall’Asia e dal Sud America.
In calendario ci sono i workshop di cucina come Hosomaki per tutti a cura di Lilli Geri, manager dei corsi di Gambero Rosso e Boscolo, o La semola questa sconosciuta, che vede la partecipazione della blogger di “Giallo Zafferano” Elisabetta La Cerra, non mancano le degustazioni, gli incontri con i produttori e cooking show con ricette che passano da Oriente a Occidente.
A pranzo e a cena i visitatori potranno esplorare i cibi internazionali e provenienti da diverse regioni d’Italia in un’area dedicata allo street food, Spazio MEAL, dove scegliere le proposte dei vari food truck.
Food e design
Durante la domenica, per tutta la giornata, è previsto il workshop di food design Cibo è cultura tenuto dai designer Marika Aakesson e Francesco Subioli, rivolto a sedici studenti di Design di Prodotto e della Comunicazione selezionati tra coloro che hanno inviato la propria candidatura a [email protected]. I giovani aspiranti designer sono chiamati ad esplorare gusti, forme e riti del mangiare tra Italia e Cina, e a proporre soluzioni efficaci per la fruibilità del cibo in precisi contesti e situazioni.
Per i bambini
C'è anche uno spazio dedicato ai più piccoli, con laboratori che, mediante il gioco, la manipolazione e la scoperta, avvicinano i bambini agli odori e ai sapori provenienti da tutto il mondo e all’importanza di un’alimentazione sana e varia, tra biscotti e merende gustose.
La mostra: Dodici storie sul cibo
A partire da giovedì 21 novembre, il festival è anticipato dalla mostra Dodici storie sul cibo. Dal Cavallo al Carrello. Carte dalla collezione Rapisarda, a cura di Andrea Tomasetig. In esposizione una selezione di carte e documenti d’epoca provenienti dalla vasta collezione dello studioso milanese Michele Rapisarda, che raccontano dodici curiose storie sul cibo italiano dal 1865 fino ai nostri giorni.
Interessanti le copertine di varie riviste illustrate, dalla storica “Domenica del Corriere” disegnate da Achille Beltrame e Walter Molino, all’attuale rivista d’artista “Toiletpaper” creata da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, oltre a pagine pubblicitarie con grafiche firmate da Leonetto Cappiello, Antonio Rubino, Benito Jacovitti. A queste si aggiungono cartoline, calendari, ricevute di pasti all’osteria, gadget e pieghevoli.
I documenti in mostra vanno dal periodo in cui la ricca borghesia lombarda andava a mangiare fuori porta in carrozza, provvedendo anche al pasto per il cocchiere e il cavallo, per arrivare alla nascita e all’affermarsi dei supermercati e del carrello della spesa.
I visitatori troveranno il pranzo di Ferragosto del 1904 sotto le guglie del Duomo di Milano e gli scugnizzi napoletani “mangiamaccheroni” sempre del primo Novecento.
Le pubblicità degli anni Trenta come quella del modernissimo frigorifero Algidus e dell’innovativo Caffè Cirio sottovuoto, per poi arrivare all'avvento della televisione nel 1954 e al successo televisivo di Carosello, per concludere con un omaggio al grande Gualtiero Marchesi.
In esposizione sono visibili sia i materiali originali sia la loro riproduzione ingrandita a parete, corredati da brevi testi per approfondirne il contesto storico e sociale e chi desidera potra approfittare delle visite guidate con il collezionista e il curatore.
Le info sul festival e la mostra sono a questo link.
Mariacristina Coppeto
novembre 2019
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