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News ed EventiConsigli praticiEliminare i cattivi odori in cucina con erbe officinali e ricambio d’aria

Eliminare i cattivi odori in cucina con erbe officinali e ricambio d’aria

Dall’aroma dei fiori della pianta dell’aspirina alle precauzioni con le candele, ecco antichi rimedi e buoni consigli per areare in cucina dopo una prova da chef.

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I fornelli sono una passione ma i cattivi odori della cucina frenano l’entusiasmo? Ci sono preparazioni come la bagna cauda, le fritture e grigliate a cui è difficile rinunciare ma le cui esalazioni, anche con la cappa più efficiente, possono trascinarsi per qualche giorno in tutta la casa. Non è solo una questione di sensibilità olfattiva: alcune cotture, oltre a lasciare un odore sgradevole, sono fonti di inquinamento dell'aria interna. Umidità e condensa, fumi e temperatura fuori controllo sono solo alcune delle condizioni che determinano il tipo di “clima” domestico e l’aria che si respira. Secondo uno studio dell’Università Bicocca di Milano le fritture, se eseguite in assenza di cappe filtranti o un ricambio d’aria adeguato, sono in grado di aumentare fino a 10 volte l’inquinamento negli spazi domestici. Ecco qualche suggerimento, anche molto antico, per cucinare senza pensieri. 



Aromi sani dalla pianta dell’aspirina


Per eliminare i cattivi odori potete ricorrere alla pianta da cui è stato estratto il principio attivo dell’aspirina. Si chiama Spirea ulmaria ed è una pianta officinale conosciuta da secoli per le proprietà anti-infiammatorie e analgesiche. Ma non sarà sufficiente lasciare a decantare qualche pastiglia in un vaso! Come ci ricorda Giuseppina Marguerettaz, etnobotanica della Maison des Anciens Remédes di Jovençan in provincia di Aosta, sono solo i fiori della Spirea ad avere una forte componente olfattiva. Tanto che nel Medioevo venivano lasciati sul pavimento per profumare gli ambienti. L’effetto è assicurato. Al pot-pourri si possono aggiungere anche chiodi di garofano e anice stellato che tengono alla lontana anche insetti e altri ospiti sgraditi.


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Finestre aperte con le candele accese


Per coprire le esalazioni di una cena in grande, in mancanza di altro si potrebbe accendere una candela o uno stick di incenso. L’odore è buono e aggiunge romanticismo all’atmosfera. In realtà, secondo una celebre ricerca della South Carolina State University, le candele, oltre agli aromi, rilascerebbero nell’aria anche paraffina e altre sostanze non proprio rassicuranti. Secondo la ricerca, dopo aver lasciato bruciare una candela per un’ora, i livelli di piombo nell’aria nell’ambiente variano da 0,04 a 13,1 microgrammi per metro cubo contro un livello di sicurezza è di 1,5 microgrammi per metro cubo. In questo caso, sarebbe sufficiente, quando si accende una candela, aprire anche le finestre.


La tecnologia per cambiare l’aria


Se i rimedi naturali non vi convincono e la storia delle candele vi puzza da museo delle cere, non resta che spalancare le finestre e aspettare che i vapori della cucina si esauriscano. Durante l’inverno, però, rischiate di rimanere congelati, con conseguenze sia sulla digestione che sulla salute in generale. Ora però si possono aprire le finestre, evacuare i cattivi odori, senza essere travolti dal gelo siberiano, grazie alla ventilazione meccanica controllata. È un dispositivo che si integra nelle finestre e garantisce un ricambio d’aria tra i 17 e i 43 metri cubi di aria nuova all’ora per stanza, senza disperdere il calore interno. In base alle dimensioni della vostra cucina, questa tecnologia potrà rinnovare l’aria dell'ambiente, ed eliminarne i cattivi odori, in un tempo compreso tra 45 e 70 minuti.


Fabio Marzano
ottobre 2018


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