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News ed EventiBenessereEsiste un freno anti-abbuffata? Sì, lo abbiamo nel cervello!

Esiste un freno anti-abbuffata? Sì, lo abbiamo nel cervello!

Scienziati italiani hanno scoperto un recettore che stoppa lo stimolo alle abbuffate compulsive

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L’abbuffata è troppo spesso in agguato, e rischia di compromettere l’equilibrio della nostra salute? Buone notizie: è stato scoperto un recettore nel cervello che comanda l’impulso a lasciarsi andare a mangiate fuori misura, e deleterie per corpo e mente.

Lo ha scoperto un’équipe di scienziati italiani, in uno studio condotto presso l’università di Boston. Il recettore – chiamato TAAR1 – è presente sui neuroni della “corteccia prefrontale”. Si tratterebbe di un vero e proprio freno che, quando viene premuto, fa partire il comando di stop.

La scoperta scientifica è importante perché questo recettore può essere la chiave di volta per riuscire a fermare disturbi alimentari davvero diffusi. Le abbuffate compulsive – che non sono quelle occasionali, festose o meno che siano - sono infatti a tutti gli effetti un comportamento patologico, comune a molte malattie, in primis obesità, anoressia e bulimia.

Sono dette “binge eating”, e fanno parte di quei disturbi della condotta alimentare di cui soffrono tre milioni di italiani - oltre due milioni dei quali adolescenti (è nata quest’anno Teen Nutritional Help, una linea amica per supportare i genitori di ragazzi anoressici e bulimici). Ci si ammala a un'età sempre più precoce, così come sono in aumento gli uomini che soffrono di anoressia e bulimia. Ed è obeso un italiano su 10.

Abbuffata patologica vuol dire mangiare fino a star male, e poi soffrirne non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello psicologico: stress psicologico, sensi di colpa, disturbi dell'umore. Il binge eating avviene una o più volte alla settimana (e per essere diagnosticato come patologico, deve essere in corso da almeno un trimestre). Quali sono gli alimenti protagonisti delle abbuffate? Di solito il cibo-spazzatura, snack, grassi e zuccheri bianchi a più non posso.

Un comportamento alimentare patologico difficile da fermare. Ma adesso è stata creata da una casa farmaceutica una molecola in grado di attivare il recettore-freno. È già in via di sperimentazione, con altre indicazioni. Sugli animali funziona: smettono immediatamente di mangiare, e lo fanno in pace, nel senso che cessa lo stimolo al comportamento nocivo, come la ricerca spasmodica di cibo-spazzatura.

Carola Traverso Saibante
Foto: Flickr/eric molina
27 ottobre 2016

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