Tra le piante tipiche dell’area mediterranea, l’alloro si concede in foglie e in bacche, fresche o essiccate. Amato non solo per l’eleganza stilosa e l’inconfondibile profumo, questa pianta gode di antichi simbolismi e offre proprietà benefiche uniche, che ne fanno un protagonista indiscusso nell’olimpo aromatico
Laurus nobilis è il nome botanico che comprende più specie, tutte rigogliose sia allo stato spontaneo sia coltivate in vaso, anche a scopo ornamentale. Le lunghe foglie dalla forma affusolata sono spesse, di colore verde intenso, lucido e brillante. Largamente impiegato in cucina, l’alloro è usato anche nella cosmesi e come elemento conservativo e decorativo.
Già in epoca classica le corone di foglie omaggiavano i vincitori dei Giochi Olimpici, imperatori e poeti. Ancora oggi è dono gradito ai neolaureati, come riconoscimento all’ardito traguardo raggiunto, simbolo di sapienza e gloria. Oltre a questi impieghi piacevolmente romantici, la ghirlanda di alloro è un elegante elemento decorativo, usato come centrotavola o da appendere alla porta: personalizzata con piccoli frutti, mele e pere, (foto sopra a sinistra), ortaggi, come pomodorini o peperoncini, nastri e pigne, diventa anche un simpatico regalo. Le foglie intrecciate con altre erbe aromatiche o bacche colorate diventano creativi segnaposti per un pranzo in famiglia o abbelliscono candele di diverse misure (foto sopra a sinistra).
Eclettico in cucina, si presta a piatti raffinati o rustici, marinate, salse, sughi e conserve. indispensabile per profumare il classico brodo di carne (foto sopra a sinistra), il court-bouillon per i pesci. Immancabile in ragù, carpioni, brasati, stufati e salmì. È ottimo per aromatizzare l’olio, sottoli (come le olive sott’olio e caciocavallo piccanti) e sottaceti per stemperare in cottura il sapore deciso delle carni di maiale e della selvaggina o quello intenso del pesce cotto al forno o alla griglia. Assieme ai semi di finocchio profuma le castagne e aggiunto ai legumi secchi, fagioli (foto sopra a destra), ceci, lenticchie, in cottura evita il gonfiore addominale. È preferibile usare sempre foglie intere, da eliminare sempre da un fondo di cottura, una salsa, un sugo prima di frullarli: il suo profumo intenso, infatti, potrebbe coprire il sapore degli altri cibi.
Durante un brunch, per un buffet o una merenda rustica le barchette all’alloro, tagliate a metà e abbrustolite al forno con olio e sale grosso, sono un piatto semplice ma gustoso, da mangiare anche senza posate. Anche il cardo gobbo, proposto come contorno, ne assorbe tutta la fragranza gratinato con panna, grana e cannella. Raffinata ed elegante la mousse al formaggio Sbrinz con castagne e porri fritti (foto sopra a sinistra) è un antipasto al cucchiaio servito al bicchiere, come entrée in un’occasione speciale. Cotti con poche foglie, i ceci sono perfetti per la minestra di quadrucci, da gustare anche tiepida nelle mezze stagioni. Via poi con i secondi di carne e di pesce, dai saltimbocca di pollo con la zucca,(foto sopra a destra) agli spiedini di gamberoni, dagli straccetti con asparagi al polpo alla greca. L’alloro aggiunge un tocco speciale anche ai dolci, è perfetto per il friand di prugne marinate.
Tra i consigli delle nonne, decotti e tisane per le proprietà carminative, digestive e antisettiche, bagni e pediluvi per i suoi effetti defaticanti e rilassanti. Il suo olio essenziale, ottenuto dalle bacche, è tuttora impiegato nella preparazione di molti detergenti per il corpo. Inoltre, si usava sistemare foglie di alloro tra i maglioni e tra le pagine dei libri per preservarli dalle tarme, bruciarle per allontanare cattivi odori e infilarli nel sacchetto del pane grattugiato per evitare la formazione di muffe. Nel Sud Italia, dove cresce in abbondanza, ne hanno fatto un liquore, il laurino (foto sopra), aromatico e digestivo, perfetto a fine pasto. Se volete prepararlo in casa, lavate 100 foglie di alloro non trattate (ma in alcune delle tante varianti familiari si usano le bacche), asciugatele, mettetele in un grande vaso di vetro con 4 chiodi di garofano e 1/2 stecca di cannella. Unite 1/2 litro di alcool o grappa, sigillate e lasciate in infusione per 30 giorni. Preparate uno sciroppo con 1 litro d'acqua, 400 g di zucchero e poche gocce di succo di limone. Mescolate lo sciroppo freddo con l'alcol filtrato, tenendo da parte 2-3 foglie di alloro. Travasate in bottiglie, aggiungete in ciascuna 1 foglia di alloro, chiudete e degustate il liquore dopo 15 giorni. Può essere servito liscio, ghiacciato o allungato con un po’ di acqua.
Letizia Tiani
Settembre 2025