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News ed EventiNewsMiele italiano: giù il nuovo raccolto, su i nuovi prezzi

Miele italiano: giù il nuovo raccolto, su i nuovi prezzi

Anno difficile questo per il miele italiano. C'è poco prodotto e, quindi, molti confezionatori si approvvigioneranno all'estero. Come fare un acquisto buono, sicuro e garantito?

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Sono almeno tre anni che la produzione italiana di miele è in crisi. Ma il 2017 sembra essere l’annata peggiore. Il clima pazzo degli ultimi mesi, unito alla minor spinta produttiva degli alveari e ai continui casi di avvelenamento di apiari, ha determinato un cocktail micidiale. Rispetto al raccolto precedente, Conapi (il Consorzio nazionale apicoltori) registra un -20% per il miele millefiori e -30% per miele di acacia. Ossia le due tipologie più importanti e più amate dai consumatori italiani. Inoltre è quasi azzerata la produzione di melata (ossia miele di bosco) e di miele di tiglio dell’Emilia Romagna. Dunque, la situazione delineata dagli oltre 600 apicoltori di Conapi è obiettivamente difficile e avrà pesanti conseguenze sul mercato. Si prevede un inevitabile aumento dei prezzi (che per alcuni prodotti registreranno fino a un +20%) e si teme anche un incremento delle frodi. Quel che è certo è che molti confezionatori italiani di mieli dovranno rifornirsi all’estero per poter continuare a portare i loro vasetti sugli scaffali dei supermercati e nei laboratori dei pasticcieri. Come fare, quindi, per comprare un miele di qualità?


Miele importato dall’estero: una necessità per l’Italia
Premessa importante: buona parte del miele che compriamo al supermercato arriva dall’estero. Lo si può verificare facilmente consultando le etichette, dove dev’essere specificata la provenienza italiana, comunitaria o extra-comunitaria del miele. I nostri fornitori sono soprattutto Ungheria, Cina, Spagna e Romania. Il fatto che arrivi da altri Paesi non significa che non sia un buon miele. Certo è, però, che quello italiano è considerato un prodotto eccellente e, per questo, è molto richiesto anche all’estero. Se normalmente il 50% del miele venduto in Italia è di provenienza straniera, nei mesi a venire questa quota è destinata ad aumentare. Per individuare i (pochi) vasetti italiani – oltre a verificare la carta d’identità del miele, obbligatoria in etichetta – meglio affidarsi ai marchi che garantiscono una filiera 100% italiana (come Mielizia) o verificare che il prodotto arrivi da uno dei 45mila apicoltori presenti in tutto il Paese. Altrettanto importante è guardare al prezzo, diffidando del miele low cost e considerando che un buon miele non può essere svenduto. Visti anche i bassi consumi che abbiamo in Italia (circa 350 grammi l’anno pro capite), è meglio puntare sul prodotto di qualità, che dipende non solo dalla sua origine botanica e geografica, ma anche dalle condizioni in cui viene lavorato e dalle caratteristiche di elevata freschezza, bassa umidità e accurata pulizia dai residui inquinanti.


Pronti a scoprire “nuovi” mieli?
L’annata 2017, con le anomalie che la caratterizzano, può rappresentare anche un’occasione per uscire dai soliti binari e scoprire tipologie diverse di miele. Del resto, siamo o no il Paese con la maggior varietà di miele uniflorale? Se nei prossimi mieli dovremmo giocoforza fare i conti con la minor disponibilità di miele millefiori o di acacia, potremmo invece trovare con maggiore facilità i mieli di alta collina e montagna (come quelli di castagno e tiglio di montagna) che hanno risentito meno della siccità e che quest’anno stanno avendo buoni raccolti. Sono mieli straordinari e “insoliti”. Quello di castagno è tutto l’opposto del miele più comune: è di colore scuro (spazia dall’ambra scuro al nero a seconda della zona di produzione), ha un profumo intenso e penetrante, e un sapore gradevolmente amarognolo che lascia la bocca asciutta. E’ il più indicato per accompagnare i formaggi (in particolare quelli di capra e di pecora) e gli arrosti di carne. Per addolcire gli infusi caldi e la frutta cotta in forno è meglio il miele di tiglio, dai cristalli grossi e irregolari, dal colore ambrato, e dal sapore mediamente dolce e leggermente acidulo.


Il grande ritorno dei mieli d’agrumi
La buona notizia del 2017 è il ritorno dei mieli ottenuti dall’impollinazione di piante di agrumi: la produzione, che nel 2016 si era dimezzata, è tornata ai livelli usuali, e anzi ha superato la media del 2015. Dunque, questo è il momento perfetto per scoprire o riscoprire questo miele profumatissimo, grazie alla fragranza che gli donano i fiori di arancio, bergamotto, cedro, limone o mandarino, da cui deriva. Un’altra sua peculiarità è che cristallizza spontaneamente, dopo pochi mesi dalla raccolta, assumendo un colore che va dal bianco al beige chiaro e una consistenza sabbiosa, con cristalli piuttosto grossi. Con il suo sapore è mediamente intenso, fruttato e floreale, il miele di agrumi è perfetto per bevande calde (in particolare le tisane rilassanti), nello yogurt e sulla panna, o per accompagnare i formaggi a pasta filata, come scamorza e caciocavallo.


Manuela Soressi
dicembre 2017

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