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ViniBere benePassiti: vini dolci "da meditazione"

Passiti: vini dolci "da meditazione"

Degustare un passito è un'esperienza indimenticabile. Di grande armonia gustativa, i migliori vini dolci italiani accompagnano formaggi erborinati e pasticceria secca

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L'appassimento delle uve è pratica antica. È probabile che, lasciati i grappoli sulla pianta o portati in uno spazio riparato, durante la loro naturale disidratazione si siano sviluppate le condizioni per la stessa nascita del vino. Migliaia di anni sono passati da quei giorni e questo processo, il cui scopo è concentrare le sostanze dell'acino, è una forma d'intelligenza che si tramanda attraverso le ere enologiche. Tale primigenia consuetudine ha l'obiettivo di avere un mosto la cui densità impedisca il concludersi della fermentazione, così che il vino resti dolce. Insieme agli zuccheri dell'uva aumentano la loro proporzione anche gli acidi, le sostanze che danno il corpo, i sali, la lunghezza e la persistenza; da qui s'intuisce che un grande vino passito possa essere un'esperienza indimenticabile, per nulla stucchevole e anzi vibrante.

L'espressione "vino da meditazione" fu coniata da Luigi Veronelli con riferimento a prodotti spesso non semplici da accostare e, per la loro originalità, più facili da condividere alla fine di un pasto o, in generale, indipendenti da esso.

Gli abbinamenti

Sempre Veronelli aveva introdotto il matrimonio dei passiti con i formaggi erborinati, piccanti, particolarmente salati e amaricanti. Lo aveva imparato frequentando i bordolesi Sauternes e Barsac abbinati al Roquefort. Celebre e irriverente fu la sua proposta di mettere il friulano Picolit, vino dolce dall'eleganza sopraffina, sulla radicalità del Gorgonzola al naturale. Il principio è nel contrasto delle sensazioni fondamentali: l'eredità pungente e salina del cibo è affrontata dall'effetto emolliente del vino, così da rilanciare ogni volta il piacere della comunione fra le due persistenze. In tal modo non servono confetture e mostarde, sarà la densità del liquido a badare a tutto. I passiti, a seconda della loro forza, possono accostarsi ad altri cibi salati, come il controverso foie gras e i pâté a base di fegato, come quello di pollo. Il segreto è trovare il corretto equilibrio tra la graduale dolcezza del vino e l'amaricante e ferrosa eredità della preparazione. La pasticceria secca e le crostate sono gli ambiti ideali di applicazione quando si tratta di dessert. La pazienza e il tempo sono dalla parte della tenerezza e della generosità del vino, è commovente sentirle arrivare dopo che nella bocca è rimasta una sensazione granulosa: se ne prendono cura e la fanno tornare viva. Non funziona invece la relazione con dessert cremosi e pannosi, coi quali il liquido odoroso si sente defraudato del proprio ruolo, disperso alla ricerca di un punto di riferimento che non appare. La selezione è centrata sui migliori vini dolci italiani, tuttavia da noi si producono due rossi passiti quasi secchi, l'Amarone in Valpolicella e lo Sforzato in Valtellina. L'amata opulenza del primo funziona su carni al tegame cucinate con spezie piccanti, la maggiore autorevolezza del secondo – è sempre un Nebbiolo – lavora bene sui volatili dalla fibra complessa.

Le nostre scelte

Sol Ezio Cerruti

A Castiglione Tinella c'è la magia del Moscato d'Asti, al vignaiolo non basta la classica versione frizzante e ottiene un magnifico passito per un caprino erborinato.
0141 855240, € 29

Moscato di Saracena Giuseppe Calabrese

Ottenuto da diverse varietà, scaturisce da una doppia concentrazione, tanto da poterlo paragonare ai grandi dulce andalusi; per questo gli riserviamo un penetrante Calabrese.
340 6023820, € 30

Vinsanto Fattoria di Bacchereto

La densità zuccherina e il reattivo contrasto di acidi e tannini "tormentano" il flusso gustativo, continuo eppure imprevedibile, del vino da meditazione.
338 8739577, € 49

 

Doron Eugenio Rosi

Il Marzemino in Vallagarina conta su un legame remoto, il produttore ne sperimenta un emozionante passito, dai profumi profondi e dalla sapida ricchezza, lo aspetta una Sacher.
0464 461375, € 30

Recioto della Valpolicella Musella

Maddalena Pasqua fa appassire i grappoli di Corvina e Rondinella nei fruttai tradizionali, qui il vino acquisisce una ricchezza che merita il Castelmagno.
045 973385, € 26

Turan Lazio Rosso Pacchiarotti

Equivale a un Aleatico di Gradoli e trae origine da vigneti a Grotte di Castro presso il Lago di Bolsena; la sua armonia gustativa va su una crostata di ricotta e visciole.
339 2216719, € 35

Malvasia di Bosa Alvarega Columbu

È la versione dolce dell'azienda, voluta per soddisfare chi ama gli aspetti aromatici del vitigno sorretti da una viva freschezza, perfetto per i macaron.

0785 605827, € 38

Passulata Tanca Nica

La conduzione agricola è naturale, il nome del vino evoca un metodo che esalta i profumi dello Zibibbo di Pantelleria, lo rende meno dolce e più adatto a un pecorino siciliano.

348 9747947, € 60

Tribülê Cinque Campi

Nasce da Moscato Bianco, Moscato Giallo e Malvasia di Candia, il risultato restituisce la tensione minerale silicea e armonizza l'intensa dolcezza per una crostata di albicocche.

0522 880702, € 25

Come servirli

Luigi Veronelli avrebbe voluto i bianchi dolci freddissimi, consigliava i 4-6° così che gli zuccheri sarebbero stati sempre gradevoli. Il tempo ci ha mostrato che si può essere più clementi: i giovani passiti bianchi dalla dolcezza misurata possono andare a tavola a 10°, quelli più caldi e consistenti a 12°, in entrambi i casi a guadagnarci è la finezza dell'insieme. I passiti rossi e neri, in virtù del probabile tannino, si manifestano meglio a 14°. Per un vino da meditazione l'affinamento in bottiglia è quasi un obbligo così da ritrovarlo, dopo qualche anno, in una condizione di espansiva armonia.

Gennaio 2024,
Consulenza e scelta dei vini di Sandro Sangiorgi.
I prezzi sono forniti dalle aziende: possono subire variazioni a seconda del rivenditore

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