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Veneto, re amarone

Apprezzato in tutto il mondo e presente nelle carte dei ristoranti più blasonati, questo rosso ha un profilo sensoriale ampio e complesso che vince con risotti, sughi elaborati, arrosti, brasati e selvaggina 


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Amarone. L’opulenza di questo vino si intuisce anche soltanto pronunciandone il nome. Provare per credere: A-ma-ro-ne. Il suono evoca grandezza, una grandezza che si ritrova indiscutibilmente anche nel calice. Non è certo casuale che si parli di “Re Amarone” e che sulla scacchiera dei vini importanti, il nettare veneto per eccellenza sia una di quelle pedine capace di risolvere risolve il gioco.
Apprezzato in tutto il mondo e presente nelle carte dei ristoranti più blasonati, questo rosso si ottiene dall’appassimento di
tre uve tipiche della Valpolicella: Corvina, Corvinone e Rondinella, in percentuali ben precise. Nel disciplinare si legge: Corvina Veronese (Cruina o Corvina) dal 45 al 95 per cento, Corvinone nella misura massima del 50 per cento, in sostituzione di una pari percentuale di Corvina; Rondinella, dal 5% al 30%. Nell’uvaggio, per la verità, sono ammessi anche altri vitigni a bacca nera, ovviamente però sempre secondo severe norme. I principali sono il Molinara e il Negrara.

L’appassimento delle uve, che oltretutto deve avvenire in locali idonei, deve durare circa 3 mesi, tanto che la vinificazione è possibile soltanto a partire dal Primo di Dicembre dell’anno della vendemmia. In cantina invece deve sostare almeno tre anni che diventano quattro se si vuole ottenere una Riserva.  L’attesa prima di poterlo degustare vale tutta senza se e senza ma. L’appassimento delle uve e il lungo affinamento rendono l’Amarone ciò che è: un’eccellenza. Un vino talmente potente da essere considerato perfino “da meditazione”. Scopriamo perché.

Di colore rosso rubino inteso, o granato, ha un profilo sensoriale ampio e complesso. Al naso arrivano netti i tipici sentori di frutta rossa, ciliegia e marasca in primis, ma anche di fiori, come la viola e la rosa, oltre a gradevoli sensazioni speziate. In bocca è un trionfo di tutto questo, sostenuto da una trama tannica molto fitta, che tuttavia si fa elegante grazie al lungo affinamento in legno. Caratteristico poi è il finale balsamico. L’Amarone per la sua proverbiale forza è il compagno perfetto di piatti succulenti. Vince con i risotti, in generale con tutti i primi piatti impreziositi da sughi elaborati e con secondi quali arrosti, brasati e selvaggina.

Chiara Risolo,
novembre 2023

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