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News ed EventiNewsNatale di ieri, Natale di oggi (e quello di domani)

Natale di ieri, Natale di oggi (e quello di domani)

In una chiacchierata con il direttore di Sale&Pepe Laura Maragliano, abbiamo ripercorso la magia delle Feste del nostro passato e parlato di vecchie tradizioni, nuove consuetudini e valori da custodire anche per il futuro. Con i nostri migliori auguri!

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Il 25 dicembre è la giornata più incredibile dell’anno. La casa vestita a festa sta per animarsi di mille voci, qualcuno ha già acceso una compilation di Christmas carols, i telefoni non smettono di squillare per chiamate (ormai rare!) e messaggi (innumerevoli!) di auguri. In mezzo a questa allegra baraonda, sin dal mattino chi ha l’onere e l’onore di ospitare è alle prese con tavole da allestire e manicaretti da rifinire. Si pregusta il piacere di ritrovare la famiglia e gli affetti più cari. Natale è qui, anche alla fine di quest’anno per molti complicato. E ci piace pensare che in tutte le vostre case sia così come lo abbiamo descritto. Eppure, persino in una ricorrenza così speciale, molti si ritrovano alle prese con sentimenti contrastanti, la gioia per la festa che si mescola a un sottile rimpianto, misto a un filo di malinconia, nel ricordare i Natali passati. Quelli di quando eravamo bambini...


194271Il Natale di ieri: la festa dei piccoli
“Quando ero bambina, le letterine di Natale si infilavano sotto i piatti dei grandi. All’inizio del pranzo, io salivo sulla sedia e declamavo una poesia. Poi scendevo, e toccava a uno dei miei cugini: eravamo in tanti, quante poesie!”. A condividere questo tenero ricordo è Laura Maragliano, il direttore di Sale&Pepe, durante una chiacchierata che è stata un tuffo nella magia delle feste passate. Quelle che tutti abbiamo vissuto da piccoli, l’attesa dei doni cercando di intuire il contenuto di pacchi e pacchetti, ma anche lo stupore negli occhi davanti agli addobbi: “Mio zio faceva un albero bellissimo e un presepe magnifico, con un ruscello in cui l’acqua scorreva davvero”, continua Laura. “Il pranzo era a casa di mia nonna, ma la sua porta e quella dello zio erano una accanto all’altra sul pianerottolo e noi bambini non facevamo che correre di qua e di là”. Sembra quasi di vederla, la scatenata combriccola!


La tavola come una volta
“In occasione delle Feste, si mangiavano e si cucinavano cose che spesso, il resto dell’anno, le famiglie non si potevano permettere”, osserva il direttore. “Ed era tutto un lavorio di mani per impastare, mondare, farcire, rimestare. I piatti non erano semplici pietanze ma avevano significati simbolici di ricchezza, prosperità, fortuna. Persino le portate erano numerate”. Ancora oggi, ricorda, in alcune regioni d’Italia devono essere 9, come le porte cui avrebbe bussato Maria, senza che le venisse aperto. Oppure 13, il numero dei commensali alla tavola di Gesù per l’Ultima Cena. Non solo: “Il cibo era così prezioso e importante da diventare addobbo e nelle campagne mandarini, biscotti, caramelle e altre leccornie si appendevano ai rami degli abeti, sui davanzali e alle cornici delle finestre”.


Il Natale di oggi: si sta perdendo la poesia?
Con Laura constatiamo come il Natale si sia evoluto con i tempi ma, soprattutto, con i cambiamenti avvenuti in seno alle singole famiglie. I bambini sono diventati adolescenti, poi adulti. I nonni ci hanno lasciato, si sono formate giovani famiglie e sono nati nuovi bambini a ricordarci che... Babbo Natale esiste! Ma a cambiare sono state anche la società e i consumi. Le case, spente le candeline tremolanti, si illuminano di mille lucine elettriche, che vanno esaurite nei negozi specializzati già settimane prima di doverle accendere. Gli alberi sono artificiali e non profumano più di pino, le palline scintillano di glitter, ma sono stampate nella plastica. Nei supermercati, i carrelli sono ricolmi di piatti pronti, vaschette di pasta fresca in atmosfera modificata, arrosti già arrotolati e canapè gelatinati. Qualcuno va al ristorante, qualcun altro parte e si toglie il pensiero lontano da casa. Dunque, fine della poesia?


Tradizioni ritrovate
Per la felicità dei Christmas addicted, viviamo in un mondo in cui vale tutto e il contrario di tutto. E per ogni festaiolo “distratto”, frettoloso o disincantato, ce ne è almeno un altro capace di onorare la festa comme il faut. Così, c’è chi fa rivivere i Natali passati grazie a “cimeli”, conservati negli anni o scovati nei mercatini dell’antiquariato. Laura ancora appende al suo albero due o tre palline di vetro e decori d’antan, giunti intatti fino a oggi, fra i quali persino... un marziano anni Settanta, quando la Luna sembrava a un passo e lo spazio appena fuori dalla porta di casa. Nelle cucine si rinnovano le tradizioni familiari, sfogliando vecchi appunti di famiglia e mescolando le ricette con quelle del territorio che costellano l’Italia da nord a sud. “Sui piatti regionali delle Feste si potrebbe scrivere un libro, anzi, un’enciclopedia!”, chiosa Laura. Così, lo spirito di un tempo si mantiene vivo fra un tortellino in brodo e un cappone ripieno, un capitone fritto e un’insalata di rinforzo, uno zelten altoatesino e un buccellato siciliano. C’è chi ancora celebra la Vigilia con la cena di magro e predilige il fascino dell’attesa: sia quella per la messa di mezzanotte, quella per aprire i regali appena scocca il 25 dicembre o quella della festa imminente.


Il Natale di domani: che sia buono davvero
Alla gioia nel ritrovare gli affetti familiari, riuniti alla nostra tavola, e scambiarsi doni, oggi si affianca anche quella della solidarietà. I regali “che fanno del bene” sono sempre più diffusi, accessibili e graditi a chi li riceve e a chi li fa. “Sarebbe bello che il Natale, anche in futuro, sapesse conservare la sua aura un po’ magica, l’entusiasmo nell’aspettarlo, organizzarlo, viverlo insieme. Ma anche la sua identità più profonda”, auspica Laura. Senza dimenticare, perciò, chi ha meno di noi. Perché lo spirito del Natale dovrebbe essere prima di tutto quello di condividere, sostenere, aiutare. L’augurio, dunque, è che sia sempre più solidale, aperto al prossimo, vicino ai bisogni di chi ci sta intorno. In una parola, un buon Natale!


Francesca Romana Mezzadri
Natale 2021

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