Per riscaldarsi o rilassarsi, per depurarsi o disintossicarsi, per combattere l’ansia o l’insonnia, per digerire meglio o stimolare un intestino pigro, ma anche per dimagrire o sgonfiarsi, rinforzare le difese immunitarie o combattere il raffreddore: ci sono tante ragioni che spingono gli italiani a rivolgersi sempre più spesso alle tisane, le cui vendite continuano a crescere anno dopo anno.
Che gli infusi di erbe, fiori, piante e radici aiutino a sentirsi meglio è fuori discussione, ma che siano un rimedio universale, con proprietà terapeutiche e senza effetti collaterali, da assumere senza preoccupazioni è falso. Ecco, quindi, i consigli per prendere solo il meglio dalle tisane.
Non aspettarsi miracoli
Le tisane sono un’ottima soluzione per mantenere il giusto grado di idratazione dell’organismo, soprattutto in chi non avverte la sensazione della sete e fatica a bere con regolarità. Inoltre permettono di sfruttare i vantaggi del calore, che è un vasodilatatore, e di assumere estratti vegetali che potrebbero avere effetti positivi, ma non bisogna aspettarsi che facciano dimagrire, che brucino i grassi o abbiano poteri detox: sono tutte proprietà che la ricerca scientifica non ha ancora appurato.
Non esagerare
Buone e calde, le tisane sono spesso una coccola che ci concediamo durante la giornata. Una buona abitudine, sicuramente, a patto di non esagerare. Il fatto che si tratti di preparazioni “naturali”, ossia a base di erbe o fiori, non significa che non possano avere effetti sgradevoli. Con una tisana si assumono migliaia di sostanze chimiche di origine naturale, che comunque possono svolgere effetti sull’organismo umano. Inoltre ci sono piante che possono essere allergizzanti, e quindi provocare reazioni sgradite (ad esempio, a livello cutaneo o intestinale), o che possono interferire con l'assunzione di farmaci. In particolari momenti della vita (come la gravidanza) o se si hanno problemi di salute è bene consultare il medico prima di assumere tisane in modo regolare e frequente. Un caso classico è quello di chi ha la pressione bassa a cui le tisane (soprattutto quelle drenanti) sono sconsigliate perché favoriscono la diuresi e, quindi, abbassano ulteriormente la pressione. Mentre chi assume statine per abbassare il colesterolo deve rinunciare a quelle a base di tè, anche deteinato.
Meglio quelle confezionate
Il fai-da-te può essere rischioso: meglio affidarsi alle tisane vendute al supermercato o a quelle preparate da un erborista laureato o da un farmacista esperto. In ogni caso è preferibile acquistare prodotti confezionati in bustina poiché riportano in etichetta le informazioni sulla loro composizione, i suggerimenti d’uso e il nome del confezionatore, che ne attesta la provenienza. E poi sulle confezioni vi è la data entro cui è preferibile consumarli: un’informazione importante visto che, con il passare del tempo, le tisane “invecchiano” e perdono progressivamente le loro proprietà.
Meglio quelle semplici
Difficile resistere alle tisane composte da più “ingredienti”, perché sono quelle dal bouquet più ricco di gusto e profumo. Però in queste miscele i singoli componenti sono presenti in dosi basse e, dunque, la biodisponibilità dei loro principi attivi è minore. Quindi, se la tisana si beve solo per il piacere di farlo, no problem a scegliere un mix. Per raggiungere concentrazioni più alte del principio attivo si possono aumentare i tempi di infusione (da 5 a 10 minuti), oppure si possono mettere nella stessa tazza due filtri, ma in questo caso è bene non superare le due tazze al giorno.
Ma se si vogliono ottenere tutti i benefici delle tisane meglio orientarsi verso quelle che non contengano più di cinque piante officinali diverse. L’ideale restano quelle a base di una sola pianta: cumino, anice o finocchio per digerire, tiglio, menta o melissa per rilassarsi, tarassaco, betulla oppure ortica per depurarsi.
Acqua mai bollente
Calde sì ma non bollenti: le tisane vanno bevute così sia per ottenere il meglio dai loro principi attivi sia per evitare rischi per la salute, come segnalato dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. Calde sì, quindi, ma non caldissime (mai sopra la temperatura di 65°).
Dicembre 2021
Manuela Soressi
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