Un secondo ricco e dal gusto unico e avvolgente per rendere speciale una cena
Step by Step
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Come preparare gli involtini di melanzane e pesce spada
1) Prepara gli ingredienti. Lava le melanzane sotto acqua corrente, asciugale, spuntale e tagliale a fette dello spessore di circa 1/2 cm; scalda bene una griglia e abbrustolisci le melanzane 1-2 minuti per lato. Mettile su un piatto e salale leggermente. Taglia il pesce spada a fettine molto sottili. Sfoglia il basilico, lava velocemente le foglie e mettile ad asciugare su un telo.
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2) Farcisci le fettine di melanzane. Sistema le fette di melanzane abbrustolite sul piano di lavoro e avvicinale a due a due di modo da sovrapporle un poco. Adagia su ciascuna fetta di melanzana, 1 fettina di spada. Distribuisci sul pesce metà dei pinoli, l'uvetta, 1 cucchiaio di pecorino grattugiato e completa con il pangrattato.
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3) Condisci. Insaporisci le fettine di melanzane e il ripieno con 1 macinata di pepe e un filo di olio extravergine di oliva.
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4) Fai gli involtini. Avvolgi le melanzane e racchiudi bene il ripieno in modo da ottenere degli involtini; compattali con le mani in modo che rimangano chiusi senza legarli. Appoggiali su una placca foderata con carta da forno e cuocili in forno caldo a 250° per 6 minuti.
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5) Prepara la salsina. Frulla il basilico con i rimanenti pinoli, l'aglio e 1 bicchiere scarso di olio extravergine di oliva; aggiungi 2 cucchiai di pecorino e frulla ancora per qualche secondo: dovrai ottenere una salsina fluida (eventualmente unisci ancora 1 filo di olio).
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6) Completa. Suddividi gli involtini di melanzane e pesce spada sui piatti, cospargili con un po' di salsa al basilico e il rimanente formaggio e servi con la salsa rimasta.
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Menù di appartenenza
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Vitigno consigliato Involtini di melanzane e pesce spada
Timorasso
- Il vitigno produce un vino a bacca bianca e viene considerato per veri intenditori. Rustico e vigoroso, questo vitigno produce un vino che si accoppia felicemente con la nostra ricetta, gli involtini di melanzane e pesce spada. Il Timorasso si coltiva principalmente in Piemonte nelle zone dell’Alessandrino, del Novese, del Tortonese e fino all’Oltrepò pavese. Il vitigno viene citato nel Medioevo da Pier Crescenzio nella sua opera Ruralium Commodorum. La sua gradazione minima è di 11,5 gradi e va servito con una temperatura tra 10 – 12 gradi. Al naso esprime aromi intensi e raffinati con note di biancospino. In bocca ha una buona consistenza, piacevole acidità, sapori intensi ed equilibrato con un retrogusto persistente di mela e nocciola. In genere questi vini vanno bevuti 2 – 3 anni dopo l’imbottigliamento.
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Consigliato da Helmut Koecher