Aldi: ecco come la catena tedesca sta scoprendo e valorizzando le eccellenze italiane
La patata della Sila è un’eccellenza italiana a cui l’Unione europea ha riconosciuto il bollino Igp (Indicazione geografica protetta), che ne suggella le caratteristiche e la provenienza. Cresce sull’altopiano più ampio d’Europa, dov’è coltivata da un centinaio di pataticoltori e lavorata da una quarantina di aziende, ed è l’ultima a essere raccolta in Italia, dove rimane in vendita da settembre a maggio. In particolare nei 200 punti vendita di Aldi, che ne è diventato il maggior acquirente, garantendo la continuità di questa produzione e facendo arrivare queste pregiate patate a tanti consumatori dell’Italia settentrionale. Dalla Calabria spostiamoci in Romagna, terra di piadine farcite con lo Squacquerone, un formaggio morbido e cremoso, piacevolmente dolce ma con una lieve nota acidula. Quello fatto come tradizione comanda è lo Squacquerone di Romagna Dop (Denominazione di origine protetta), che deve rispettare un preciso disciplinare produttivo ed essere tutto realizzato in questa terra a partire da latte locale. Come fa il Caseificio Mambelli, dove la quarta generazione di questa famiglia porta avanti l’attività iniziata da nonna Elsa. Lo Squacquerone di Romagna Dop è produzione a tiratura limitata, che di deve difendere dai tanti tentativi di imitazione (come i tanti formaggi cremosi che ne scimmiottano il nome) e che da quando è entrata nell’assortimento di Aldi è riuscita ad arrivare anche in altre regioni d’Italia, pronta ad accompagnare piadine e insalate.
Sono solo due esempi della filosofia di Aldi, la catena tedesca arrivata in Italia nel 2018 con una promessa precisa: offrire la miglior qualità al prezzo più basso possibile, con un assortimento compatto e completo. Una mission riassunta nello slogan “Spendi meno, vivi meglio”.
La valorizzazione del made in Italy è uno dei pilastri della filosofia di Aldi tanto che l’80% dei prodotti alimentari che vende proviene dalla collaborazione con fornitori italiani. Sono davvero tante (e continuano ad aumentare) le eccellenze del made in Italy proposte nelle sue 30 linee di prodotti a marchio proprio, che costituiscono l’85% dell’offerta dei punti vendita Aldi e rispondono a ogni bisogno, esigenza e budget. Come il brand I Colori del Sapore, dedicato ai prodotti di stagione di gusto italiano e al giusto prezzo: dall’ortofrutta alle conserve di pomodoro, dal riso all’olio extravergine di oliva. E poi c’è Bonlà è la marca di Aldi dedicata al latte e aie prodotti caseari 100% italiani, solo da allevamenti selezionati, da filiera produttiva controllata dall’origine alla destinazione e da allevamenti rispettosi del benessere animale. Per chi cerca le tipicità locali c’è la gamma “Regione che vai”, che offre un viaggio nel ricco patrimonio gastronomico italiano, con un menu ampio che spazia dall’antipasto al dessert. Dai fusilli di Gragnano Igp alla burratina, dalla bresaola della Valtellina Igp al limoncello per finire in dolcezza con i cantuccini Igp toscani, le specialità italiane (anche Dop e Igp) sono davvero alla portata di carrello.
Non solo tipicità e tradizione. L’approccio di Aldi alle produzioni agroalimentari italiane vuole valorizzare anche l’innovazione e la creatività che rendono unico il made in Italy. Vi è mai capito di andare a fare colazione al bar e di essere stuzzicati da quei fragranti dolcetti a forma di conchiglia, che racchiudono un delizioso ripieno cremoso? A “inventarli” e brevettarli è stata un’azienda bergamasca, The Perla Co., che li produce, li surgela e li vende con successo in mezzo mondo. Aldi li ha voluti inserire nel suo banco pasticceria ma declinandoli in una versione esclusiva, ossia con un ripieno di golosa crema gianduia. Ed è un bell’esempio di made in Italy “green” anche la birra Biova, che trasforma il pane invenduto di alcuni punti vendita Aldi in una birra artigianale di alta qualità. Un progetto che finora ha consentito di produrre 11.000 bottiglie di birra da 0,33 cl, evitando lo spreco di circa 3mila kg di pane, riducendo del 30% l’uso di malto vergine e facendo risparmiare circa 300 kg di lievito di birra. Niente male, vero?
Manuela Soressi,
giugno 2025