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News ed EventiNewsPer arrotolare gli spaghetti serve anche il cucchiaio?

Per arrotolare gli spaghetti serve anche il cucchiaio?

Se lo chiedono in Usa grazie al divertente sondaggio di una giornalista del NY Daily News. Cosa le rispondiamo?

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La pietra dello scandalo è stato il film Brooklyn di John Crowley, in arrivo in Italia e candidato agli Oscar, al Golden Globe e a molto altro.

Una giovane irlandese immigrata negli States si innamora di un ragazzo italiano e viene invitata per la temutissima cena di presentazione in famiglia. Per fare bella figura si fa insegnare da un’amica italiana come si mangiano gli spaghetti e questa le insegna la tecnica cucchiaio e forchetta. Fortunatamente anche la famiglia del fidanzato è della stessa scuola e la giovane Ellis viene lodata per la sua bravura.

Scongiurata la diffidenza dei suoceri, il dilemma rimane: lo spaghetto si arrotola solo con la forchetta o è più corretto costruire la matassina su un cucchiaio? A farsi la domanda è la giornalista Jeanette Settembre del NY Daily News e per darsi una risposta ha deciso di intervistare una serie di ristoratori italiani a New York.

“E’ un sacrilegio usare il cucchiaio!”, afferma lo chef milanese Marc Murphy del Tribeca Landmarc sulla Broadway.

Di opposta visione è Pasquino Vitiello, comproprietario con il fratello Vincent del Queen italian restaurant a Brooklyn: “non riesco immaginare gli spaghetti senza un cucchiaio. Abbiamo sempre usato il cucchiaio a casa mia”.

“È quasi un peccato mortale in Italia utilizzare il cucchiaio per gli spaghetti”, controbatte Nick Morando del Bello Giardino nell’Upper West Side durante la trasmissione You’re eating it wrong (lo state mangiando nel modo sbagliato).

“Si usa il cucchiaio da bambini, per non fare pasticci, ma poi si smette”, spiega Michele Mazza executive chef de Il Mulino di New York.

Vittorio Asoli, patron della Trattoria Romana di Staten Island, è cresciuto con la filosofia della sola forchetta e ancora la sposa: “hai l’altra mano libera per raggiungere il bicchiere o un pezzo di pane”.

La questione è irrisolta evidentemente e ci sarebbe anche da chiedersi quanto resti di italiano in una persona naturalizzata in Usa magari da generazioni. L’esperta di food Francine Segan regala uno spunto di riflessione a questo proposito spiegando che in America è tipico mettere molta salsa sulla pasta e questo, nel caso degli spaghetti, espone maggiormente al rischio che il sugo schizzi sulla camicia. Se in più gli spaghetti sono al dente, quindi più rigidi, la macchia è assicurata. L’uso di raccoglierli su un cucchiaio evita questo inconveniente.

Certo la questione non è di vitale importanza, ma è divertente, e ci porta a ragionare sui cambiamenti che usi e costumi gastronomici subiscono quando attraversano diverse culture. Potrebbe essere un argomento di discussione durante una aglio e olio di mezzanotte, o ancora ci si può divertire ingaggiando una gara tra commensali, metà con il cucchiaio e metà senza, per vedere chi riesce a non macchiarsi.

Cristiana Cassé
26 febbraio 2016

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