Una volta si parlava di flora intestinale. Ora è il termine microbiota ad andare per la maggiore; ci si riferisce in questo modo, più accuratamente, al corredo personalizzato di microrganismi intestinali che ognuno di noi possiede dalla nascita e che l’accompagnerà per l‘intera vita.
Un patrimonio personalizzato
Batteri, funghi, protozoi, che regolano le più importanti funzioni del nostro corpo, in primis concorrendo alla risposta immunitaria, ma anche influenzando le funzioni endocrine e la produzione di sostanze preziose per l’organismo come vitamine, enzimi etc. Un patrimonio individuale e unico che però può modificarsi nel tempo, migliorando, grazie a diversi fattori, tra i quali spiccano stile di vita intelligente e dieta equilibrata. Ne abbiamo parlato con Chiara Ramponi, dietista, che ha suggerito alcune categorie alimentari da privilegiare sempre.
Viva le fibre: favoriscono i batteri amici
Le fibre, solubili come la frutta fresca, la frutta secca, la verdura e i semi oleosi, ma anche insolubili, come i legumi e i cereali integrali, riducono la presenza di batteri aerobici potenzialmente dannosi e diminuiscono la concentrazione di sostanze infiammatorie.
La fibra infatti viene “digerita” dai microrganismi intestinali con la conseguente produzione di acidi grassi a catena corta. Il risultato è una riduzione del ph intestinale, con una maggior proliferazione di batteri buoni.
Ode al pesce: combatte l'infiammazione intestinale
Il pesce è un alimento sano e strategico per il microbiota; grazie ai suoi grassi buoni (omega 3 in particolare) è in grado di svolgere un’importante azione antinfiammatoria su tutto l’organismo.
Gli alimenti fermentati: fonte di probiotici
I prodotti fermentati, come yogurt e kefir (ancora più competo ed efficace) contengono fermenti lattici che possiedono azione probiotica. Anche il miso, che si ottiene dalla fermentazione di soia, vanta notevoli proprietà antiossidanti. Gli alimenti fermentati sono utili a migliorare la diversità dell’ambiente intestinale e sono in grado di modulare l’infiammazione.
Attenzione alle proteine animali e ai grassi saturi
“In linea generale si può dire che un’alimentazione che privilegia proteine vegetali e grassi insaturi è utile per favorire lo sviluppo di microrganismi benefici, come lattobacilli e bifidobatteri, mentre una dieta ricca di proteine animali e grassi saturi incrementa la quantità di batteri cattivi” chiarisce la dietista.
Il consiglio evergreen
Il segreto è sempre la varietà: più si consumano pasti completi e vari più si aumenta la biodiversità del microbiota.
Elisa Nata,
ottobre 2023
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