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Ecclesia, il Blanc de Blancs de La Monacesca

È un Metodo Classico Blanc de Blancs ottenuto da uve Chardonnay la prima bolla de La Monacesca

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Ecclesia è un Metodo Classico Blanc de Blancs ottenuto da uve Chardonnay. Riposa sui lieviti 12 mesi. Poco per la verità. Almeno rispetto alla consuetudine. Eppure, è proprio questa la chiave di lettura per comprendere l’anima della prima bolla de La Monacesca: «Abbiamo giocato volutamente sulla freschezza» ha precisato Aldo Cifola, patron della cantina di Matelica. Naturalmente, il fatto che sia un vino «giovane» non significa che manchi di carattere. Anzi. Ha croccantezza, mineralità, piacevolissima beva e un finale persistente. Il vigneron per presentarlo ha accolto i suoi ospiti nell’azienda, della quale ha raccontato con invidiabile dialettica la storia, tracciandone i passi salienti, non senza tradire qualche emozione, soprattutto nel ricordo del fondatore, Casimiro Cifola, suo padre. Con lui, anche Marcello Pennazzi, amministratore delegato del Gruppo Luciana Mosconi, blasone marchigiano specializzato nella produzione di pasta, che di recente ha acquisito il 75% della cantina. Una partnership felice, con un obiettivo nobile: promuovere questa terra straordinaria attraverso ciò che sa fare e dare.

Il vino, certamente, quello buono. E la pasta appunto, quella fatta a regola d’arte, «come recita il claim, ruvida, tenace, marchigiana» ha ricordato con orgoglio Pennazzi. Tra i filari con una vista mozzafiato che cattura i colori della provincia anconetana e maceratese, Cifola ha ribadito l’importanza della biodiversità e soprattutto del rispetto della medesima: «Il vino si fa in vigna. Deve essere la massima espressione varietale della terra da cui nasce. Pensiamo al Verdicchio. C’è quello di Jesi e c’è quello di Matelica. Una regione, due mondi». Ricordiamo che il primo è tendenzialmente più marino, ha maggiore sapidità, mentre il secondo è più montano, quindi ha acidità pronunciata e alcol più contenuto.

In casa di Aldo Cifola, il Verdicchio si chiama Mirum. La Riserva 2019 Docg è musica per il palato. Prodotto soltanto nelle grandi annate, affina 18 mesi mesi in acciaio e sei in bottiglia, e viene immesso sul mercato soltanto due anni dopo la vendemmia. Ha un sorso pieno, che avvolge il palato. È un tuffo nel frutto, nella mandorla tostata, nel cedro, e ha eleganti sentori di crosta di pane. A proposito di eleganza, merita menzione lo chef stellato Errico Recanati del ristorante Andreina. I suoi piatti hanno fatto breccia nel cuore dei commensali che si sono letteralmente sciolti quando, a fine pasto, è arrivata una piacevolissima sorpresa: una sublime tagliatella al sugo, sparita in cinque secondi. Con l’ultimo sorso di Mirum. 

Chiara Risolo
dicembre 2022

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