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ViniBere beneCome scegliere il vino per il menu di Pasqua

Come scegliere il vino per il menu di Pasqua

L'abbinamento giusto può davvero fare la differenza nel presentare a tavola il menu di Pasqua. Dalle bollicine con l'antipasto al Lambrusco per i primi, passando per il Pinot nero con i secondi sino ad arrivare al Moscato per un finale in dolcezza

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È impossibile immaginare una Pasqua senza torte salate, casatielli (per chi li sa fare), lasagne fumanti, costolette d’agnello laccate, capretto al forno con patate, colombe e uova di cioccolato. La tradizione aiuta fugando dubbi dell’ultima ora. Diverso, invece, è il discorso relativo alla scelta dei vini. In questo caso non c’è un copione, ma ciò non significa che una bottiglia valga l’altra. L’abbinamento giusto può fare davvero la differenza e strappare un applauso ai commensali per la padrona (o il padrone) di casa. Ecco allora qualche consiglio per portare a tavola il nettare che meglio sposa il menu pasquale.

Antipasti
Con le torte salate, dalle più tradizionali con ricotta e spinaci, a quelle più ghiotte con salumi e formaggi, è preferibile stappare una bollicina (mai ghiacciata). Con un Trentodoc o un Franciacorta si va sul sicuro. La proverbiale freschezza e la vena acida sgrassano il palato.

Primi
Con una tagliatella al ragù di carne o una lasagna, rosso a mani basse. Un bel Lambrusco. Schietto e sincero come la terra da cui proviene, l’Emilia Romagna. Cintura nera di vivacità ed effervescenza, il sorso di questo vino restituisce al palato, messo a dura prova dall’untuosità della pietanza, il giusto equilibrio. La sua trama tannica per nulla aggressiva, le delicate note balsamiche e i piccoli di frutti rossi non sovrasteranno mai il succulento boccone.

Secondi
Con i secondi, in genere capretto o agnello, si può optare per un Pinot nero. Un vino difficile certo, per palati allenati, mediamente caro (una buona bottiglia costa circa 20 euro), eppure perfetto perché i suoi tannini setosi esaltano alla perfezione la delicatezza di queste carni bianche.

Dolci
Per concludere, se la classica colomba «ha sete» dell’intramontabile Moscato, perché dolce chiama dolce, per accompagnare un goloso uovo di cioccolato, la risposta è una sola: Barolo chinato, superba specialità piemontese. Si tratta di un vino aromatizzato con erbe, radici e spezie. Tra le altre, la corteccia di China Calisaia (da cui prende il nome), il rabarbaro, la genziana e i semi di cardamomo. La sua metà perfetta è, in particolare, il cioccolato di qualità fondente. Provare per credere.

Chiara Risolo
marzo 2023

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