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News ed EventiPiaceriCiauscolo: un simbolo della cultura marchigiana

Ciauscolo: un simbolo della cultura marchigiana

Un insaccato simbolo della cultura marchigiana che viene addirittura celebrato con una festa dedicata. Il ciascuolo viene realizzato da generazioni utilizzando le parti grasse della carne di maiale che lo rendono morbido e sapido. Viene servito accompagnato a pane focacce, crostini, ma anche accostato a verdure grigliate e mozzarella di bufala

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A Castelsantangelo sul Nera, minuscolo borgo del maceratese, qualcosa ha resistito alla furia del terremoto in Centro Italia: il monumento al ciauscolo, salume simbolo delle Marche che in paese viene festeggiato ogni estate con una giornata speciale.


La storia del ciauscolo
Presente da secoli sul territorio marchigiano, è originario dei Monti Sibillini maceratesi dove, già dai tempi dei Romani "...era radicato il `culto' dell'allevamento dei maiali, a mantello nero e molto magri, e quindi poco adatti a fare i prosciutti" dice Ugo Bellesi, storico della gastronomia. "Per questo i contadini preferirono macinare la carne delle cosce e crearono un insaccato grasso e speziato, fatto fermentare con il calore del camino e posto a maturare nelle grotte".


La spalmabilità
La caratteristica principale del ciauscolo è la spalmabilità: la fetta è morbida e cedevole e si stende facilmente sul pane, trasformandosi in uno spuntino ghiotto e nutriente. La sua cremosità deriva dall'impasto, di parti grasse del maiale (pancetta, spalla, rifiniture di prosciutto e lonza), e dalla macinazione in 3 passaggi, attraverso fori sempre più piccoli (fino a 2-3 mm). Il ciauscolo ha profumo delicato oppure deciso e speziato, a seconda degli aromi utilizzati (sale, pepe nero macinato, vino, aglio pestato); il gusto è sapido, mai rancido. Nel 2009 il salume ha ottenuto la certificazione Igp ma non tutti i produttori sono d'accordo sul disciplinare e alcuni non hanno aderito al consorzio.


Ciascolo: una IGP
Sul mercato dunque si trovano i ciauscoli Igp, realizzati dalle aziende più grandi; e quelli dei piccoli artigiani, che devono chiamare i loro insaccati con nomi di fantasia (morbidello, vissuscolo...), spesso più fedeli alla tradizione: per esempio utilizzano solo maiali locali e non di altre regioni e parti grasse in abbondanza per dare più morbidezza. Il ciauscolo è irresistibile al naturale, spalmato su pane, crescia, focaccia o crostini, magari con il pecorino. Si abbina anche alle verdure grigliate e alla mozzarella di bufala. È versatile in cucina per insaporire i primi (risotti, paste con i carciofi, i piselli o gli asparagi, ravioli, cappellacci, zuppe e creme di legumi), nei tortini di patate e le quiche, sulla pizza, nei ripieni.


Febbraio 2022
Marina Cella 

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