Un gustoso aperitivo perfetto che può diventare anche un ricco secondo, perfetto per una serata speciale
Step by Step
-
-
1
-
Come preparare i fagottini verdi farciti
Prepara le verdure per i deliziosi fagottini verdi farciti. Scotta per pochi istanti in acqua bollente 4 foglie tenere di cavolo cappuccio, elimina le coste e asciugale in carta da cucina; tagliale a strisce larghe 3-4 cm. Dividi a metà in altezza una grossa zucchina e tagliala a nastri sottili col pelapatate.
-
1
-
-
2
-
Lavora la pastella per i fagottini verdi farciti. Raccogli 2 tuorli e un pizzico di sale in una ciotola che avrai sistemato in un recipiente più grande con acqua e ghiaccio, mescola con una frusta e versaci a filo 2 dl di acqua e 2 dl di birra chiara. Incorpora 200 g di farina, una cucchiaiata alla volta e continua a mescolare, senza sbattere.
-
2
-
-
3
-
Come riempire i fagottini verdi farciti
Sistema su ogni striscia di cavolo per i fagottini verdi farciti e su ogni nastro di zucchina mezzo filetto d'acciuga sott'olio e un'oliva snocciolata, arrotola cavolo e zucchine in modo da formare dei fagottini e chiudili infilzandoli al centro con uno stecchino
-
3
-
-
4
-
Scalda nella padella dei fritti abbondante olio di arachidi, finché è ben caldo ma non fumante: per controllare la temperatura immergi un pezzetto di pane, che dovrà sfrigolare e dorare in pochi istanti.
-
4
-
-
5
-
Immergi man mano i fagottini verdi farciti nella pastella, raccoglili senza sgocciolarli troppo e tuffali nell'olio; scolali dorati e croccanti.
-
5
-
-
6
-
Servi i fagottini verdi farciti ben caldi
-
6
Menù di appartenenza
Condividi la ricetta
Vitigno consigliato con i Fagottini verdi farciti
Pigato Tutti i vini bianchi
- Il Pigato è un vitigno a bacca bianca e proviene soprattutto dalla regione Liguria ed è l’ideale accompagnatore dei Fagottini verdi farciti. Il Pigato è di origini antiche e di provenienza greca ed è la varietà più presente nella piana di Albenga. Il nome sembra provenga dalla parola dialettale “pighe” che si riferisce alle macchie rosa che compaiono sugli acini giunti a maturità. Il grado alcolico minimo è di 11° e il va servito da 10 – 12 gradi. Al naso impressiona con un insieme di note fruttate di pera e mela e con sentori fiori di limone. Nel palato riscontriamo un’ottima acidità, sapore pieno, ampio e speziato con un retrogusto di mandorla. In genere questi vini vanno bevuti giovani, quindi entro 2 – 3 anni dall’imbottigliamento
-
Consigliato da Helmut Koecher