Il progetto di Fondazione Barilla per educare gli chef di tutta Europa alla consapevolezza della relazione fondamentale tra cibo, salute e ambiente
Che cucina&dintorni siano tra i responsabili dei cambiamenti climatici non è un segreto: studi di settore nei Paesi dell’Unione Europea, infatti, dimostrano che allevamenti, coltivazioni e trasformazioni delle materie prime in cibo sono responsabili del 31% delle emissioni totali di gas a effetto serra. Ridurre l'impatto ambientale del cibo, quindi, è diventato un obiettivo fondamentale sia per i governi che per le aziende: per cercare di risolvere questo problema è nato il progetto LIFE Climate Smart Chefs (LCSC), che, negli ultimi tre anni, è stato in prima linea nell'educare gli chef di tutta Europa alla consapevolezza della relazione fondamentale tra cibo, salute e ambiente. Finanziato dal programma LIFE dell'Unione Europea, guidato da Fondazione Barilla con un gruppo di partner internazionali (ALMA - Scuola Internazionale di cucina italiana, Enaip - Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale, JAMK - Università di scienze applicate, Finlandia e Nutritics Ltd, Irlanda), il progetto ha voluto contribuire alla realizzazione della Politica Climatica Europea e alla Strategia Farm to Fork (F2F).
La missione è stata quella di invitare i cuochi europei a creare ricette a basse emissioni, nutrienti, convenienti, rispettose della biodiversità e degli ecosistemi. Le linee guida del progetto, portato avanti negli anni dal team di ricerca di Fondazione Barilla, hanno previsto, naturalmente, anche momenti di formazione per promuovere nei partecipanti la consapevolezza sulle questioni climatiche e ambientali, fornendo a 164 chef provenienti dai Paesi dell'UE risorse e conoscenze per trasformare i loro menu in modi più sostenibili. “Gli chef che hanno aderito alla nostra iniziativa- informa afferma Alessandra Varotto, responsabile della comunicazione per la Fondazione Barilla - sono stati in grado di ridurre l'impronta di carbonio e di acqua delle loro ricette di circa il 30%.” E, va aggiunto, che LCSC è stato invitato alla conferenza internazionale COP di Baku, a testimonianza della centralità del settore alimentare per la mitigazione del cambiamento climatico.
Il lavoro di questo triennio si è concluso, lo scorso 6 dicembre, con una conferenza (che ha visto riuniti istituzioni, chef, ristoratori, specialisti del settore) nel corso della quale sono stati evidenziati gli obiettivi e i risultati del progetto, sono state discusse le opportunità attuali e future della gastronomia climate smart, sono stati segnalati gli chef e le organizzazioni no-profit che si sono impegnati per un approccio innovativo a favore della sostenibilità alimentare. Segnalato e premiato chi si è distinto nell’approccio etico, sano e rispettoso del pianeta nelle sezioni Miglior ristorante, Migliore ricetta e Migliore iniziativa no-profit.
La giuria ha scelto di premiare come Best sustainable restaurant il Ristolab (a Pollica, SA) e il suo chef Amabile Cortiglia perché rappresenta un esempio di applicazione dei principi sostenibili in modo olistico all'interno e al di fuori della cucina. Secondo e terzo posto in questa categoria sono andati, rispettivamente, al Restaurante Vilaplana di Porto, e al Restaurant Novice di Amersfoort (in Olanda) guidato da René Bekker. La Best sustainable recipe è quella di Matteo Farsoni, pastry chef vegano di Valduggia (VC) che ha presentato due piatti vegetariani a base di ingredienti locali, a basso costo e riciclati. Secondo e terzo premio a Evi Chioti (di Cipro) e all’italiano Nazario Contardi . La Best No-profit initiative è quella di Orizzonte Sale di Venezia, un progetto scientifico sulle alofiti (le piante tolleranti al sale) che si concentra sulla creazione di nuove colture e sullo sviluppo di nuove abitudini culinarie da campi agricoli salinizzati. Sul podio anche il progetto francese @worldchefs e quello italiano di Tempi di Recupero Aps.
Enrico Saravalle,
gennaio 2025
Enrico Saravalle è giornalista di vasta e varia cultura, che ama viaggiare, mangiare e usare mouse e tastiera per raccontare luoghi, esperienze e sapori ad ogni angolo del globo. Quando non è in giro per il mondo si divide tra Milano e la Sicilia.
Enrico Saravalle è giornalista di vasta e varia cultura, che ama viaggiare, mangiare e usare mouse e tastiera per raccontare luoghi, esperienze e sapori ad ogni angolo del globo. Quando non è in giro per il mondo si divide tra Milano e la Sicilia.