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News ed EventiNewsCibo in rete: che affare

Cibo in rete: che affare

Dai campi coltivati alle praterie di internet, il settore agroalimentare ha scoperto il web. E i consumatori mostrano di gradire

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Il matrimonio tra settore agroalimentare e internet sarà pure di interesse, ma, in ogni caso, diventa sempre più solido. Conviene agli intermediari che mettono a disposizione le piattaforme e-commerce, ma conviene anche ai produttori che trovano un canale di diffusione sempre più gradito ai consumatori. Un fenomeno dagli importanti risvolti economici a cui ha dedicato un'analisi "Il Sole 24 ore".

Tra gli esempi più indicativi di questa tendenza, è da segnale che eBay (clicca qui) , "community di compravendita per effettuare transazioni online senza intermediari", ha deciso di abbattere la percentuale richiesta per i prodotti alimentari. Dal 2 aprile, il sito azzererà le quote sulle transazioni, che ora arrivano all'8,7%. Un ulteriore impulso all'incremento delle vendite nel settore, che già lo scorso anno avevano raggiunto i 265.000 prodotti (+17% sui dodici mesi precedenti).

Claudio Raimondi, country manager di eBay in Italia, spiega che l'obiettivo è quello di "offrire alle aziende italiane una piattaforma di business unica, capace di sostenere gli affari e l'internazionalizzazione a costi contenuti, in modo sicuro, completo e affidabile". Ed è di particolare interesse che questo venga fatto con attenzione ai rischi di frode, proteggendo i prodotti Dop e Igp.

La tendenza a trovare uno sbocco nel gran mare di internet si mostra attraverso tante altre iniziative. Per esempio, Paolo Torretta e Federico Genta Ternavasio, due giovani pugliesi che lavorano a Milano, hanno dato vita a "Orto Manager" (clicca qui), che unisce l'innovazione tecnologica alla coltivazione di prodotti locali. Il sito permette di scegliere sia la frutta e la verdura sia il luogo in cui farle coltivare; e poi consente di seguire ogni fase della produzione, dalla semina alla consegna a casa, con la possibilità di trasformare i prodotti in conserve, vellutate, marmellate e confetture.

Chi, invece, volesse diventare produttore di vino può provarci attraverso il progetto "MyTayloredWine" (clicca qui). Qui può scegliere il vitigno, gli enologi e l'azienda che seguirà tutto il processo, dalla coltivazione dell'uva alla vinificazione, per finire con l'imbottigliamento e la confezione personalizzata.

Nicola Galetto e Marco Grumolato hanno dato vita "Qui Cibo" (clicca qui), un portale che raccoglie sul web 900 aziende dell'agroalimentare italiano. La piattaforma e-commerce è gratuita e i consumatori possono acquistare dai produttori di tutta Italia in modo sicuro, scoprendo la storia di ogni prodotto.

Oltre alle iniziative private, se ne trovano molte istituzionali. "Extreme Excellence Experience" (clicca qui), per esempio, è un progetto coordinato da Unioncamere a cui partecipano 105 Camere di commercio in Italia e 81 Camere di commercio italiane all’estero. L'obiettivo è quello di dar vita a una piattaforma di 700.000 imprese che, a partire dall'Expo, faccia conoscere il settore agroalimentare italiano all'estero. Le aziende avranno la possibilità di inserire tutte le informazioni utili e di avviare il commercio online.

Alessandro Gnocchi
9 marzo 2015

 

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