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News ed EventiBenessereCamomilla: non serve solo a rilassarsi

Camomilla: non serve solo a rilassarsi

Proprietà e caratteristiche poco conosciute della pianta dai graziosi fiori bianchi e oro, efficace rimedio per adulti e bambini

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Una dolce coccola, un momento rassicurante e di sollievo quando non riuscivamo a dormire. Ecco cosa rappresenta la camomilla per ciascuno di noi: è nelle nostre corde sin dall'infanzia. E, come per altre piante preziose quali ad esempio la liquirizia, furono i nostri predecessori a scoprirne virtù e impieghi terapeutici. Spiega la dottoressa Raffaella Melani, biologa nutrizionista “Le sue proprietà erano note già nell’antico Egitto e la sua fama si è diffusa esponenzialmente durante il Medioevo. La camomilla possiede numerosi effetti benefici correlati alla sua composizione. Contiene in particolare le cumarine o alcuni flavonoidi, tra cui l’apigenina che conferisce la ben nota attività sedativa e anti-spastica. Ma allo stesso tempo i terpeni, tra cui gli azuleni (infatti l’estratto ha un bel colore azzurro) con effetti antisettici e antinfiammatori. Il suo impiego quindi non si limita all’azione rilassante, ma può essere funzionale al trattamento di numerose altre patologie”.


Come specifica la Melani “Veniva e viene tutt’ora usata, come ad esempio la lavanda per combattere problematiche da raffreddamento. Ma anche gli spasmi gastrointestinali, la dismenorrea, fino all’impiego per gli eczemi. Negli ultimi anni è stata dimostrata l’efficacia medicinale nei disturbi dell'intestino iperattivo e nelle coliche addominali con una attività mediata attraverso l'attivazione di particolari proteine che si trovano sulle membrane cellulari, i canali del potassio. I suoi fiori sono anche utilizzati per l’effetto antipiretico, mentre il suo olio è impiegato per reumatismi. Riscontrata inoltre un’azione di controllo sulla glicemia nei soggetti diabetici”.


Si assume in genere sottoforma di tisana o infuso. L’infuso di camomilla, ottenuto facendo bollire per ca 3 min, 100 g in 1 litro, può essere usato, una volta raffreddato, per impacchi freddi su congiuntiviti allergiche o sugli eczemi. La tisana, invece, può essere usata negli spasmi, cercando di bere un sorso a ridosso della contrattura dolorosa, mano mano che l’effetto miorilassante si sovrappone allo spasmo, l’intensità del dolore dovrebbe ridursi, fino a scomparire. Un altro modo di utilizzare la camomilla è come presidio per la tosse, facendola bollire insieme alla buccia di un limone e aggiungendo un cucchiaio di miele.


Anche in cosmesi, la camomilla viene molto utilizzata, precisa la dottoressa Melani “soprattutto per le sue proprietà lenitive, emollienti, antimicrobiche, tanto che gli estratti di camomilla compaiono spesso nei prodotti per l’infanzia o per il trattamento di pelli delicate o ancora per lenire gli arrossamenti solari. In questo caso è utile ad esempio il decotto.


Per ultimo, ma non meno importante, la camomilla inizia riscuotere successo anche in ambito gastronomico. Come evidenzia Alessandro Gilmozzi, chef stellato del ristorante El Molin di Cavalese “da fresca apprezzo la consistenza del bulbo floreale, da secca la sua polvere, l’ aroma deciso, dolce e minerale nello stesso tempo. In cucina è versatile, oltre ai dolci e abbinamenti con frutta e verdura dal sentore acido si sposa molto bene con la selvaggina da piuma e soprattutto con la lepre”. Un tocco unico ed elegante che completa il gusto di carni particolarmente saporite.


Rabarbaro e camomilla di Alessandro Gilmozzi


2 kg. di rabarbaro
100 gr. di camomilla fresca o essiccata per tisana
100 gr. di miele di sulla
800 gr. di acqua
2 gr. di xsantana
500 gr. di piselli freschi da candire
polvere di camomilla e sambuco q.b.


Lavare e pelare il rabarbaro per poi dividerlo in tre parti. Ridurre la prima parte in fette sottili e candire, arrotolandolo e conservandolo sottovuoto. Con la seconda parte di rabarbaro creare un succo, emulsionandolo con la xsantana per ottenere una mousse da utilizzare con il sifone. Creare con la terza parte di succo una crema, legandolo con la xsantana. 
Candire i piselli e passarli a setaccio per ottenere una crema candita. Candire ed essiccare anche le bucce del rabarbaro. 
Impiattare predisponendo delle punte di mousse di rabarbaro con il sifone, aggiungendo il rabarbaro sottovuoto arrotolato, il gel, la crema di piselli e le parti croccanti di buccia, completando con le polveri di camomilla e sambuco.


Elisa Nata
novembre 2017

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