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Luoghi e PersonaggiLuoghiLa Vicenza palladiana

La Vicenza palladiana

Nella città del celebre architetto rinascimentale, dove l'arte dà spettacolo e la cucina regala forti emozioni

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Sembrano scenografie teatrali, ma sono palazzi veri quelli con cui ci accoglie la spettacolare Vicenza. Sono i monumenti gioiello firmati, quasi cinquecento anni fa, dal grandissimo Andrea di Pietro della Gondola, detto il Palladio. Raffinate dimore nobiliari, colonnati e logge, ovvero i prodigi di architettura che hanno fatto della città una delle meraviglie mondiali tutelate dall’Unesco, si trovano in tutta la città.

Quasi naturale, quindi, che un tour di Vicenza sia rigorosamente griffato Palladio e prenda l’avvio da piazza Matteotti dove, l’uno di fronte all’altro, si trovano Palazzo Chiericati (sede della Pinacoteca civica) e il Teatro Olimpico, ispirato ai teatri greci e romani. Palladio, che era un fan accanito dell’architettura classica, ha rispettato il modello antico composto da una platea a gradoni e da una scena fissa, ma ha cambiato la forma della platea, ha usato gesso e legno per le decorazioni (con effetti trompe l’oeil di finto marmo) e ha costruito una scena fissa che suggerisse la prospettiva delle strade di una città. La scoperta delle creazioni del Palladio prosegue poi nel corso a lui dedicato, un’elegante meta per lo struscio e lo shopping dove, accanto alle boutique di lusso, si incontrano gli imperdibili Palazzo Thiene, Palazzo Barbaran da Porto, Palazzo Valmarana.

54711Una piccola deviazione porta in piazza dei Signori, caratterizzata dalla Loggia del Capitaniato (secoli fa il Capitanio rappresentava in città la Repubblica di Venezia) e la Basilica che, nonostante il nome, non ha nulla a che fare con una chiesa: l’edificio infatti era riservato a riunioni politiche e all’amministrazione della giustizia. Oggi, dopo un accurato restauro, i suoi spazi sono destinati a ospitare mostre ed esposizioni. Tutto intorno alla Basilica ci sono le piazze: quella delle Biade, dove un tempo si vendevano foraggio e sementi, e quella delle Erbe, ancora oggi occupata dalle bancarelle di fruttivendoli e verdurai.

Per una visita esaustiva della città è da non perdere la “piccola Venezia”: un incredibile insieme di vie, piazzette e stradine (contrà Porti, piazzetta Santo Stefano, contrà Thiene) sulle quali si affacciano palazzi dall’inconfondibile look veneziano. E per un incontro ravvicinato con il grande architetto niente di meglio che entrare a Palazzo Barbarano, sede del Palladio Museum: fresco di inaugurazione, il nuovo spazio espositivo permette di scoprire i segreti del più celebre archistar della storia, di vedere dal vivo disegni e modellini originali, di visitare mostre temporanee a lui dedicate.

Le ville fuori porta

54712La talentuosa mano del Palladio ha disseminato bellezza anche in campagna, la location ideale per le ville che i nobili vicentini e veneziani si facevano realizzare come status symbol della loro ricchezza. Appena fuori Vicenza, una tra le più famose è Villa Valmarana ai Nani (è chiamata così per le statue di nani poste sui muri di cinta), oltretutto decorata da due artisti del ‘700 dal nome altisonante: Tiepolo, padre e figlio, che si divisero i lavori. Altrettanto rinomata, Villa Capra Valmarana, nota come “La rotonda”, è l’edificio palladiano più copiato in assoluto, praticamente identico nell’aspetto a un tempio greco; dalle sue logge spalancate sulla campagna si entra nella grande sala rotonda (da cui il soprannome) coperta da una cupola.

La buona tavola di una volta

Oltre a quella architettonica, anche l’arte della buona tavola è ben rappresentata da queste parti, con una cucina dal sapore forte e corposo, che prevede piatti semplici, di tradizione contadina, dalle zuppe povere alle minestre fino ai risotti e alle robuste pastasciutte, e poi gli umidi, il celebre e celebrato baccalà, le polente, le trippe e le golose torte caserecce. Ricette antiche, legate alle stagioni e ai prodotti locali, come i piselli di Lumignano, gli asparagi bianchi di Bassano, i formaggi di Asiago, il riso di Grumolo delle Abbadesse, la patata di Rotzo, l’irresistibile sopressa delle Valli del Pasubio.


a cura di Cristiana Cassé, testi di Enrico Saravalle, realizzazione e foto dei piatti di Ilva Beretta

Ricette tradizionali vicentine

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