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Suggestioni d'Alta Langa

A zonzo tra dolci colline, borghi arroccati e Alba, autentica capitale golosa. Il cui signore, il tartufo bianco, va cercato sotto terra

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È un intrigante percorso di salite e discese, curve e rettilinei quello che si snoda attraverso le colline intorno ad Alba: viene definito “andar per Langa” e fa scoprire borghi arroccati, distese di boschi, strade che da secoli solcano i versanti delle dorsali dei bricchi. È qui che si esibiscono, insieme ai loro tesori, le piccole capitali langarole.

C’è Cortemilia, per esempio, adagiata sul fondovalle e circondata da colline terrazzate dove maturano le nocciole più buone d’Italia. Basta una manciata di minuti e da qui si raggiunge Monforte d’Alba con i suoi vicoli medievali, che si aprono a ventaglio intorno alla millenaria torre parrocchiale. C’è anche Murazzano, meta imperdibile perché qui nasce uno dei formaggi più golosi del tagliere piemontese. Grinzane Cavour, poi, ospita, nel castello abitato dal conte Camillo Benso, una sontuosa Enoteca Regionale per incontri ravvicinati con le etichette locali.

Bossolasco, infine, è per tutti la perla delle Langhe e regala un panorama infinito sul mare di bricchi dall’alto del suo castello seicentesco. Di queste colline fatate Alba è da sempre la piccola capitale, o almeno da quando coloni e legionari Romani fondarono una nuova città e la chiamarono Alba Pompeia. Il suo successo è merito, dice qualcuno, delle sue eccellenze gastronomiche: vino prima di tutto (in questo scenario suggestivo maturano le uve che regalano i vini più preziosi del Piemonte come il Barolo, il Nebbiolo, il Dolcetto), ma anche nocciole (la Tonda Gentile di Alba è una vera prelibatezza) e soprattutto “lui”, sua maestà il tartufo bianco, che impreziosisce con i suoi profumi e i suoi sapori anche le preparazioni più semplici e ruspanti.

54790Una lunga storia, quella di Alba quindi, che ha lasciato segni indelebili nel tessuto urbano: memorabilia medioevali, divagazioni barocche e settecentesche fino ad arrivare a esempi di architettura moderna e contemporanea. In via Cavour, che ricalca l’antico decumano romano, si trovano alcune torri che disegnavano il profilo della città in un Medio Evo fiabesco. In piazza del Risorgimento (qui, per tutti, è piazza Duomo) si fronteggiano, invece, i simboli del potere politico e religioso: il trecentesco palazzo comunale e la cattedrale di San Lorenzo, che conserva tracce di stili diversissimi tra loro, dal romanico al gotico, dal barocco al neoclassico.

Via Vittorio Emanuele II, che gli albesi chiamano via Maestra, è il salotto buono della città, la strada dello “struscio” nel tardo pomeriggio, dello shopping anche goloso: anche qui gli edifici (casa Fontana, palazzo Serralunga, la chiesa barocca di S. Maria Maddalena) raccontano la storia cittadina. E proprio nel centro storico, all’incrocio tra le antiche strade romane, tra via Maestra, via Cavour e piazza Duomo si tiene il millenario mercato del sabato: un bazar di colori e profumi, ma anche l’occasione per curiosare e assaggiare i prodotti genuini e le prelibatezze del territorio.

54794E, ancora, in pieno centro, nel cortile della Maddalena di via Vittorio Emanuele II, si svolge la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.

L’appeal di Alba e delle sue colline, infatti, sta soprattutto nel sottosuolo e si chiama tartufo bianco o, scientificamente, Tuber Magnatum Pico. Questo fungo sotterraneo dal profumo penetrante è ormai oggetto di follia per molti gourmet, che se lo contendono a quotazioni da capogiro, tanto che per un “bianco” il fixing supera anche i 4000 euro al kg. E tra stand di vini del territorio e raffinatezze di pasticceria, formaggi e salumi, si incontrano commercianti di tartufi, trifolau e turisti per gola.

a cura di Enza Dalessandri, testi di Enrico Saravalle, ricette di Giovanna Ruo Berchera, foto e realizzazione dei piatti di Ilva Beretta

TAG: #Piemonte

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