…che stimola ricordi d'infanzia. Così come i profumi della memoria vanno dritti al cuore
Se c'è un aroma capace di riportarmi all'infanzia, è quello del latte sul fuoco. Quel momento preciso in cui trabocca dal pentolino, si attacca ai bordi e ai fornelli, lasciando nell'aria un profumo dolce e leggermente tostato. Sa di mattine d'estate nella casa in montagna, quando, ancora rannicchiata tra le coperte, pregustavo la fetta di pane appena tagliato, il burro a fiocchetti — come lo serviva mia nonna — e la confettura di ribes del giardino, dolce con quel tocco acidulo: vasi e vasetti con cui riempiva la credenza, a fare scorta un anno per l'altro. È grande il potere dell'olfatto, di proustiana memoria, che promette proprio questo: evocare ricordi con un'intensità rara.
Le ricerche più recenti, raccolte nel saggio divulgativo Tutti i profumi della vita, dello psicologo svedese Joan Olofsson, osservano che le memorie legate agli aromi viaggiano su binari diversi da logica e linguaggio e sono più cariche di emozioni. Le parole stimolano la mente, generando pensieri astratti; gli odori parlano direttamente al cuore, soprattutto quando provengono dall'infanzia. La memoria olfattiva è meno efficiente e precisa di quella suscitata da parole, immagini e suoni, eppure è più fedele, più intima: custodisce la nostra identità, i nostri legami. Olofsson racconta che un profumo familiare può riportarci immediatamente a volti, luoghi e persone, evocando un'intera atmosfera, dettagli apparentemente insignificanti: il tintinnio di un cucchiaino nella tazza sulla ceramica sottile, il calore del sole che entra dalla finestra. Ed è così che gli odori ci commuovono, trasformando gesti semplici in esperienze vivide e intense. Non è necessario far traboccare il latte per viaggiare nel tempo. Basta la fragranza di una torta nel forno, di un arrosto sul fuoco che sprigiona vapori intensi, di un risotto che cuoce in pentola per ritrovarsi lì, a rivivere momenti che credevamo perduti. E novembre, con i suoi odori di terra, frutti dolcissimi, paste filanti, erbe, castagne e torte, è il mese perfetto per evocarli e per farci coccolare dai cibi che ci fanno star bene. E così, tra un profumo e l'altro, una fetta di pane imburrata e una cucchiaiata di confettura, scopriamo che il cibo è molto di più di ciò che mettiamo a tavola. È il linguaggio segreto dei ricordi, l'emozione trasformata in gusto. È memoria, cultura familiare e collettiva.
Livia Fagetti,
novembre 2025
Direttrice di Sale&Pepe da aprile 2025, ama l’arte, la lettura e i viaggi almeno quanto adora riunire nella sua casa la famiglia e gli amici, offrendo loro cose buone preparate con cura e allestite con gusto. Cuoca creativa e giornalista curiosa, “mette in tavola” da 25 anni anche le pagine del magazine scegliendo insieme alla redazione le ricette migliori, gli itinerari più affascinanti, le storie del cibo più interessanti da raccontare e i tanti contenuti che animano il giornale e il sito. Golosa di novità, il menu che la rispecchia è confortevole, appetitoso e ha – sempre – quel pizzico di sale e pepe in più che fa la differenza. In cucina come in edicola. @liviafagetti
Direttrice di Sale&Pepe da aprile 2025, ama l’arte, la lettura e i viaggi almeno quanto adora riunire nella sua casa la famiglia e gli amici, offrendo loro cose buone preparate con cura e allestite con gusto. Cuoca creativa e giornalista curiosa, “mette in tavola” da 25 anni anche le pagine del magazine scegliendo insieme alla redazione le ricette migliori, gli itinerari più affascinanti, le storie del cibo più interessanti da raccontare e i tanti contenuti che animano il giornale e il sito. Golosa di novità, il menu che la rispecchia è confortevole, appetitoso e ha – sempre – quel pizzico di sale e pepe in più che fa la differenza. In cucina come in edicola. @liviafagetti