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News ed EventiNewsLa cultura culinaria, tra le pagine di un libro

La cultura culinaria, tra le pagine di un libro

Un viaggio tra i manuali di cucina, nati per lasciare un'impronta nelle nostre case ma sopratutto preziosi da tramandare

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C’è chi dice che i libri siano come una forte passione, che esplode, che intriga e che va tenuta sempre accesa. È istintivo prendersi cura di quelle pagine, le si sfoglia con delicatezza, le si accarezza e le si annusa. Quell’odore che emanano ci fa sentire vivi. I libri ci parlano, ci consolano e ci trasportano in un’altra realtà. Spesso ci fanno fuggire dai nostri pensieri, altre volte ci rivelano segreti e soluzioni. Tra quelle righe c’è il pensiero, c’è amore ma sopratutto c’è la vita.


Come scriveva Cesare Pavese “Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma”. 


Quante volte siamo entrati in una libreria e ne abbiamo ammirato la sua bellezza? Perdersi tra quegli scaffali colorati, tra quel sapere, tra quelle righe romanzate. Quante volte siamo entrati con un’idea, ma che poi improvvisamente è stata stravolta? In fondo ci si appassiona a tanti generi, in base al nostro umore, al momento che stiamo vivendo, ai nostri desideri. Sicuramente quello che non ci saremmo mai aspettati di riscoprire, soprattutto in questo anno particolare, sono i libri di cucina, che grazie al tempo accumulato, abbiamo ritrovato la voglia di sperimentare tra i fornelli, di esplorare nuovi itinerari culinari.


Ed ecco che vi vogliamo regalare qualche spunto per poter andare alla ricerca della lettura culinaria perfetta, a regola d’arte. A voi che amate cucinare sappiamo che il vostro giorno preferito della settimana è la domenica, un giorno di festa nella quale dedicarsi completamente a chi si ama. Per questo il libro “Il pranzo della domenica” sembra essere proprio ad hoc. Di recente uscita, 19 novembre 2020, la lettura di Barbara Toselli, regala idee creative per chi si riunisce con qualche familiare, con qualche amico o semplicemente anche con il proprio partner, mescolandoil buon cibo alle buone parole, alle risate, ai ricordi e ai progetti futuri. Questo libro con le sue tante ricette e le sue suggestioni racconta le domeniche che più sentiamo “nostre”. Un modo di incontrarsi che forse si sta un po’ perdendo, complici i ritmi frenetici, i tanti impegni e ora la pandemia, ma che è facile ritrovare tra queste pagine, pensate per restituire quel calore e quel senso di familiarità che solo la cucina preparata con cura e amore sa restituirci, avvolgendoci come un abbraccio. 


Se vi dico “Il cucchiaio d’argento” cosa vi viene in mente? Solo il nome ci può far ricordar183503e la dolce casa della nonna e quel libro lì, accanto a lei, sempre aperto, da cui ha tratto continuamente ispirazione. Sono passati settant’anni dalla nascita di questo manuale di cucina. Era il 1950 quando Gianni Mazzocchi lo fece debuttare nel mondo dell’editoria italiana, presentando al suo grande pubblico il suo primo ricettario. “In cucina non ci può essere improvvisazione. Vi è un’arte culinaria basata, come tutte le arti, su misure e proporzioni, sull’equilibrio e la fusione dei diversi elementi” diceva Mazzocchi. Il cucchiaio d’argento in queste sette decadi è entrato nelle case di tutto il mondo ed ha insegnato a cucinare a ben tre generazioni evolvendo sempre insieme a loro, per esigenze, abitudini e nuovi stili di vita.


 


                                                               


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Firmato dallo chef del ristorante Ratanà, Cesare Battisti, e dal giornalista Gabriele Zanatta, “Cucina Milanese Contemporanea” è il nuovo libro di cucina dedicato alla città di Milano che, uscito il 15 ottobre di quest’anno, ha già riscosso un gransuccesso. Cucina milanese, tradizionale, ma pensata con tecniche e cotture nuove. Una vera enciclopedia del gusto, come non si vedevada tempo, destinata a diventare un grande classico. Elegante, colorato, pieno di illustrazioni che attraggono sempre gli appassionati. Cosa vuol dire cucina contemporanea? Che differenza c’è tra la cassoeula fatta dalla nonna e quella che troviamo nella ricetta di Cesare Battisti? “Pochissima nell’aspetto, tantissima nelle tecniche di preparazioni”. All’interno non troviamo divisioni per portate ma per temi, tredici mondiche vanno dal caposaldo della polenta alle erbe spontanee. Insomma un libro da consultare a casa per tutti quelli che, anche se non lo sono, hanno voglia di sentirsi un po’ milanesi. 



Ed ecco 183506un altro classico intramontabile a cui non si può rinunciare: è “Guida alla cucina”, un ricettario che ha fatto la storia della ristorazione del Novecento. Editato da Giunti e scritto per mano del cuoco francese Auguste Escoffier, questo libro, con oltre 5 mila ricette è tornato sul campo a inizio Dicembre 2020, ed è l’ultima traduzione italiana di "Le Guide Culinarie", un classico che vide la luce per la prima volta nel 1902. Grazie a lui che oggi, leggendo tra le righe di questo vadecundum, possiamo avere uno sguardo storico più lucido. Ad esempio, voi sapevate che se esistono delle mura spesse che dividono cucina e sala o cucina e pasticceria è per suo merito? Ma sicuramente non sapete che lo stesso Escoffier propose di dividere in sequenze di portate i menù, quelli che noi attualmente ritroviamo nelle sale dei nostri ristoranti (3 in Francia e 4 in Italia). Che dire… la sua impronta l’ha lasciata. 


Ma infine se vogliamo mettere sul piatto un po’ di ironia, ecco che vi proponiamo “Mangia come parli” che dal nome del programma di Radio 24, si trasforma in libro, tutto ideato dallo chef Davide Oldani, creatore della cucina POP, basata sulla semplicità e sulle materie prime essenziali. Questo cambio di prospettiva di comunicazione non è stato lungo, anzi. Il libro omonimo sfornato in questo 2020, in cui i mesi di lockdown, ci hanno fatto riscoprire un po’ tutti dei cuochi, “Mangia come parli” ci offre un’ampia cultura di cibo, ottanta ricette in cui cimentarsi tradotte anche in lingua inglese. Insomma lo possiamo definire un viaggio nelle regioni italiane, che parte dalla conoscenza delle materie prime e dei prodotti di stagione, fino ad arrivare al rispetto delle tradizioni culinarie. 


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Tornando un attimo indietro nel tempo, non possiamo dimenticarci della “Cucina contadina” un ricettario tradizionale, di cui la prima pubblicazione risale al 2005. Un pratico volume di piccolo formato dedicato a chi intenda riscoprire i sapori genuini di una volta. Sfogliandolo, troverete una selezione delle più appetitose ricette della cucina contadina suddivise in base alle portate. Dagli antipasti ai primi piatti, dai secondi ai piatti unici, con largo spazio alle verdure quelle buone dell'orto, consumate in tanti modi diversi, sia cotte che crude. E poi le uova e i formaggi, una volta provenienti direttamente dagli animali della stalla. Infine non possono mancare i dolci, magari ricchi di frutta, così come le marmellate e le conserve. Per facilitare la consultazione il volume si chiude con un pratico elenco di tutte le ricette in ordine alfabetico.


Ma invece del libro "Il Salmone" lo conoscete? Questo è molto di più di un ricettario.
Un libro ricco di suggerimenti su come utilizzare al meglio un prodotto di eccellenza. Ricco di intuizioni culinarie, suggerite da chef di tutta la Penisola, da cui chiunque, non solo il professionista ma anche il semplice amatore, può prendere ispirazione. Le ricette sono tante, originali, alcune molto divertenti. Possiamo definirlo lo specchio della creatività italiana in cucina. Lo strumento che  mostra la versatilità di un salmone sano, leggero, dal gusto unico. Ma è anche un libro che parla di amici. Quando Claudio Cerati ha iniziato a produrre il suo salmone, l’ha fatto inizialmente per gli amici. Amici che sono diventati nel tempo sempre di più. "Quel” salmone negli anni si è fatto conoscere ed apprezzare, conquistandosi la fiducia di tanti ristoratori italiani. Un libro che lo rappresenta in tutte le sue forme dalla gioia di gustarlo, dalla fantasia degli chef, dei pizzaioli, degli enologi. La sensualità della forma e del colore, che stupisce sempre tutte le cucine


Di Elena Strappa

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