Se vi capita di transitare da Genova, in questi ponti che da Pasqua arrivano fino al 1 maggio, non lasciatevi sfuggire le due belle mostre dedicate al cibo e alla sua storia in esposizione a Palazzo Ducale.
“I tempi del cibo” è un'esposizione realizzata in occasione della V edizione de “La Storia in Piazza”, una rassegna su grandi temi storici, non per gli addetti ai lavori, ma dedicata al grande pubblico. Il tema di quest'anno è proprio la storia dell’alimentazione. Il focus è sulla produzione, la preparazione e il consumo del cibo. L'allestimento è stato curato dallo studio di produzione video e multimediale N!03 e trova posto nella sala del Munizioniere, antico deposito dei generi alimentari del palazzo.
Qui tantissimi scatoloni sono stati impilati fino a formare delle grandi pareti sulle quali vengono proiettate immagini, didascalie e spezzoni di film famosi. Tutto si svolge in una sequenza che, dalla preistoria al giorno d'oggi, vuole spiegare l’evoluzione dell’alimentazione in rapporto con l'uomo. La mostra prosegue con i percorsi del cibo e i numerosi viaggi che ha compiuto lungo i secoli, la diffusione e la globalizzazione dei prodotti alimentari, come si sono modificati i consumi nel tempo e si conclude con una selezione di oggetti: dall'aratro alla stampante per cibi in 3D.
L’esposizione ha chiaramente una funzione didattica ed è così ben articolata da riuscire a catturare l'attenzione anche dei più piccoli. La prossima tappa sarà Milano, in occasione dell’Expo 2015.
La seconda mostra è quella dedicata alla cucina futurista. Divertente, curiosa e a tratti dissacrante - il sottotitole è “contro la pastasciutta passatista: pranzo oltranzista _dinamico_aeropittorico in carlinga” -, curata da Matteo Fochessati, presenta stampe litografiche, tempere, oli su tela, collage, bozzetti pubblicitari di famosi marchi dell'epoca (Amaro Cora, Fernet-Branca).
Qui si possono anche ammirare i libri di Filippo Tommaso Marinetti, il padre fondatore del Futurismo, e Fillia “La cucina futurista" e “Scatole d'amore in conserva”. Il cibo non era questione di poco conto per i dinamici futuristi che disapprovavano il rituale del pranzo con le solite e noiose portate, sempre uguali a se stesse: antipasto, primo, secondo, dessert. Ritmi troppo lenti, con piatti pesanti e il conseguente torpore del corpo, dell'anima e della digestione, per poi finire stanchi e imbolsiti.
Così l'arte culinaria ebbe un ruolo di primo piano nel progetto di “ricostruzione futurista dell'universo”, tanto che Marinetti si impegnò con scritti e azioni memorabili a favore del suo svecchiamento. Tutti i suoi gesti erano rivolti contro il pranzo tradizionale, considerato ormai obsoleto. Infatti promuoveva pranzi/happening artistici, veloci, vivaci, scattanti proprio come doveva essere l'uomo nuovo. Nacquero gli aeropranzi futuristi con panini speciali a forma di aeroplani sui quali prendevano posto le polpette del Bue in carlinga, i menu aerodinamici dall'inedita forma triangolare, i pranzi che terminavano tra lanci d'anguria.
Le elaborate creazioni gastronomiche degli chef futuristi, come Il Timballo d'avviamento, il Decollapalato, l'Elettricità atmosferiche candite, l'Ammaraggio digestivo volevano essere dissacranti e sovversive, ma in realtà, alla fine, si rivelarono quasi sempre molto pesanti per la digestione (vedi vignetta “dopo il banchetto futurista”).
Monica Pilotto
21 aprile 2014
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