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News ed EventiConsigli praticiAlchechengi: cosa sono e come si gustano le ciliegie d’inverno

Alchechengi: cosa sono e come si gustano le ciliegie d’inverno

Tondi, piccoli, gialli, freschissimi e vitaminici: scopriamo di più su questi fruttini, coltivati anche in Italia, che vi sorprenderanno al naturale, in cucina e in pasticceria!

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Arricchiscono il cestino della frutta d’inverno con il loro colore vivace e il gusto fresco e acidulo. Sono gli alchechengi, vitaminici e deliziosi. Da chicca per intenditori, sono ormai sempre più diffusi e si trovano facilmente dal fruttivendolo, al mercato e al super. Oltre a gustarli al naturale, si rivelano a sorpresa molto versatili negli abbinamenti, sia dolci che salati.


Come sono fatti
Tondi e di un bel colore giallo, hanno dimensioni a metà strada fra un grosso mirtillo e una piccola ciliegia. Infatti, sono chiamati anche “ciliegie d’inverno” ma, a differenza di quelle, gli alchechengi sono privi di nocciolo, il che li rende ancora più irresistibili, da mangiare golosamente uno dopo l’altro. La buccia è sottile e lustra, la polpa croccante e succosa, cosparsa di semini minuscoli che scrocchiano sotti i denti. Ma la cosa più sorprendente è la loro morfologia. La bacca commestibile cresce infatti all’interno di un “palloncino”, una sorta di corolla chiusa, gialla o arancione, che la cela e la protegge. Man mano che il frutto matura, il palloncino si secca diventando marroncino chiaro, con una consistenza cartacea. Facilissimi da scartare (le “foglie” si separano senza fatica), gli alchechengi sono velati da una leggera patina sciropposa e zuccherina. Si acquistano ancora racchiusi nel loro involucro o già mondati, pronti al consumo.


Dal Sudamerica all’Italia
La famiglia botanica è quella delle Solanacee, la stessa di pomodori e patate. Se ne contendono l’origine botanica il Perù, e l’Asia. Il cespuglio è molto decorativo, apprezzato in Giappone come pianta ornamentale, costellato com’è dai fragili palloncini, chiamati anche “lanterne cinesi”. Se la provenienza è esotica, la pianta si adatta facilmente a diverse latitudini. Tanto da essere coltivata anche nel nostro Paese. Il “distretto” produttivo maggiore è il mantovano ma ci sono aziende agricole specializzate un po’ in tutta Italia, dal Piemonte alla Puglia, dal Veneto a Toscana ed Emilia Romagna. Gli alchechengi “nostrani” si raccolgono fino alla fine dell’inverno ma un po’ tutto l’anno si trovano d’importazione da paesi del Sudamerica, come la Colombia.


Scegliere e conservare
Se li comprate ancora chiusi, controllate che i “palloncini” siano serrati e intatti. Si trovano facilmente anche già privati dei ciuffi, confezionati in vaschette come i frutti di bosco. In tal caso, basta verificare che siano sani e non ci siano bacche scure, mollicce o ammaccate. Per l’uso, dopo aver staccato se presenti le foglie secche, si sciacquano velocemente sotto l’acqua corrente e sono subito pronti. Hanno una buona conservabilità: quelli integri possono stare anche a temperatura ambiente, mentre quelli puliti è meglio riporli in frigo, dove durano tranquillamente 4-5 giorni.


In pasticceria e in cucina
Un altro nome dell’alchechengio è “chichingero”, termine popolare usato anche in pasticceria, dove le bacche diventano il cuore di un celebre cioccolatino al rum, guarnito dal bel ciuffo di foglie secche. Un piccola golosità immancabile nei vassoi di mignon d’antan che, fino a qualche anno fa, era l’unica forma in cui si poteva gustare questa bacca. Negli ultimi tempi sta invece diventando più comune al mercato e, di conseguenza, più usata. Anche in preparazioni salate. Il gusto acidulo, dolce senza essere stucchevole, rende gli alchechengi speciali in abbinamento ai formaggi sia freschi, come robiole e caprini, che stagionati, come parmigiano e sbrinz. Ottimi insieme ai salumi, se ne possono fare composte agrodolci da abbinare agli arrosti. Infatti sono ricchi di pectina, che li rende ideali per la preparazione di deliziose confetture. Al naturale, arricchiscono le macedonie come le insalate, guarniscono le crostate di frutta e possono persino decorare i cocktail al posto delle “banali” ciliegine sciroppate.


Qualche idea da provare
Se vi abbiamo incuriosito, è il momento di andare al mercato ad acquistare una bella vaschetta di alchechengi: se li trovate, di produzione italiana, a chilometro prossimo allo zero e quindi più sostenibili di quelli che arrivano da Oltreoceano. Oltre a sgranocchiarli  a mo’ di ciliegie, sperimentateli ai fornelli. Per esempio, con le nostre ricette!


195735Insalata di zucca e cavolo rosso. Affettate 350 g di zucca Delica (a piacere, se è sottile, potete lasciare la buccia). Salate le fette, conditele con un filo d’olio, qualche foglia di salvia spezzettata e infornate a 180° per 15 minuti. Sfornate e lasciate intiepidire. Nel frattempo, lavate e asciugate un cuore di radicchio verde o rosso. Private dei ciuffi 12 alchechengi, sciacquateli e divideteli a metà, come fossero pomodorini. Affettate ¼ di cavolo cappuccio rosso e conditelo una spruzzata di aceto e sale. Tagliate 80 g di speck a dadini e rosolateli in padella con un filo d’olio per renderli croccanti. Tostate a parte una manciata di semi di zucca e salateli. Riunite tutti gli ingredienti  una insalatiera e condite con olio, aceto, sale, pepe ed erba cipollina tagliuzzata. Per 4 persone.


195736Alchechengi al cioccolato bianco. Aprite le corolle di 16 alchechengi, radunatele a ciuffo e sciacquate i frutti. Asciugateli bene tamponandoli con carta da cucina delicatamente, per non sciupare le foglie secche. Distribuite 100 g di granella mista di pistacchi e mandorle, in uno strato unico, su una teglia rivestita con carta forno. Spezzettate in una terrina 150 g di cioccolato bianco e scioglietelo dolcemente a bagnomaria. Immergetevi gli alchechengi tenendoli per il ciuffo, sgocciolateli e deponeteli sulla granella. Lasciate solidificare prima di servire. Per4 persone.


Confettura di alchechengi. Sciacquate 400 g di alchechengi, già privati delle foglie secche. Tagliate a julienne la scorza di un limone, spremete il succo, scottate le scorzette in acqua bollente 10 minuti e scolatele. Mescolate in una casseruola 250 g di zucchero con un cucchiaio di addensate per confetture. Unite gli alchechengi, 2 cucchiai d’acqua, il succo, le scorzette e portate lentamente a ebollizione. Fate bollire a fuoco vivace, mescolando, 10 minuti. Trasferite nei vasetti, tappate, capovolgete e fate raffreddare.


febbraio 2022

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