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Blini

Gustose frittelle lievitate, spesse e soffici, hanno conquistato un posto nella cucina classica internazionale

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Molto diffusi come aperitivo nel periodo natalizio, morbidi e fragranti, i blini (o bliny) hanno una storia che affonda le radici nell’antichità. Pare che in origine fossero cucinati solo in occasione della Masleniza, festività pagana di epoca pre-cristiana che celebrava l’arrivo della primavera. I festeggiamenti duravano una settimana, durante la quale si cucinavano e consumavano solo blini, la cui forma rotonda e colore dorato volevano rappresentare simbolicamente il sole che rinasce alla fine dell’inverno.

In tutta l’Europa dell’Est, i blini vengono ancora preparati in occasione della Pasqua ortodossa, ma l’universale gradimento e la particolare versatilità ne ha fatto da tempo un cibo delle feste in genere, e in particolare una ghiottoneria tipica di tutto il periodo natalizio (il Natale ortodosso si festeggia il 7 gennaio). E così in Russia, a Natale, le famiglie aspettano che si accenda la prima stella in cielo per poi sedersi a una tavola illuminata da candele e ravvivata da allegre mele rosse. E mentre si aspetta ‘Nonno Gelo’ tutti insieme, ci si appresta a gustare i blini.

Appena cotti - possibilmente in una padella di ghisa ben calda, che una volta si usava ungere con lardo, per rendere queste frittelle ancora più saporite - i blini ancora caldi e ricchi di bollicine d’aria intrappolate in cottura, si spalmano con smetane (panna acida, diffusa in tutta l’Europa del nordest) o anche burro fuso, perché diventino ancor più morbidi e golosi.

Cuocere i blini è quasi un’arte: come per le ciambelle, il primo blin viene sempre scartato prima di trovare il ‘ritmo’ giusto. Per bilanciare la loro ricchezza di sapore, sono tradizionalmente serviti con cibi dal gusto forte e salato, in particolare caviale (ikra in russo) - nero (cioè uova di storione, più pregiato) oppure rosso (uova di salmone).

Più recentemente, si è diffusa una variante dolce del piatto: i blinchiki, letteralmente piccoli blini, che non sono lievitati e che ricordano le crêpes nello spessore meno pronunciato (ma non chiamateli mai così davanti a un russo). Vengono serviti o farciti con composti non salati: confetture, marmellate, miele o anche latte condensato. Da bere: naturalmente vodka, anche aromatizzata, e champagne.

di Francesca Tagliabue
aggiornato aprile 2023

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