Lo svezzamento è una delle prime importanti tappe nello sviluppo della persona: è il momento in cui iniziano davvero a forgiarsi i gusti e la percezione dei sapori e, naturalmente, è una fase determinante per lo sviluppo del corpo.
Indicativamente si può iniziare quando il bambino ha 6 mesi e consiste nell’introduzione graduale di cibi semi solidi e solidi.
Solitamente i genitori prendono molto sul serio questo periodo di passaggio: si consultano con il pediatra, le mamme si confrontano con altre mamme, sfogliano riviste e quasi sempre acquistano anche elettrodomestici e utensili apposta per preparare omogeneizzati e brodini. Nel mondo Occidentale si parte con frutta e pappe a base di brodo vegetale, alle quali vengono via via abbinate creme di cereali e preparazioni cremose di carne.
Rispetto a un paio di decenni fa c’è meno ansia sull’ordine di introduzione degli alimenti. Certo è che è nostra abitudine iniziare con quelli che a noi paiono sapori morbidi e rassicuranti. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute hanno redatto guide dove consigliano di partire con patate, carote, banane, pere, mele e creme di riso.
Successivamente si possono introdurre altri carboidrati come mais, porridge, akamu, tapioca, yucca e poi anche le proteine animali, facendo attenzione a non esagerare. Un ingrediente da centellinare è il sale (secondo alcuni esperti sarebbe ancora meglio non salare affatto), altri da evitare sono zucchero e miele. Nonostante le grandi campagne anti glutine, non ci sono controindicazioni a consumare i cereali che lo contengono.
E poi ci sono i cibi off limits fino ai tre anni e oltre. L’elenco, quasi scontato, indica cozze, vongole, carni e pesci crudi, bevande come tè o caffè contenenti caffeina e bevande zuccherate come tè freddo, succhi di frutta e bibite e, ovviamente, gli alcolici.
Eppure in altri Paesi del mondo le regole per lo svezzamento sono completamente diverse, l’approccio è più rilassato e spesso nella dieta dei piccoli si trovano proprio quei cibi che è nostra abitudine introdurre con estrema cautela come frutta secca, arachidi, molluschi e preparazioni speziate.
Ecco una carrellata, dove sbirciamo tra le pappe degli altri.
Cina e Giappone
In entrambi i casi si parte con il riso e il miso (un derivato della soia). Poi in breve è il momento di aggiungere il tuorlo d’uovo, verdure cotte, pesce e tofu. Al posto dei brodini vegetali in Giappone ci sono quelli a base di alghe e orzo. Qui il latte vaccino non viene consumato fino ai 12 mesi.
Europa dell’Est
La frutta è il punto di partenza; usano anche pane raffermo imbevuto nel latte e formaggi morbidi simili alla ricotta.
America latina
Al posto dei classici cereali usano tutte le varietà dei loro tuberi locali, dalla patata dolce alla tapioca. Sono diffusi anche frullati e centrifugati di frutta e pappe di riso e latte.
India
Le spezie sono parte integrante dell’alimentazione di tutti: i bambini iniziano ad abituarsi alla varietà dei sapori sin dall’allattamento e anche i condimenti più intensi vengono introdotti sin dalle prime fasi dello svezzamento.
Africa
Si inizia con polentine di miglio e mais che vengono via via insaporite con sughini di verdure e carne. A decidere quando è il momento di partire con lo svezzamento sono le mamme della comunità. Il cibo è posto in mezzo alla tavola e il bambino può servirsi direttamente con le mani, decidendo da solo cosa e quanto mangiare. All’età di un anno o poco più i bambini mangiano gli stessi piatti dei genitori.
Usanze e menu a parte, certo è che in tutto il mondo lo svezzamento può essere considerato uno dei primi riti di passaggio, l'inizio di una separazione graduale dal seno e dunque dalla mamma. E il sapore, senza farlo apposta, diventa uno strumento di vitale scoperta e di goiosa esplorazione del mondo.
Barbara Roncarolo
17 settembre 2015
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