Tra le più belle montagne al mondo, le Dolomiti regalano in Alto Adige paesaggi emozionanti e di grande armonia. Affacciati su tali panorami idilliaci e immersi nella natura si trovano ristoranti che combinano design moderno e minimal e delizie gastronomiche a base delle eccellenze del territorio.
Nel cuore delle Dolomiti altoatesine, poco prima del Passo Gardena, sorge lo Chalet Gérard, antico rifugio completamente ricostruito con vetro e materiali locali come pietra dolomite e legno.
L’anima del ristorante da più di 40 anni è Helga Mussner, i cui dolci, dallo strudel di mele alla torta di grano saraceno, oltre al risotto ai cereali e al filetto al Lagrein, sono leggendari.
Superato il grandioso Passo Gardena, si raggiunge l’Alta Badia, famosa per i suoi chef talentuosi e stellati. A 2.200 m, raggiungibile a piedi o con l’ovovia da Corvara, sorge il rifugio Piz Boè.
Il ristorante panoramico dalla sua terrazza abbraccia tutta la Val Badia, il Sassongher e il gruppo della Marmolada, una vista spettacolare che regala emozioni immense.
Ricostruito ex novo e aperto tre anni fa da Patrick Dapunt, il rifugio è di stile contemporaneo, con ambienti luminosi e di design realizzati con ardesia, pietra e legno locale.
La cucina dello chef Roman Tavella include piatti altoatesini con contaminazioni ladine: tartare di camoscio con purè di mele, risotto al carbone con formaggio erborinato, zuppa d’orzo con agnello affumicato, filetto di bue in crosta di fieno e gelato al pane di segale, specialità della casa.
Le carni provengono dalla valle Aurina, lo speck da un maso, spezie e fiori edibili dall’orticello di fronte al rifugio. A 15 minuti, l’incantevole laghetto Boé.
A 12 km da Merano e a 1.230 m di altitudine, ad Avelengo, piccola località meta di escursioni che portano alla chiesetta romanica di Santa Caterina, aggrappato alla roccia e quasi nascosto dalla vegetazione, si trova il Miramonti.
Ristrutturato di recente, il Miramonti è un Boutique hotel con un’oasi benessere attrezzata con sauna nel bosco e una piscina all’aperto d’acqua salata a 32°.
Tre i ristoranti, guidati dallo chef Massimo Geromel, che elabora prodotti del territorio, dal salmerino della vicina Val Passiria ai formaggi di malga, dalle erbe spontanee alle fragole e lamponi di Avelengo, ma anche eccellenze Slow Food, come il riso delle Abbadesse.
Una cucina leggera e montanara, ad eccezione dello “speck di tonno rosso”: ventresca lavorata e affumicata. Il fiore all’occhiello è il Panoramico Fine Dining: solo 30 posti a sedere per ammirare il panorama mozzafiato.