Se oggi abbiamo dimestichezza con le denominazioni di origine lo dobbiamo ad Archestrato di Gela, che 2.500 anni fa scriveva il Compendio del buongustaio suggerendo per ciascun cibo la migliore origine e periodo di consumo. Gela è anche l’inizio del viaggio in una Sicilia poco nota, quella centrale, ricca di giacimenti storici e gastronomici e ancora estranea al turismo di massa. Dopo una visita all’acropoli e al Bosco Littorio, l’antico emporio della città greca del VI secolo a.C., si entra nella Gela moderna ma sempre con lo sguardo rivolto verso il passato: all’impianto termale di epoca ellenistica. Un’ottima idea approfittare dello iodio mediterraneo che corre tra i viali della Villa comunale scrutando il mare con un cartoccio di polpo lesso al limone cucinato espresso dalla Pescheria Asia.
Riserve naturali siciliane
Cannocchiale alla mano, gli appassionati della natura scoprono invece il loro paradiso nella piana di Gela dove nidifica la più grande colonia d’Italia di cicogne e nella Riserva naturale Biviere, con stormi di mignattai e chiurli. Chi non è ancora soddisfatto visita la Riserva Naturale della sughereta di Niscemi, che riporta le lancette indietro nel tempo, ai primi decenni del XVII secolo, quando i monti erano ricchi di boschi, azzerati per sopperire alla necessità di legname. Esistono sentieri per tutte le età da percorrere a contatto con una natura selvaggia, tra istrici e gruccioni, prima di mettersi in posa sotto la Quercia mosaica, un esemplare di quattro secoli.
Da Butera verso Caltanissetta
Le strade verso Butera si perdono invece tra morbide colline dove si alternano colture di cereali, frutteti e vigneti. In contrada Turchiotto si incrociano quelli della famiglia Sciacchitano, che sotto il marchio Terre Sikane, si è aggiudicata diversi riconoscimenti con il Doc Sicilia Nero d’Avola Frasciano, porpora, caldo e persistente e il Doc Sicilia Grillo Turchiotto, balsamico e adatto all’invecchiamento. Con direzione Caltanissetta, vale la pena fermarsi a Riesi, nello spaccio aziendale, dove si scelgono le altre etichette di varietà siciliane e internazionali. Il visitatore è accolto a Caltanissetta dal basolato in pietra lavica di Piazza Garibaldi e di via Umberto I, che si può percorrere sino alla chiesa di Sant’Agata al Collegio, la cui facciata è l’elegante intersecarsi di cremisi, pietre bianche e d’arenaria. Poi, d’improvviso, si viene rapiti dal vocìo che si leva dalla vicina via Benintendi, più conosciuta come Strata 'a Foglia, il mercato quotidiano di alimentari. Nel pomeriggio si possono approfondire gli aspetti più dolci della gastronomia, che hanno il profumo del rollò nisseno, un pan di Spagna arrotolato e farcito di ricotta ovina e pasta reale, e del torrone, lucente e friabile come vuole la tradizione, al Torronificio Geraci. Chi ha più tempo ripercorre la storia mineraria della città al Museo Mineralogico Sebastiano Mottura, tra teche zeppe di rocce e strumenti utilizzati per cavare lo zolfo.
In viaggio verso Enna
Trenta minuti di automobile separano Caltanissetta da Enna, il capoluogo più alto d’Italia a 948 metri. I palazzi e le chiese del centro storico, di pietre squadrate color solidago, si aprono su un gomitolo di strade, sferzati in estate dallo scirocco e immersi nella nebbia d’autunno. Il panorama migliore, che si spinge sino all’Etna, si gode dalla Torre Pisana del Castello di Lombardia, eretto sull’acropoli dedicata a Cerere, la dea del grano e delle messi. A Enna il Mito è presente ovunque: c’è anche un Museo multimediale che lo celebra e da raggiungere con una passeggiata dal Castello. Fuori città, le acque che bagnano Enna sono quelle del lago circolare di Pergusa, dove la mitologia vuole che Ade rapì Persefone. Sulle sue sponde vale la pena visitare il Campo Sperimentale di Zagaria, dove CNR e Provincia di Enna hanno piantato 400 varietà di ulivi provenienti dal mondo intero. Un esempio unico di biodiversità: l’extravergine, una volta imbottigliato, è simbolo di pace e convivenza. Non è difficile udire i campanacci delle greggi verso Calascibetta, appollaiata su un colle di fronte a Enna. Il tintinnìo conduce alla fattoria di Pietro Di Venti, allevatore e produttore di Piacentinu ennese Dop, il formaggio ovino locale dal colore giallo intenso, per la presenza di zafferano, e con pois neri, il pepe intero in grani.
Spezie, aromi e architettura
Da qui serve un’altra mezz’ora per raggiungere il Parco Minerario Floristella di Valguarnera Caropepe, interessante sito di archeologia industriale dedicato all’estrazione dello zolfo, ma anche squarcio su una natura curiosa: la sorgente di acque sulfuree e le maccalube, emissioni continue di metano e acqua salata ferruginosa. Origano e zafferano si acquistano nella vicina azienda agricola Accorso. Dopo l’escursione può essere utile una pausa nella piazza del borgo con i piatti del Ristorante Repubblica 20Due. La Villa Romana del Casale a Piazza Armerina, con i suoi 3500 metri quadrati di mosaici, sosta irrinunciabile del viaggio, è dietro l’angolo. Tra scene epiche, riproduzioni fedeli di raccolta e molitura di olive, la più nota è quella della sala delle dieci giovinette, impegnate negli esercizi ginnici in bikini.
Chi si ferma più giorni a Piazza Armerina trova il momento giusto per ammirare gli affreschi della chiesa di Sant’Andrea di fine Quattrocento.
L'olio extravergine siciliano
La strada verso Mirabella Imbaccari, sulle ultime propaggini dei Monti Iblei, corre tra fiumare in secca, terre arse dal sole e masserie che spuntano tra l’ocra delle campagne e il verde profondo degli uliveti. Al Frantoio Berretta comincia negli ultimi giorni di settembre il rito agricolo della produzione di olio extravergine d’oliva. Un’ottima idea assistere alla nascita del 400, il monovarietale di Nocellara del Belice dal profumo di carciofo e pomodori verdi; o del Terra, il biologico di Biancolilla e Nocellara del Belice, che restituisce al naso aromi di mandorla e spezie. Chi è appassionato di olii, continua la degustazione nel Ristorante Ambakarih, all’interno del frantoio, e può fermarsi per la notte in una delle tre stanze dedicate a personaggi mitologici.
Il vino locale
L’indomani si può dare uno sguardo al centro di Mirabella Imbaccari, tra palazzi barocchi e vetrine che espongono merletti a tombolo. Appena il tempo di ingranare la quinta marcia e conviene fermarsi alle Tenute Gigliotto. Qui, in un monastero benedettino restaurato, la famiglia Savoca porta alla ribalta le varietà locali di uva allevate in regime biologico per ottenere vini dalla evidente cifra territoriale. Vossìa, Rosso Dop Sicilia Nero d’Avola, complesso e speziato, e San Michele, il Rosso Dop Sicilia Frappato, floreale con note di rosa che si stampano sulle labbra valgono da promessa di un viaggio in una Sicilia ancora tutta da scoprire.
ottobre 2021
di Riccardo Lagorio
foto in alto di Alessandro Staffo /SIME
Gli indirizzi
di Sale&Pepe
Produttori
Terre Sikane
Via Roma, 60
Riesi (CL)
Tel. 3273872386
destinationgusto.it
Frantori Berretta
SP 371
Mirabella Imbaccari (CT)
Tel. 0933992385
destinationgusto.it
Tenute Gigliotto
Contrada Gigliotto SS117BIS
S.Michele di Ganzara (CT)
Tel. 0933970898
destinationgusto.it
Torronificio Geraci
Via Canonico Pulci, 10
Caltanissetta
Tel. 0934581570
Azienda Casearia Di Venti
Contrada Tesauro
Calascibetta (EN)
Tel. 3889438932
Amaro Barocho
Via Luigi RUsso, 46
Caltanissetta
Tel. 0934554432
Azienda Agricola Accorso
Via Risorgimento, 7
Valguarnera Caropepe (EN)
Tel. 3338963933
Azienda Agricola Paolo D'Angelo
Contrada Consorto
S. Michele di Ganzaria (CT)
Tel. 0933970693
Ristoranti
Pescheria Asia
Corso Salvatore Aldisio, 238
Gela (CL)
Tel. 09331960910
Repubblica 20due
Piazza della Repubblica, 22
Valguarnera Caropepe (EN)
Tel. 0935958590
Ristorante Ambakarih
SP 371
Mirabella Imbaccari (CT)
Tel. 0933992385
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