Sono piene di zuccheri e di calorie, e pesanti da digerire. Ma quando mai?
Diciamocelo: le pere le diamo un po’ per scontate. Sarà che siamo abituati a vederle da sempre (del resto ne siamo il maggior produttore in Europa e uno dei principali al mondo), sarà che le troviamo in vendita per molti mesi (dall’estate sino in inverno), fatto sta che ci sembrano meno attraenti e sorprendenti rispetto alle nuove mele o ai frutti esotici. E poi c’è il discorso nutrizionale: le consideriamo piene di zuccheri, ipercaloriche e magari un po’ indigeste. Tutte fake news. È arrivato il momento di fare chiarezza e ridare a questi frutti il valore che meritano. Che sia (finalmente) arrivato il tempo delle pere?
Il gusto dolce delle pere si deve al loro contenuto di zuccheri semplici (circa il 10%). Un valore che ne fa un frutto mediamente zuccherino ma con un grande vantaggio: siccome l’80% dei loro zuccheri è costituito da fruttosio, le pere non provocano picchi della glicemia. Per questo motivo, e per il basso apporto energetico (100 calorie a frutto) sono perfette anche per soddisfare la voglia di dolce quando si è dieta. Oltre che crude, basta cuocerle al forno aggiungendo una spolverata di cannella, zenzero e cacao amaro.
Le pere sono considerate il frutto lassativo per eccellenza. In effetti hanno un alto contenuto di fibre, che aiutano la regolarità intestinale, un problema per il 50% degli italiani. Basta un solo frutto per coprire il 23% del fabbisogno di fibre. L’importante è mangiarla senza pelarla visto che questi composti benefici sono concentrati nella buccia. Oltre che essere tante, le fibre delle pere hanno un’altra importante caratteristica: sono delicate e ben digeribili anche da chi soffre di colon irritabile.
Mangiandosi una pera si assumono zuccheri semplici ma anche diversi minerali e vitamine, soprattutto potassio e vitamina B9. Grazie a questo mix, le pere sono preziose quando si avverte una stanchezza fisica o mentale, aiutano ad aumentare le difese immunitarie e a regolare l'equilibrio acido-basico dell'organismo. Anche per questo sono ideali dopo lo sport o durante una convalescenza. Oltretutto sono facili da digerire e, quindi, sono anche un perfetto spuntino spezzafame, che sazia senza appesantire. E che apporta tanti polifenoli, preziosi antiossidanti concentrati nella buccia. Ecco perché è meglio consumare la pera con la buccia, dopo averla ben lavata.
Non solo dolci: le pere sono facili da abbinare anche con ingredienti salati. Si possono aggiungere alle insalate con frutta secca, ai crostacei (gamberi in particolare), nella pasta con broccoli e acciughe e nei risotti ai formaggi, nelle quiches (deliziose con la pancetta) o come contorno alla carne di maiale. Accompagnate ai legumi, aiutano ad assorbirne il ferro, altrimenti poco disponibile.
In Italia la stagione delle pere è lunga: comincia già in estate e prosegue fino in primavera. Durante questi mesi si susseguono varietà differenti, diverse anche nel gusto e negli utilizzi consigliati. Tra le varietà più note ci sono l’Abate, succosa e croccante, e la Conference, soda e acidula, le migliori da abbinare ai formaggi (soprattutto di pecora o capra) e da usare nelle insalate. Poi ci sono la William e la Kaiser, più dolci e profumate, e più adatte per la cottura e per la pasticceria, ma anche per cocktail e macedonie. La Max Red si caratterizza per il suo tipico aroma di moscato, mentre la Decana per la polpa fine e aromatica, che la rende deliziosa nei risotti. Una delizia è la Madernassa, croccante e dal sapore lievemente tannico, si consuma soprattutto cotta al vino e trasformata in confetture e mostarde.
Manuela Soressi
aggiornato maggio 2025