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ViniConoscere il vinoI metodi di allevamento della vite

I metodi di allevamento della vite

La scelta di un sistema d’allevamento rispetto a un altro è fondamentale. Da questa, infatti, dipenderanno la qualità e la quantità del vino che si vorrà ottenere

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Dici vigneto e immediatamente pensi a una vasta area organizzata in filari. Una romantica e rilassante distesa verde fatta di foglie palmate da cui spuntano grappoli rubicondi. In realtà, l’immagine, per quanto diffusa, è decisamente approssimativa. A seconda del metodo di allevamento della vite, ci sono vigneti e vigneti. La materia non è affatto semplice, tuttavia non è necessario essere laureati in Agraria per imparare a fare qualche distinguo.
Anzitutto, è bene ricordare che la scelta di un sistema d’allevamento rispetto a un altro è fondamentale. Da questa, infatti, dipenderanno la qualità e la quantità del vino che si vorrà ottenere. Non solo: indietro non si torna perché il metodo scelto connoterà la vigna per sempre, sarà il suo paradigma. 
Sale&Pepe riassume qui le principali tipologie di allevamento della vite

ALBERELLO: tra le più antiche forme di allevamento, è utilizzata soprattutto in zone siccitose, dove gli appezzamenti sono irregolari e particolarmente stretti. Implica pertanto grande manodopera, poiché i processi di meccanizzazione sono molto difficoltosi e costosi. Non prevede sostegni ed è a potatura corta. Una curiosità: la vite ad alberello di Pantelleria, tempio del Passito, è Patrimonio dell’Umanità per l’Unesco.

CORDONE SPERONATO: si tratta di una delle forme di allevamento tra le più utilizzate in assoluto. È costituita da un fusto che va dai 60 ai 100 centimetri che si prolunga orizzontalmente in un cordone permanente di lunghezza variabile.

ALBERATA: è un sistema di allevamento sostanzialmente identico al Cordone Speronato. Ciò che cambia è l’altezza del fusto che va dai 160 ai 180 centimetri.

GUYOT: questa forma di allevamento prende il nome da Jules Guyot, viticoltore francese che la inventò nel XIX secolo. Molto diffusa, di divide a sua volta in due metodi: può essere semplice e doppia, a potatura mista. Si caratterizza per avere un’altezza variabile, dai 30 ai 100 centimetri e prevede la meccanizzazione.

PERGOLA: qui la struttura di sostegno della vite è posta trasversalmente tra i filari. È una forma di allevamento piuttosto costosa poiché il produttore deve preventivare le spese di palificazione. Richiede oltretutto molta manodopera. Tra i vantaggi c’è sicuramente la una buona aerazione dei grappoli che a sua volta comporta un minore rischio di insorgenza di malattie crittogamiche causate dai funghi come la peronospora.

SYLVOZ: si tratta di una forma di allevamento di origine francese. È costituita da un fusto verticale alto un metro e mezzo, massimo 2, che si prolunga in un cordone orizzontale. Da questo cordone prendono origine più capi a frutto potati lunghi e curvati verso il basso.

TENDONE: in questa forma di allevamento della vite, la struttura di sostegno è posta sia lungo il filare sia trasversalmente e manca il cordone permanente. I capi a frutto si sviluppano orizzontalmente.

Chiara Risolo,
maggio 2023

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