Rossi, bianchi, rosati e spumanti possono battere birra e cola nell'incontro con il simbolo gastronomico italiano. In un saldo abbraccio che unisce farciture gourmet e nettari beverini adatti alla bella stagione
Chi l’ha detto che con la pizza si beve solo birra? Se da un lato l’immaginario collettivo continua a raccontare il binomio pizza-birra come indissolubile, dall’altro sempre più appassionati e gourmet stanno riscoprendo un abbinamento sorprendente, elegante e – soprattutto – molto italiano: quello tra pizza e vino. Dalla Margherita alle versioni più creative e ricercate, ogni pizza racchiude un mondo di sapori che può trovare nel calice il suo compagno ideale. Basta saper leggere gli ingredienti, le consistenze, le aromaticità. E il gioco è fatto: la bollicina giusta o un bianco ben scelto possono elevare anche la più semplice delle pizze a esperienza gastronomica. Dai pairing più classici, fino a quelli inaspettati e persino audaci, con un’attenzione in più anche per chi preferisce pizze gourmet, fritte o con ingredienti d’eccellenza, il vino saprà sempre dire la sua.Va anche considerato un aspetto nutrizionale: il vino, a differenza della birra, è una bevanda vera e propria, priva di carboidrati significativi. Secondo i dati del CREA (Centro di ricerca Alimenti e la Nutrizione), una birra chiara contiene dai 2 ai 5 g di carboidrati ogni 100 g, mentre nel vino queste sostanze si trovano solo in tracce, in quantità del tutto trascurabili. Un motivo in più per scegliere il vino e sperimentare accostamenti inediti e spesso sorprendenti.
Partiamo dalla più iconica: la Margherita – creata, secondo la leggenda, per celebrare la Regina d’Italia riproducendo i colori della bandiera nazionale – nella sua interpretazione più classica, con salsa di pomodoro o pomodori pelati e fiordilatte. La pizza, così come la pasta, il pane o il riso, è costituita da carboidrati, ovvero zuccheri polisaccaridi, che per loro natura apporteranno sempre un certo grado di “morbidezza”; al tempo stesso l’acidità del pomodoro sarà smorzata in parte dalla cottura e in parte dalla pizza stessa, mentre la mozzarella apporterà una certa grassezza e il basilico nuance aromatiche. Qui l’ideale è un vino spumante, con acidità e vivacità delle bollicine a contrastare bene le morbidezze del piatto. Ottimi abbinamenti sono il Trento Doc, l’Asprinio di Aversa o un Prosecco Brut o Extra Dry. Se si utilizza mozzarella di bufala, più ricca e persistente, si può optare per un Oltrepò Pavese Metodo Classico o un Trento Doc Riserva, di maggiore persistenza gusto-olfattiva; se invece scegliessimo di aggiungere delle acciughe potremmo abbandonare le bollicine per un vino bianco o rosato che non ecceda in sapidità e apporti freschezza, come ad esempio una Coda di Volpe irpina, una Falanghina del Sannio o un Pigato della Riviera Ligure di Ponente. Per gli amanti della pizza ai quattro formaggi, a bilanciare grassezza e morbidezza tornano protagoniste le bollicine: un Franciacorta, anche Riserva, on un Alta Langa Metodo classico puliranno il palato e bilanceranno la ricchezza del piatto.
Nel caso della pizza salsiccia e friarielli, dovremmo prestare attenzione alla componente ammaricante portata dalle verdure; la scelta in questo caso ricadrà su vini strutturati come un Soave Superiore, un Greco di Tufo, un Lambrusco Grasparossa o un Pinot Nero altoatesino. Per finire, un Montepulciano d’Abruzzo ben accompagna la piccantezza della Diavola mentre un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze Docg sarà il partner ideale per una pizza variegata e ricca come la Capricciosa.
Il nuovo modo di concepire la pizza ha trasformato questo piatto della tradizione, fatto di ingredienti semplici e poco elaborati, in un protagonista anche del mondo dell’alta cucina. Con varianti gourmet che abbinano a preparazioni e ingredienti anche molto ricercati come tartufo, crudi di mare o caviale. Anche in questo caso, dovremo sempre valutare le sensazioni prevalenti nel piatto e cercare nel vino il giusto alleato. Ad esempio, una spolverata di tartufo aggiungerà aromaticità indirizzandoci, quindi, verso un vino dall’altrettanta profondità olfattiva. Qualora si tratti di una semplice pizza con mozzarella e tartufo potremmo provare un Chardonnay passato in barrique o una Vernaccia di San Gimignano Riserva; se invece accanto al tartufo avessimo anche dei funghi potremmo scegliere un Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore. Se poi aggiungessimo della salsiccia potremmo virare verso un Syrah.
Se avete scelto una pizza con guanciale, zucchine e burrata potreste optare per un Nero Buono metodo Classico o un Etna spumante, entrambi anche in versione rosé. Quando, invece, gli ingredienti delle pizze si pongono al pari di sopraffini piatti stellati (anche in termini di costi) includendo elementi di lusso come carne di Kobe, aragosta, caviale Beluga o foglie d’oro, l’abbinamento non potrà che essere altrettanto eccellente. Un calice di Champagne sarà il compagno ideale per celebrare la raffinatezza dell’esperienza. E con la pizza fritta? Dipenderà sempre dal suo ripieno, ma di base una buona bollicina – che sia metodo classico o charmat – aiuta a bilanciare untuosità e consistenza della frittura.
Letizia Porcini,
giugno 2025
Letizia Porcini è Esperta Assaggiatrice ONAV, Wine Educator e redattrice per guide e riviste di settore
Letizia Porcini è Esperta Assaggiatrice ONAV, Wine Educator e redattrice per guide e riviste di settore