Sorrento, meta amata da italiani e stranieri
Gli stranieri la adorano, d’estate come in inverno; per gli italiani è tra le mete più ambite di casa. Città viva e pulsante, set a cielo aperto che conquista i viaggiatori 365 giorni l’anno, Sorrento si colloca tra le destinazioni più visitate dai turisti internazionali. Sulla scia dei taccuini del Grand Tour e l’eco delle melodie di Lucio Dalla, il suo mito ammalia con una vivacità tutta partenopea grazie a indirizzi d’arte, eleganti alberghi e colorati ristorantini.
La città
Del resto Sorrento vanta un centro storico tutto da godere, specie ora che l’estate sta arrivando, fra portali, palazzi, chiese e un dedalo di vicoli fitti di botteghe. Piazza Tasso, intitolata al poeta che qui ebbe i natali, è il cuore della vita sorrentina. Via Pietà, sempre in penombra, è la più caratteristica per scoprire l’antica architettura urbana con il rapido avvicendarsi degli intarsi di gusto bizantino in tufo giallo e grigio che distinguono la facciata di Palazzo Veniero, delle bifore d’influenza catalana di Palazzo Correale e della vicina loggia che risente della presenza a metà Seicento di artisti toscani. Sul passeggio di Corso Italia vale la pena entrare a Villa Fiorentino, contenitore in stile neoclassico di eventi destinati all’intrattenimento e galleria d’arte (fino al 22 maggio la collettiva Il mare chiama chi ama il mare con opere, tra gli altri, di Antonio Schisano e Mariagrazia Manfredi mentre si ha tempo sino a dicembre per apprezzare la personale del fotografo Raffaele Celentano). Se l’arte non è in cima alle priorità, la villa è comunque circondata da palmeti, aiuole e agrumeti dove concedersi una passeggiata nel verde. Tradizione e verve contemporanea si respirano in ogni angolo di Sorrento.
Le botteghe della tradizione
Tradizione e verve contemporanea si respirano in ogni angolo di Sorrento. Ci sono le botteghe degli artigiani della tarsia lignea che rivive in numerosi atelier. Tra le novità si trova anche la bottega di Marcello Aversa (nella foto sotto), ceramista specializzato in arte sacra. “Mi sento di avere ricevuto un dono quando ho scoperto che con la creta cavata a Maiano potevo realizzare scene popolari e tradizioni della nostra terra”, spiega. Creta lavorata in modo originale e prezioso che dà vita a statuette e paesaggi dotati di prodigiosi dettagli. Se si ha tempo, nel reticolo di vicoli va cercato il Sedile Dominova, dove l’aristocrazia si ritrovava per amministrare la vita pubblica sino a inizio Ottocento.
Imperdibili tappe gastronomiche: la pizza
Per la pausa pranzo i sorrentini doc amano la pizza di Antonino Esposito (nella foto sotto), dai bordi alti, soffice, di voluttuoso morso. Bisogna scendere a Marina Piccola per incontrare questo guru dell’impasto dal grande carisma e dall’infinita creatività. “Mi considero un pizzaiolo un po’ matto, estroso e con tanta passione”, dice di sé. Le sue cento sfumature di pizza, dalla Frusta Sorrentina (impasto di pizza dalla forma di bastone pizzicato al centro e alle estremità) alla Pizza Fritta (la pasta viene prima fritta e poi infornata per 120 secondi) fanno già parte della storia della gastronomia.
Gli agrumeti
Fra le meraviglie paesaggistiche di Sorrento, una tappa d’obbligo sono i pergolati in castagno, dove crescono rigogliosi gli agrumeti. Per questo bisogna raggiungere I Giardini di Cataldo. L’album dei ricordi è indissolubile da quello della famiglia Esposito che, a partire dall’Ottocento, li ha resi un tesoro en plein air dal valore storico e gastronomico inestimabile, prendendosi cura con amore, rispetto e dedizione del cosiddetto fondo Petrulo. “Da trent’anni non vengono effettuati trattamenti con sostanze chimiche sui 550 alberi di limoni e arance”, precisa Salvatore Esposito. Tanto che gli agrumi, sbucciati a mano per preservare l’aroma ed evitare le note amare dell’albedo, vengono subito avviati alla lavorazione in alcol per ottenere limoncello e liquori al mandarino, ovvero gelati, granite e marmellate. Chi dispone di automobile può visitare lo spaccio della Cooperativa Solagri, che ha sottoscritto con il Comune di Sorrento un accordo per la trasformazione delle arance dei giardini pubblici in gustose marmellate.
Tra fascino e storia
Se invece si vuole continuare a vivere l’emozione della storia, il mito delle sirene e della Belle Époque sorrentina, l’indirizzo giusto per un aperitivo in vista del Vesuvio è il bar Colonna dell’Hotel Lorelei Londres (nella mitologia germanica Lorelei è l’ondina che abitava il fiume Reno), cinque stelle con terrazza a precipizio sul mare e belvedere magnifico, dove si nasconde anche una piccola area relax. All’interno dell’hotel il ristorante capitanato da Ciro Sicignano è una coccola per il palato tra prodotti di stagione e strettamente locali. In barba alla giovane età, il cuoco ha scalato le classifiche dei migliori cucinieri d’Italia e ha fatto della semplicità e del territorio i diktat che regnano ai fornelli. A suo sostegno l’idea secondo la quale “le contaminazioni non fanno per me: alla salsa di soia preferisco una spruzzata di Limone di Sorrento Igp”. La notte si passa all’Hotel Imperial Tramontano. Nella hall si respira il fascino della dimora privata dove arredi e opere d’arte convivono con grande gusto. In una delle sue ali vide la luce Torquato Tasso e vi hanno alloggiato come ospiti Goethe, Byron, Ibsen e teste coronate come la zarina Maria Alexandrovna, Vittorio Emanuele II, la regina Guglielmina d’Olanda per citarne solo alcune. Le stanze migliori sono affacciate sul blu del cielo e del mare e la solare sala delle colazioni è con vista sul borgo colorato dei pescatori di Marina Grande. Lo si raggiunge l’indomani, dopo uno sguardo al Chiostro di San Francesco. Indimenticato scenario di Pane, amore e… con protagonista la smargiassa Sophia Loren, venerata come una santa dopo aver girato con Vittorio De Sica il film diretto da Dino Risi. Il silenzio e gli abitanti del villaggio, pescatori e osti, danno l’impressione che nulla sia cambiato dal tempo della pellicola del 1955. È rimasta come quando venne fondata nel 1947 anche la Trattoria Da Emilia, dove la possanza di Irene Cacace è il rassicurante biglietto da visita per piatti saporiti e genuini. Qui ci si ferma, les pieds dans l’eau, anche fuori orario per un memorabile assaggio di fritto di paranza o una strepitosa grigliata di pesce.
Tappe obbligatorie
Dopo la pausa servirà praticare un po’ di sport. Sorrento è un paradiso anche per questo: si possono fare brevi escursioni o più impegnative, come verso la pineta delle Tore, spiegata a 526 metri sulla collina e che di per sé vale il viaggio per le vedute panoramiche senza fine sui golfi di Napoli e Sorrento. Chi ha buone gambe si spinge sino ai Monti Lattari, così chiamati nell’Antica Roma per i loro pascoli fecondi di latte. Oppure ci si può concedere un’insolita immersione nei Bagni della Regina Giovanna, raggiungibili in kayak dalla Marina Grande (kayaksorrento.com). Sovrastato dagli incredibili resti archeologici di una villa romana, lo specchio d’acqua è circondato dalle rocce e comunica con il mare attraverso un arco naturale. Prima di lasciare Sorrento, i gourmand apprezzeranno lo spaccio del caseificio Annamaria Apreda. La figlia Rosanna Coppola mette in esposizione i formaggi prodotti nel retrobottega come il provolone affinato nel fieno e il caciocavallo che nasconde nel cuore un agrume oltre a ricercate etichette di vino della Costiera, l’olio cilentano Dop e le paste di Gragnano Igp. E, appena partiti, c’è già voglia di tornare.
di Riccardo Lagorio,
foto di Felice Scoccimarro
Maggio 2022
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