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Frutti esotici ma italianissimi

Avocado e mango, quinoa e goji, zenzero e stevia sono tra i cibi must di oggi. E da qualche tempo si coltivano anche in Italia. Insieme ad altri superfood e frutta esotica di cui sentiremo presto parlare, come l’aronia

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Colori vivaci, forme curiose e fascino dei frutti esotici: i frutti che vengono da altri continenti sono sempre più amati dagli italiani, tanto che oggi li si trova normalmente anche sui banchi del mercato e nel reparto ortofrutta dei supermarket. Così come accade per altri superfood vegetali, come la quinoa e la stevia.


Gli imprenditori rinnovano le loro coltivazioni, e soprattutto nell’Italia meridionale sono arrivati anche i frutti esotici
A sorpresa, mango, papaya, goji & company si sono fatti strada anche nelle campagne italiane. Merito di alcuni imprenditori (soprattutto giovani) che hanno colto di sfida di rinnovare le loro coltivazioni con i prodotti agricoli più trendy, quelli che oggi tutti vogliono nel piatto. Le iniziative sono tante e sono concentrate soprattutto nell’Italia meridionale, dove il clima è più adatto ai prodotti esotici. E così (presto) non ci stupiremo più di acquistare lo zenzero di Puglia, le banane di Sicilia, il goji di Calabria.


Qualità eccellente e arrivo sugli scaffali in breve tempo: ecco i frutti e i vegetali esotici “made in Italy” 
I frutti e i vegetali esotici “made in Italy” risultano di qualità eccellente e, per molti aspetti, persino migliori di quelli che arrivano dalle regioni più vocate. Con un ulteriore plus: arrivano sugli scaffali in breve tempo contro i lunghi viaggi in nave (o via aerea) dei veri esotici. Così nelle campagne italiane si incominciano a vedere impianti di frutti tropicali ed esotici. E chissà che non si ripeta quanto è accaduto con il kiwi: introdotto nel nostro paese una quarantina di anni fa, questo frutto originario della Cina si è trovato così bene da noi da fare dell’Italia il primo produttore mondiale di kiwi. Succederà così anche per mango, avocado, goji e stevia?


L'avocado ora si coltiva nella zona ionica della Sicilia, nel sud della Calabria e nel Lazio meridionale
L’avocado che si compra in Italia proviene perlopiù dall’estero, in particolare da Messico, Senegal, Sudafrica, Guatemala e Antille, paesi dove controllare e garantire la filiera produttiva è complicato sia sul piano del rispetto dell’ambiente che su quello del rispetto dei lavoratori. In Italia l’avocado si coltiva in particolare nella zona ionica della Sicilia e nel sud della Calabria, ma anche nel Lazio meridionale.


Il vantaggio? Arriva fresco in 48 ore, in Sicilia poi è biologico e "solidale", perché coltivato sulle terre liberate dalla mafia
Il grande vantaggio dell’avocado italiano è la freschezza: infatti nel giro di 48 ore passa dal frutteto ai negozi contro i 40-50 giorni di trasporto su nave, in celle frigorifere, degli avocado che arrivano dai paesi esotici. In Sicilia dove sono più di cento gli ettari dedicati a questo frutto, si produce anche l’avocado biologico che ha il valore aggiunto di essere “solidale” perché proviene da cooperative sociali e da iniziative produttive realizzate sulle terre liberate dalla mafia, e viene lavorato nel rispetto dei criteri di solidarietà, cooperazione e inclusione sociale


L'avocado è uno degli alimenti più completi che esistano, in quanto contiene un mix unico di grassi vitamine, fibre e minerali
Protagonista indiscusso delle “budda bowls che stanno spopolando in tutto il mondo e amatissimo dalle star di Hollywood grazie al suo potere antiage, l’avocado è uno degli alimenti più completi (ed energetici) che la natura ci offre, poiché è caratterizzato da un mix unico di grassi vitamine, fibre e minerali, ha un basso contenuto di zuccheri e un alto tenore di lipidi (circa il 23%) soprattutto “buoni” (come Omega 3, Omega 6 e Omega 9).


Il mango ora arriva dalla Sicilia, ed è talmente apprezzato all’estero, da finire in maggior parte nel Nord Europa
Affrontano lunghi viaggi via mare o via aria, i manghi per arrivare dal Sudamerica sino nei nostri mercati, spesso quando sono ancora tendenzialmente acerbi, duri e “pallidi”. Invece quelli coltivati da una ventina di anni in Sicilia sono succosiprofumatidolci e molto belli. E sono così apprezzati all’estero da finire in maggior parte nel Nord Europa e da essere ben pagati. Una bella soddisfazione per gli agricoltori che li hanno introdotti nelle campagne tra Messina e l'Etna, per riconvertire terreni dedicati a prodotti poco redditizi, anche per effetto del cambiamento climatico


Perché sceglierlo? Ha un alto contenuto di beta-carotene, di vitamine del gruppo B e di vitamine C ed E
Il mango, profumato e dolce, acidulo e con un sottofondo di pepe, è apprezzato anche per le sue proprietà nutrizionali, come l’alto contenuto di beta-carotene, di vitamine del gruppo B e di vitamine C ed E, dall’effetto antiossidante.


Il goji si trova dal nord al sud, dalla Calabria passando per l’Emila Romagna fino al Veneto
Il goji è una pianta originaria dell’Asia ed è considerato tipico della Cina, ma anche l’Italia si sta dimostrando vocata alla sua produzione. Coltivazioni di questi piccoli frutti si trovano dal nord al sud, dalla Calabria passando per l’Emila Romagna fino al Veneto, e sono state introdotte sull’onda del successo delle bacche di goji essiccate importate dall’oriente. Ma acquistando quello italiano lo si può consumare anche fresco


Le bacche di goji fresche consumate col picciolo hanno proprietà nutraceutiche, antinfiammatorie e antiossidanti
Se da essiccate le bacche di goji ricordano dattero, uva passa, pinoli e liquirizia, da fresche le bacche di goji iniziano con un sentore di ciliegia e mora, per continuare con sentori di mango e papaya e per finire con un leggero mandorlato-amarostico. Se consumate col picciolo (ricco di preziosi antiossidanti) regalano un originale e delicato senso di piccante sul finale. I frutti rossi del goji sono conosciuti e apprezzati fin dall’antichità per le loro proprietà nutraceutiche, antinfiammatorie e antiossidanti e una vera “bomba” di polifenoli, vitamine, oligoelementi e acido ellagico.


La quinoa dalle Ande è approdata nelle Marche, nel piacentino e in Irpinia, grazie anche al progetto “Quinoa Felix”
Originaria delle Ande, è una pianta erbacea che viene considerata uno “pseudocereale” perché produce frutti piccolissimi e sferici, ricchi di amido e di proteine dalla cui macinazione si ottiene una farina panificabile. In italia le prime coltivazioni sono state introdotte nelle Marche a partire dal 2103. Più di recente sono arrivate anche nel piacentino e in Irpinia, grazie anche al progetto “Quinoa Felix”, sostenuto tra gli altri dall’istituto Scienze dell’Alimentazione del Cnr di Avellino, che vuole introdurre la coltivazione della quinoa in Europa


La quinoa sembra un cereale, ma è una pianta erbacea: priva di glutine, è  un concentrato di proteine vegetali e di minerali
Il grande vantaggio della quinoa è che sembra a tutti gli effetti un cereale, perché i suoi piccolissimi e sferici chicchi sono ricchi di amido e di proteine, e dalla loro macinazione si ottiene una farina panificabile. Ma in realtà è una pianta erbacea, e quindi è naturalmente priva di glutine. Adatta, dunque, anche ai celiaci, la quinoa è un concentrato di proteine vegetali di buona qualità e di minerali, come il latte, ma è povera di grassi.


La stevia, l'amatissimo dolcificante naturale, si ambienta bene nel sud dell’Italia e diverrà “made in Siciliy”
È il dolcificante naturale più amato degli ultimi decenni: da questa pianta aromatica, originaria del Sud America, si estrae un edulcorante naturale che fornisce un sapore dolce a calorie zero. Questa piantina sembra che nel sud dell’Italia si possa ambientare bene, tanto che un gruppo di imprese siciliane ha deciso di investire nella sua coltivazione e ha chiuso un accordo con Stevia Natura, la compagnia francese proprietaria dell’unico impianto di estrazione in Europa, che comprerà tutta la produzione di stevia “made in Siciliy”.


Le bacche di aronia hanno incominciato ad essere prodotte in Puglia e commercializzate fresche
Detta anche chokeberry, l’aronia è una pianta nativa del Nord America che viene tradizionalmente coltivata in alcuni paesi dell’Europa dell’Est, soprattutto in Polonia e in Russia. Dall’anno scorso queste bacche, grandi quanto un pisello e dal sapore astringente, hanno incominciato ad essere prodotte in Puglia e commercializzate fresche in vaschetta, come i frutti di bosco.


Il sapore è più dolce e il tasso zuccherino maggiore, a fronte di un alto contenuto di composti polifenolici e di vitamina K
Il loro plus è che hanno un sapore più dolce e gradevole grazie al clima soleggiato della Puglia, che ne aumenta il tasso zuccherino. Le bacche di aronia hanno un alto contenuto di composti polifenolici, come le antiocianidine, dall’azione antiossidante, e sono una buona fonte di vitamina K.



Manuela Soressi
maggio 2018


Aggiornato da Marianna Tognini
febbraio 2019

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