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Sciacca

L'artigianato del corallo e della ceramica, il mare e la pesca, una cucina insolita e attraente fanno di questa città agrigentina un museo dei 5 sensi dove compiere un viaggio ricco di esperienze

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Rosa come il suo corallo, come le sue mura al tramonto, come le decorazioni delle sue ceramiche. Se si dovesse attribuire un colore a Sciacca sarebbe il rosa. E anche se da molti questa cittadina siciliana in provincia di Agrigento è conosciuta per le terme o come set delle storie di Camilleri, oggi il suo centro storico è stato trasformato in una pinacoteca a cielo aperto, ovvero nel Museo diffuso dei Cinque Sensi, dove tanti artigiani ma anche i ragazzi che gestiscono i pub o i fornai consigliano ai visitatori i modi migliori per scoprire la città.

Scenografie forti
Si parte da Piazza Scandaliato, delimitata dalla quinta scenografica del Collegio dei Gesuiti e perfetto punto di osservazione di tramonti rosso fuoco. Poi ci si perde tra vicoli e slarghi sui quali fiorisce un'insolita combinazione di stili: il gotico rincorre il rinascimentale e si sposa col barocco nella chiesa sconsacrata di Santa Margherita, impreziosita da un portale di marmo disegnato da Francesco Laurana mentre nella Chiesa Madre, dedicata alla Madonna del Soccorso, l'eclettismo architettonico si è divertito a mescolare i secoli e gli stili, dalle absidi normanne alle statue rinascimentali uscite dalla bottega dei Gagini, dagli stucchi barocchi agli affreschi ottocenteschi. Dalla Chiesa Madre si stacca corso Vittorio Emanuele circondato da antichi edifici dalle scenografie forti. Tra questi il Palazzo Steripinto, in cui si fondono elementi siculo-catalani e rinascimentali, come l'elegante portale, le bifore che si rincorrono al piano nobile e la rete di bugne a punta di diamante che al variare della luce del giorno creano suggestivi giochi d'ombra.

Le botteghe dei mastri corallari
In città, poi, ci si imbatte nelle botteghe dei mastri corallari, un po' artigiani, un po' artisti che lavorano i preziosi ramoscelli calcarei. Probabilmente si tratta del patrimonio più particolare della città: il corallo saccense è il risultato di fenomeni vulcanici ed è un corallo fossile, cioè non strappato dai banchi come succede per altri coralli nel mondo e con un colore unico (le sue sfumature vanno dal rosa chiaro all'arancio intenso). Una deviazione extra moenia al Castello Incantato consente di scoprire un museo-giardino dove si trovano migliaia di teste scolpite e scalpellate nella roccia o sui tronchi di mandorli e ulivi da un personaggio conosciuto come Filippu di li testi (all'anagrafe Filippo Bentivegna), artista eclettico e solitario, considerato uno dei migliori rappresentanti della cosiddetta Art Brut.

Il mare e le sue spiagge
Sciacca, però, è anche mare e le sue spiagge, appena fuori dal centro abitato, meritano una visita. C'è quella di Sovareto, per esempio, un arenile di sabbia finissima che si raggiunge attraversando cespugli profumati di macchia mediterranea. Ma quella di Capo San Marco non è da meno: inserita in una Riserva Naturale è una punta di territorio selvaggio con calette spettacolari incastonate tra le rocce.

La tradizione culinaria
Come accade nelle località marinare, anche per Sciacca la tradizione peschereccia è radicata nella sua storia e il pesce è sempre stato uno dei protagonisti delle tavole locali. Le acciughe sono proposte sotto sale o sott'olio e le sarde interpretano piatti culto della gastronomia saccense, come la pasta con le sarde e le sarde a chiappa (preparate con pangrattato, pecorino e limone) ma il mare dona anche gamberi dalla delicata colorazione rosa. La cucina di Sciacca è pure una cucina di terra: sua interprete principale è la tabisca (la pizza saccense) che rivela, nei suoi ingredienti, un rustico Dna contadino: farina di grani antichi, extravergine locale, pomodoro e verdure di stagione (alcune varianti prevedono l'aggiunta di sarde o filetti di acciuga). Ma forse è nei dolci che la gastronomia cittadina dà il meglio di sé. Direttamente dalle badie e dai conventi arriva l'ova murina, una specie di crêpe dalla forma cilindrica simile a un cannolo, ma con una delicata farcia a base di crema di latte al posto della ricotta. Più popolani, invece, i cucchiteddi, biscotti di pasta di mandorla farciti con la zuccata, confettura di zucchina siciliana. Sarde, acciughe e dolcetti sono anche protagonisti di una serie di esperienze proposte dal Museo dei Cinque Sensi, durante le quali si impara a salare e a sfilettare il pesce, oppure a preparare i frutti di Martorana o l'ova murina. Per conoscere la parte più autentica di Sciacca ed essere protagonisti di un viaggio fatto di emozioni ed empatia.

Enrico Saravalle
maggio 2023

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