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News ed EventiNewsEhi nonno, ma cosa mangi?

Ehi nonno, ma cosa mangi?

Gli errori alimentari degli anziani sono stati messi sotto la lente di ingrandimento. Ecco i risultati

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Anziani e alimentazione: il rapporto tra la popolazione d'età matura e la tavola desta grande preoccupazione tanto da essere stato oggetto di ben due recenti appuntamenti: il convegno internazionale "Dietary needs of healthy and frail older people", organizzato all'Università di Milano Bicocca e promosso dal Comitato scientifico "Le Università per Expo 2015" e la presentazione di uno studio condotto dall'Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, avvenuta in occasione della Giornata per la ricerca 2015.

L'importanza dell'argomento assume grande rilievo anche alla luce di un invecchiamento della popolazione mondiale che non conosce arresti: gli over 65 sono oggi stimati in circa 600 milioni di persone su un totale di 7,3 miliardi, ma nei prossimi 40 anni aumenteranno di oltre un miliardo (il totale dovrebbe salire a 10 miliardi), mentre gli ultraottantenni saranno con ogni probabilità 465 milioni. A livello nazionale, secondo i dati Istat, oggi un italiano su 5 è ultrasessantenne (19,5%) ma nel 2050 la proporzione salirà al 34%. Inoltre se negli anni Cinquanta solo il 10% dei nuovi nati erano destinati a raggiungere la vecchiaia, le proiezioni indicano che nel 2050 questa fortunata sorte toccherà ad oltre il 60% degli individui.

Lo studio romano, che ha coinvolto circa 200 soggetti con età media di 74 anni, ha acceso i riflettori sulla scarsa sicurezza alimentare e, in particolare, sui rischi connessi a infezioni e intossicazioni in cui troppo spesso incorrono i cittadini avanti con gli anni.

È bene dire che negli anziani questo genere di pericolo appare particolarmente elevato non solo per via di veri e propri errori dettati da abitudini sbagliate e poca conoscenza delle preparazioni, ma a causa dell'indebolimento fisiologico delle difese immunitarie, delle patologie croniche concomitanti e di un generale stato di malnutrizione.

Il risultato è che, purtroppo, nei casi di ricovero per gastroenterite, il rischio di morte corso dagli anziani è 33 volte superiore a quello degli under 50.

Ma quali sono gli errori più frequenti commessi dai nonni in cucina?

Secondo i ricercatori dell'Università Cattolica, una percentuale variabile tra il 10 e il 30% di loro non rispetta le principali norme igieniche: nell'elenco figurano il mancato lavaggio delle mani dopo aver manipolato cibi crudi o sgusciato uova, una pulizia sommaria delle superfici di contatto e un lavaggio frettoloso di frutta e verdura. Il 50% degli intervistati inoltre ha dichiarato di scongelare gli alimenti a temperatura ambiente anche nella stagione estiva, così da favorire un'elevatissima moltiplicazione dei batteri.

Su altri fattori si è concentrato il convegno milanese che ha considerato gli "inciampi" alimentari degli over 65 sotto il profilo della carenza di alimenti adeguati.

Se l'obesità è l'effetto più diffuso di questa cattiva alimentazione nell'età dei capelli bianchi, anche i soggetti normopeso appaiono spesso a rischio di malnutrizione.

Tra i fattori responsabili dello scarso apporto di nutrienti sono stati evidenziati gli acciacchi dovuti all'età, le precarie condizioni economiche, la solitudine, nonché le modificazione nella percezione dei gusti e degli odori.

Quest'ultima, insieme all'assunzione di molti farmaci e alle protesi dentarie instabili, condiziona fortemente le preferenze alimentari e, di riflesso, restringe la varietà dei cibi assimilati. Con l'età, infatti, le soglie gustative si alzano per tutti i sapori, per cui il dolce dev'essere molto dolce e il salato più salato, il che dà luogo a un netto incremento di dolci ipercalorici e cibi sapidi (che aumentano il rischio di patologie cardiovascolari e malattie metaboliche), mentre acidi e amari vengono accantonati.

La povertà della dieta è particolarmente grave negli anziani che vivono soli. A parità di età e di sesso, infatti, i single rinunciano assai più spesso a verdura, frutta, uova, pasta, riso, carne e pesce, con il risultato di mettere in atto una dieta fatta di pochissimo e del tutto priva di varietà.


Daniela Falsitta,
5 agosto 2015

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