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News ed EventiPiaceriFirenze: in giro per botteghe gourmand (e non solo)

Firenze: in giro per botteghe gourmand (e non solo)

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Nel centro di Firenze, accanto a monumenti famosi in tutto il mondo, la vita quotidiana continua a dipanarsi tra le numerose e vivaci botteghe storiche della città. Si tratta di un patrimonio unico e prezioso che il Comune di recente ha voluto censire arrivando a contare ben 365 attività che ha poi raccolto in una bella guida gratuita. Ce la siamo procurata anche noi, all'Infopoint di fronte alla stazione, per farci guidare dalle sue pagine e visitare gli indirizzi più interessanti tra quelli di specialità gastronomiche e artigianato per la tavola, senza tralasciare i più antichi caffè.


L'Officina di Santa Maria Novella
Il primo indirizzo che abbiamo scelto si trova soltanto a pochi passi dalla stazione ed è probabilmente il più antico di tutti. Annessa al complesso monastico di cui porta il nome, l'Officina di Santa Maria Novella ha 800 anni di storia ed è preziosa come un museo. Dal 1869 non sono più i frati domenicani a occuparsi delle preparazioni, ma produce ancora centinaia di specialità erboristiche dagli svariati usi. Tra queste un pregiato liquore Alkermes, indispensabile per la zuppa inglese, la cui ricetta risale al 1743. Con la sua preziosa bottiglia nella borsa e la guida fra le mani, ci dirigiamo verso il negozio di ceramiche per la tavola Ginori, che realizza ancora i suoi calchi a mano. Aperto dal 1802, nel palazzo dei marchesi Ginori, vi si possono trovare tutti i servizi classici: dall'Antico Doccia, del 1740, alla Corona Monogram, personalizzabile con le proprie iniziali.


195542Gastronomia Procacci
Intanto è l'ora per uno spuntino da Procacci. Fondato nel 1885 come rivendita di nocciole e tartufi umbri, il negozio è poi diventato una gastronomia apprezzata per i suoi deliziosi paninetti al tartufo e altre raffinate specialità tartufate, come l'olio, il miele o le acciughe.


Caffè Gilli
Superiamo Palazzo Strozzi, sede di grandi mostre (dal 19 marzo sarà la volta di Donatello) per un caffè da Gilli, con una fetta di torta cioccolato e nocciole della casa. Il bar più antico della città è anche la casa del barman Luca Picchi, ma per il suo Negroni è meglio tornare più tardi.


195540Confetteria Migone
A pochi passi ci attendono le vetrine della confetteria Migone, con i vasi di vetro ricolmi di confetti e pastiglie al rosolio. Silvia e Serena Poli, zia e nipote, mandano avanti quest'attività affidata a sole donne da quattro generazioni, in un'atmosfera delicata come le loro roselline ricoperte di zucchero. Vendute in scatoline a forma di cupola del Brunelleschi, ci consigliano di scioglierle in una coppa di champagne.


Drogeria Pegna
Intanto eccoci quasi arrivati a Santa Maria del Fiore e al Museo del Duomo (da non perdere la visita guidata), dove si segnala un'altra istituzione cittadina: "Se non c'è dal Pegna, è inutile che tu giri", dicono i fiorentini affezionati a questa drogheria, nata nel 1860 come laboratorio chimico. Oggi Pegna vende ancora di tutto, dalle spezie ai fogli di ostia per cucinare il tradizionale panforte (chiedete la ricetta). Fra gli scaffali c'è perfino la liscivia, un detersivo antico perfetto per smacchiare le tovaglie più delicate.


Taf
Da Taf, a pochi metri da Ponte Vecchio, se ne può chiedere conferma a Silvia Cappellini, terza generazione di una famiglia che disegna e realizza biancheria di lino ricamata a mano. "Queste tovaglie più si usano e più diventano belle", assicura, "ma bisogna lavarle in una federa, stirarle al rovescio, ancora umide, e conservarle avvolte nella carta velina". Tra i clienti di Taf Ricami ci sono stati anche Madonna e David Bowie.


Rivoire
In piazza della Signoria vale la pena entrare da Rivoire, "manifattura di cioccolato", il cui fondatore si trasferì da Torino a Firenze al seguito dei Savoia quando il capoluogo toscano divenne Capitale d'Italia e vi aprì bottega. Anche qui c'è un famoso Negroni firmato dalla barman Elisa Randi.


Anzuini e Massi
Per acquistare la bistecca fiorentina, la guida consiglia la macelleria e salumeria Anzuini e Massi. Qui, da un bancone in marmo del 1929, alto e imponente come un altare, ci elencano i tre dogmi della vera fiorentina che dev'essere: "Ricavata fra la settima costola e la coscia, avere il filetto e minimo 3 dita di spessore". Con un prezioso bottino da 1,5 kg messo sottovuoto, eccoci in piazza di Santa Croce dove, il 17 febbraio di ogni anno, viene rievocata la partita di calcio giocata sotto l'assedio di Firenze del 1530.


Gelateria Vivoli
Nella città che vanta il Buontalenti, gelato nato nel Rinascimento a base di crema e panna, non può mancare una tappa alla gelateria Vivoli, aperta nel 1929. Serve anche lo zuccotto all'alkermes e la coppa gran crema caffè (gelato con caffè al centro); per volere del signor Piero i gelati si possono ordinare solo in coppette.


195541Sergio e Pierpaolo Pollini
Bastano una decina di minuti per raggiungere piazza D'Azeglio 25, dove visse Pellegrino Artusi, autore della prima opera sulla cucina italiana. Lungo il percorso, sebbene non citati nella guida, Sergio e Pierpaolo Pollini, nel loro chiosco di via dei Macci, servono da 24 anni un'ottima rosetta con il lampredotto.


Mercato Centrale
La Firenze antica e popolare del cibo di strada, si ritrova al secondo piano del mercato di San Lorenzo, dove Umberto Montano ha aperto nel 2014 il primo Mercato Centrale, formula poi esportata in altre città italiane. Tra le tante botteghe di piccoli artigiani del cibo, c'è quella del fritto alla fiorentina di Martina e Gabrio: propone coniglio, pollo e, su richiesta, animelle e cervello con la tipica impanatura locale (un primo passaggio nella farina e un secondo nell'uovo) che li rende morbidi e succosi.


Caffè Concerto Paszkoski
Ultima tappa in piazza della Repubblica per ascoltare il pianoforte del Caffè Concerto Paszkoski. Il locale venne fondato come birreria all'inizio del '900 da una famiglia polacca e dal 1991 è monumento nazionale. Sul suo bancone decò oggi si servono ottimi cocktail, ma Tiziano Terzani, in "La fine è il mio inizio", racconta che da bambino ci veniva ad ammirare i ricchi che mangiavano il gelato.


Osteria La Mescita
Se all'eleganza preferite la semplicità, l'osteria La Mescita, dove nulla è cambiato dal 1919, è il posto giusto per un pranzo domenicale a base di peposo, una tipica ricetta che Alessio Bravi cucina soltanto nel fine settimana. È l'ultima bottega storica del nostro itinerario, ma nella guida ci sarebbero ancora tanti indirizzi da scoprire.


Dimora Palanca
Nei pressi di Santa Maria Novella e della stazione, c'è un nuovo boutique hotel nato dal restauro di una villa nobiliare, che fu ritrovo di viaggiatori e amanti dell'arte all'epoca di Firenze capitale d'Italia. Servizio e accoglienza sono da 5 stelle per 18 camere confortevoli, con arredamenti moderni e atmosfere luminose (doppia da 309 euro con colazione, dimorapalanca.com). Accoglienti le due sale al piano terra per la colazione o un pranzo veloce, mentre i due salottini sono perfetti anche per incontri informali di lavoro. Protetto dalle mura del palazzo c'è anche un un giardino intimo dove rilassarsi, mentre dove prima c'erano le antiche cucine oggi c'è l'elegante ristorante Mimesi, aperto anche agli ospiti esterni. Qui le creazioni del giovane chef Giovanni Cerroni - classe 1991 - combinano modernità e il ricordo dei sapori dell'infanzia. Grande cura e professionalità per una struttura che punta in alto e ha già attirato l'attenzione dei critici gastronomici (tre i menù degustazione, a partire da 5 portate per 95 euro; doppia da 309 euro con colazione).


Di Laura Sommariva
Febbraio 2022

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