Lontana dal turismo di massa, la Slavonia è la Croazia che non ti aspetti: tra città barocche come Osijek, parchi naturali come Kopački rit, borghi rurali e tradizioni culinarie autentiche. Un viaggio lento tra vino, kulen, natura e storia sulle rive della Drava e del Danubio
C’è una Croazia lontana dal mare, ancora poco conosciuta, ideale per chi cerca mete lontano dalla folla, a contatto con una natura maestosa e dalla gastronomia esaltante. È la parte più orientale del Paese, la Slavonia. Osijek, capoluogo e quarta città della Croazia per abitanti, è una cassaforte di edifici barocchi e art noveau, una Vienna d’oriente su cui spicca la Cittadella, la Tvrđa, costruita intorno alle casematte d’epoca asburgica. Un set a cielo aperto che ha ospitato le cineprese di numerosi lungometraggi come la soap opera turca La resurrezione di Ertuğrul, dedicata al padre di Osman I, il fondatore dell’impero ottomano. Per avere un’idea dello sontuosità degli edifici d’inizio Novecento bisogna percorrere il vicino viale Europa, alberato e disegnato dagli architetti Ernst von Gotthif e Ferenc Fischer, austriaco l’uno e ungherese l’altro. Ma c’è un altro modo per avvicinarsi a Osijek, via acqua. La città è infatti distesa sul fianco destro della Drava, il fiume che nasce poco distante da Dobbiaco, in Alto Adige e attraversa Austria e Croazia concedendosi infine alle anse del Danubio. Con una delle minicrociere si possono apprezzare le tre fasi di costruzione della città: l’impianto romano, la cittadella militare del Settecento e la città moderna. C’è anche chi ha pensato di trasformare le navi in ristoranti galleggianti. Al Projekt 9 non c’è nulla che richiama lo scorrere della Drava più del filetto di lucioperca con verdure grigliate (projekt9.hr). Di mattina vale la pena fare la spesa nel colorato mercato cittadino di piazza Ljudevita Gaja, al quale partecipano come venditori solo contadini locali. Per un aperitivo nella natura il luogo migliore è invece il parco cittadino sulla riva sinistra della Drava. Osijek è anche il punto di partenza per conoscere uno dei più importanti parchi naturali della Croazia, Kopački rit. In questa che è la palude fluviale più ampia d’Europa con i suoi 23mila ettari i salici bianchi sono il rifugio preferito da cormorani, cervi e cinghiali. Altri 15mila ettari si trovano sott’acqua creando in questa Amazzonia d’Europa un mosaico fatto di pascoli e arbusti. Prima di percorrere sentieri e canali può essere utile visitare il centro d’informazioni nel Castello di Tikveš, una nobile dimora d’inizio Settecento, stazione scientifica fondata nel 1941 e riportata a nuovo splendore nel maggio 2022. Qui si possono ammirare le quattro stagioni del parco o imparare come avviene la migrazione degli uccelli che lo popolano. Il personale del parco è a disposizione per condurre i visitatori alla ricerca di martore, volpi, tassi e i tanti altri abitanti della foresta acquatica o vogare sulle čikl, le barche a fondo piatto, per ammirare le colonie di trampolieri, coppie di cicogne nere e d’aquila dalla coda bianca, simbolo del parco. Il villaggio di Karanac è stato il pioniere del turismo nella Baranja, ai piedi delle colline Bansko. Il senso di tranquillità delle sue ampie strade, le sonnolente case colorate a un piano e le incantevoli tenute lo rendono uno dei più incantevoli borghi della Croazia. Il luogo ideale per conoscere la gastronomia della regione è ai tavoli di Baranjska kuća (Casa della Baranja) dove Stanko Škrobo fa rivivere antiche ricette. Con lui è facile innamorarsi delle diverse tipologie di kulen, il locale insaccato.
Stanko svela le modalità di produzione di questo golosissimo salume: “Si ottiene con la carne di filetto e coscia del suino nero di Slavonia o di razza Duroc di almeno 18 mesi di vita. Le carni vengono macinate con una piastra dal diametro di 8 mm con l’aggiunta di sale, pepe bianco, la miglior paprika e talvolta aglio. L’insacco avviene nell’estremità dell’intestino crasso, l’unico budello in grado di dare la forma a fagioli al salume. Il risultato finale è diverso anche in base al legno utilizzato per l’affumicatura: più chiaro con fumo di faggio, più bruno se realizzato con la quercia”. Per il suo stretto rapporto con il territorio di origine il kulen ha ottenuto anche l’IGP nel 2015. Può vantare il marchio chi opera tutte le operazioni di preparazione manuale in Slavonia e l’unica concessione moderna è la maturazione a temperatura controllata, che permette la produzione durante tutto il corso dell’anno. Intanto nel paiolo sobbolle il fiš paprikaš (vedi ricetta in fondo) e accanto alla fiamma viva prende gusto una carpa aperta in due.
Per chi è interessato a conoscere come si svolgesse un tempo la vita in questa parte d’Europa, Stanko ha ricreato un antico villaggio (Strada del tempo dimenticato), destinando gli edifici ai lavori che si stanno abbandonando, dal carpentiere al ceramista. Anche le pareti delle case sono realizzate in mattoni essiccati al sole secondo tecniche e colori di un tempo. Non permetterà a nessuno di mettersi al tavolo prima di avere assaporato la sua rakija, la grappa locale. Chi desidera comprare dell’ottima paprika impiega pochi minuti per raggiungere Kopačevo. Qui molte famiglie la producono in proprio negli orti tanto che viene venduta anche in chioschi improvvisati davanti a casa. Un’altra attrazione culinaria della regione è il vino, che riserva straordinarie sorprese. “La Slavonia produce il 70% dei vini croati e la Graševina, il Riesling italico, è la varietà più coltivata” rivelano Krunoslav e Ivana Dugalič. Marito e moglie sono impegnati da anni nel settore della ricerca in agricoltura e il loro vigneto nelle campagne di Aljmaš dà sulle anse del Danubio, che si ammira seduti all’ombra di cerri centenari. “Coltiviamo anche una curiosità, l’uva di varietà Kadarka, originaria della pianura pannonica. Dà un rosso impenetrabile e dal buon corpo” spiegano nell’elegante cantina (k55.hr). Un’ampia fascia vitata sulla collina Dalj avvolge le sinuosità del Danubio fino a Erdut. I ruderi del castello dominano il fiume e l’affaccio dalla cantina di Ivo Brzica mostra una nuova prospettiva del grande fiume. “L’enoturismo si sta sviluppando molto negli ultimi anni. per questa ragione le cantine si stanno attrezzando anche con camere” spiega. La sua cuvée di Merlot, Cabernet e Vranac, una varietà di origine balcanica, è l’accompagnamento ideale al kulen (brzica.com).
In un’ora, attraversando colline tempestate da vigne, si raggiunge Ilok. Serve una giornata intera per scoprire l’incanto di questa città bagnata dal Danubio, iniziando con le mura della chiesa dove è seppellito San Giovanni da Capestrano, emissario del papa a metà Quattrocento contro i Turchi. Da sempre Ilok è città di frontiera e per secoli l’Europa si è intersecata qui con l’impero ottomano. Così il viaggio nel tempo può iniziare con la visita alle turbe (il cimitero degli alti dignitari ottomani), all’hammam dell’epoca del sultano Solimano il Magnifico e al Castello Odescalchi, che ospita le antiche cantine (ilocki-podrumi.hr).
Fu proprio la famiglia Odescalchi a trasformare la viticoltura locale, importando dalla penisola italica varietà come la Graševina e il Traminer. In particolare quest’ultimo venne servito durante l’incoronazione della regina Elisabetta d’Inghilterra e da allora rientra nella carta dei vini reali. Come un pezzo d’Italia sia finito qui lo spiega la guida Ivana Pavlović: “Nel 1697 l’imperatore Leopoldo I aveva donato alla famiglia un castello e ampi terreni in questa zona come ricompensa per il contributo finanziario fornito da Papa Innocenzo XI Odescalchi alla guerra contro gli Ottomani. Livio Odescalchi, il primo proprietario, vi piantò le viti, dando inizio a una tradizione che continua ancora oggi con bottiglie pluripremiate nei concorsi internazionali”. Il modo migliore per percorrere le vigne aggrappate alle colline è a cavallo. A dare risposta a questa necessità ci ha pensato Denis Zeko, aprendo un maneggio, dove i più esperti possono prendere in affitto per alcune ore i cavalli percorrendo le rive del Danubio e i vigneti. Al termine della passeggiata l’immancabile aperitivo a base di kulen e Graševina (dunavski-raj.com).
1 kg di carpa o altro pesce d’acqua dolce a tranci
500 grammi di cipolla
3 cucchiai di paprika dolce
3 cucchiai di paprika piccante
Olio di semi
1 litro d’acqua
Sale
Pepe bianco
Desquamate il pesce e privatelo delle interiora. Poi fatelo a tranci di almeno 3 cm. Fate a piccoli cubetti la cipolla e rosolarla nell’olio. Versate l’acqua e, dopo 10 minuti, aggungete il pesce e la paprika. Lasciate cuocere, senza rimestare, per almeno mezz’ora. Di tanto in tanto agitate. Servite con pasta all’uovo (quadrucci).
Boutique Hotel Tvrđa
L’arredamento, perlopiù moderno, si fonde con l’utilizzo di materiali ricercati tradizionali. Nella sala colazioni il grande lampadario è ottenuto dal legno del ponte fatto costruire da Solimano il Magnifico nel Cinquecento; marmi dall’isola di Brazza; pavimenti originali del XVII secolo.
Franjevačka 7
Osijek
Telefono 00385 (0)31 201555
Web hoteltvrdja.hr
Prezzo: 115,00 euro
Hotel Dunav
La bella terrazza sul Danubio è il luogo ideale in cui riposarsi dopo la cena a base di filetti d pesce gatto al vino bianco. Arredamento accogliente in stile classico.
Ul. Julija Benešića, 62
Ilok
Telefono 00385 (0)32 596500
Web hoteldunavilok.com
Prezzo: 110,00 euro
Baranjska kuća
Ristorante che esalta la tradizione. Tra i piatti si può scegliere il gulasch con fagioli, il čobanac (stufato di carni suine e bovine a lenta cottura) e il fiš paprikaš (zuppa di pesce d’acqua dolce alla paprica).
Kolodvorska 99
Karanac
Telefono 00385 (0)31 720180
Prezzo: 27,00 euro
Restoran Ribnjak
Accanto al ristorante si può praticare pesca sportiva nel laghetto alimentato dalle montagne Papuk e Krndija. Da provare la frittura di luccio e carpa e i crostini di temolo.
Ul. Stjepana Radića 1
Breznica Našička
Telefono 00385 (0)31 607006
Web nasicki-ribnjaci.hr
Prezzo: 27,00 euro
Per il viaggio servono almeno 5 giorni. Si arriva a Osijek atterrando a Zagabria e prendendo in affitto l’automobile impiegando circa 2 ore e mezza.
Riccardo Lagorio,
giugno 2025