Un tempo, sui monti della Valle d'Aosta, lo chiamavano aspirine des montagnards: i fiori di genepì (nome comune dell'Artemisia glacialis e alcune varietà simili), in infusione nel latte caldo con miele e altre erbe, erano un rimedio contro raffreddore e influenza, e persino contro il mal di montagna. Oggi genepì (o genepy) è diventato sinonimo di liquore, ma la base è la stessa piantina, che si abbarbica fra rupi e morene, fino a oltre 3000 metri.
Conoscete l'artemisia?
L'artemisia è molto aromatica, con proprietà balsamiche, antisettiche, digestive e toniche. Rara e preziosa, è protetta e si può raccogliere in piccole quantità, senza asportarne le radici: per il liquore oggi le aziende locali utilizzano piantine coltivate a circa 1400 metri. La produzione avviene per macerazione delle piante, essiccate o fresche, in una soluzione idroalcolica. Oppure per sospensione, appoggiando le erbe su griglie sopraelevate. Al termine si unisce una soluzione di acqua e zucchero. Il liquore, che ha ottenuto l'Igp come Genepì della Valle d'Aosta o Genepi de la Vallée d'Aoste, è privo di coloranti e aromi non naturali; e deve essere realizzato entro il territorio regionale.
Il genepì nei cocktail
Dai cocktail al risotto e ai dolci Il genepì è limpido, giallo paglierino, talvolta verde chiaro; il profumo è intenso, con sentori floreali e note erbacee e di fieno. All'assaggio è morbido, con il gusto amarognolo tipico dell'artemisia. Si serve a fine pasto liscio come digestivo oppure come aperitivo, con ghiaccio o seltz; ma si sta affermando anche nei cocktail. Per esempio un drink a base di Génépy di Cortese, miscelato con Grey Goose Citron, succo di lime, ginger beer, St-Germain, miele di tiglio, menta, more e lamponi freschi, ha vinto l'ultima edizione (2017) della Skyway Cocktail Competition, il contest disputato sulle vette valdostane. Infine, il liquore è da provare anche in cucina: nei sorbetti, le gelatine, le creme (zabaione), i budini. Ma anche per dare un tocco amarognolo a ricette salate, da sfumare con il genepì invece del vino bianco: il risotto, che si può insaporire con crema di formaggio; le carni bianche, come le scaloppine alla valdostana con fontina; lo spezzatino, che si può preparare con vino rosso e genepì.
Gennaio 2022
Marina Cella
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