Ad un primo appuntamento, presumibilmente, ancora non si conoscono i gusti né tantomeno i livelli di conoscenza del vino della persona che si ha di fronte, quindi, per fare bella figura, il giornalista scrittore e blogger esperto di enogastronomia Luciano Pignataro, in un articolo uscito pochi giorni fa sul Mattino, consiglia senza ombra di dubbio, soprattutto ai più inesperti, il rosato.
Perché il rosato?
Perché è un vino che piace sempre, a tutti, perché si adatta alla maggior parte dei cibi ma non è banale con quel suo segno non definito con quel suo colore originale e prezioso, insomma, la scelta del rosato, piuttosto che le più banali bollicine, che comunque il giornalista considera come seconda alternativa, secondo lui serve a creare una condizione di esclusività di rapporto e un segno di distinzione per l’interlocutore.
In Italia ce ne sono tanti davvero buoni, Pignataro ne cita alcuni, fra cui uno dei suoi preferiti è il Martinetto di Sergio Arcuri da uve gaglioppo, a seguire il Millemetri rosato etneo di Feudo Cavaliere e il Giroflé salentino di Severino Garofalo. Tra i Cerasuolo abruzzesi segnala il Rosa-ae di Torre dei Beati. (Fonte: Il Mattino)
di Silvia Viganò
19 marzo 2014
Photo credit: © Rivière/SoFood/Corbis
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