Questa località nell’area vacanze di Merano si sta facendo conoscere per una straordinaria presenza di ristoranti, trattorie e numerosi masi in cui nascono salumi, vini, mieli capaci di far venire l’acquolina in bocca a chiunque
In poco più di trent’anni l’Alto Adige è stato in grado di costruire un’offerta turistica di alto profilo destinata agli amanti dell’escursionismo, del relax e della natura, ma i suoi operatori hanno anche creato un piccolo paradiso gastronomico, fondendo la cultura mediterranea con quella d’oltralpe. Il risultato è ben noto a chi calca le piste da sci o cammina lungo i numerosi sentieri con diversi gradi di difficoltà, a chi frequenta le città d’arte e i numerosi festival (gastronomici, artistici, dedicati al folklore) che si tengono durante l’anno. Una località che si distingue per essere particolarmente attrezzata in ambito gastronomico è Parcines, nell’area vacanze di Merano, tanto da diventare tutto l’anno un Comune gourmet. Alla solida accoglienza in hotel rinomati e appartamenti vacanze, Parcines si sta facendo infatti conoscere per una straordinaria presenza di ristoranti, trattorie e Buschenschank (realtà che si possono equiparare alle osterie e agli agriturismi). Completano il ghiotto quadro numerosi masi in cui nascono salumi, vini, mieli capaci di far venire l’acquolina in bocca a chiunque.
La presenza della Steakhouse Panorama, inserita nei migliori 50 ristoranti carnivori italiani e premiata come Top Steakhouse dell'Alto Adige, rende la tappa a Parcines irrinunciabile per chi ama provare bistecche che provengono da una ventina di aree, tagli o razze. Il modo migliore per assaporarle è alla griglia: dal filetto di Black Angus uruguayano al Ribeye altoatesino di Grigio alpina dalla macellazione etica di Alexander Holzner, dalla T-bone di rubia gallega alla Fiorentina di Chianina. C’è l’imbarazzo della scelta e le cotture sono sempre adatte a ciascun taglio. L’impeccabile cucina di Andi e Genci Musai prevede anche succulenti antipasti a base di carpaccio o di tartare con carne locale, canederli di fegato in consommé di manzo e Wiener Schnitzel con confettura di mirtilli rossi (restaurant-panorama.it).
Chi desidera un’esperienza a metà strada tra un’esperienza artistica estroversa e cucina dall’influenza mitteleuropea sceglie nella frazione di Tel un locale che delizia i palati dal XV secolo, Onkel Taa. Si mangia su curate tovaglie lavorate a uncinetto tra volti scolpiti in arenaria, chiocciole in gesso dell’artista Gigi Picelli e vecchie automobili. Un ordinato guazzabuglio dove il portapane in radica e l’elegante burriera sono la premessa a una lista delle vivande presentata in un signorile quaderno dalla copertina in feltro e i piatti del giorno in una cornice dorata. La cucina di Janett Platino ama i fiori, che sono coltivati nell’orto retrostante. Ma quanto è buono il petto d’anatra affumicato con verdure marinate, magistrali le lumache gratinate con formaggio caprino, da bis lo spezzatino di cervo al Lagrein con tre tipi di polenta! Basterebbe questo per sentirsi re, ma chi vuole andare oltre può prenotare il menu imperiale, composto dai piatti preferiti dall’imperatore Francesco Giuseppe e da sua moglie Sissi: crema al vino bianco con carciofi e tartufo bianco, bocconcini di vitello con speck, peperoni e gnocchetti. Alla coppia imperiale è dedicato il museo con migliaia di memorabilia allestito da Karl Platino nell’ex stabilimento termale (onkeltaa.com).
Nel centro di Parcines si trova invece Buss’l & more, un locale dallo stile moderno che, oltre a carpacci di filetto di manzo e tagliate di vitello, si concede anche qualche incursione nel Mediterraneo con succulenti piatti a base di pesce grazie all’esperienza del cuoco siciliano Carmelo Di Mauro. L’affabile costante presenza del proprietario Andreas Irsara permette di provare paccheri allo scoglio e grigliata di pesce e crostacei in abbinamento con vini locali al calice (bussl.it).
Ma il tessuto gastronomico di Parcines è ricco anche di locali più informali come osterie e trattorie, che consentono di avvicinarsi alla schietta cucina di casa fatta di ricette semplici e saporite. Alla Gasthaus Prünster si arriva dal centro di Parcines e affrontando salite decise e tornanti fino ai 1200 metri in un ammirabile paesaggio montano. Dai tavoli si scorgono le Dolomiti e la famosa cascata di Parcines. Nel silenzio della sera se ne percepisce il fragore. Qui è la famiglia Leiter a gestire da generazioni il punto ristoro. Sarah è in sala, la madre Margit e lo zio Walter cucinano deliziose minestre di antica fattura altoatesina come la Frittatensuppe (ritagli di pasta simile a crespelle in brodo di manzo) o i canederli e la pasta reale in appetitosi consommé. Ma sono i secondi piatti, ottenuti con la carne degli animali allevati accanto all’osteria, che letteralmente stregano per bontà. C’è un gulasch di tenerissimo manzo dal sugo spesso e abbondante, un profumato agnello in umido accompagnato da invitanti patate, Wiener Schnitzel dalla panatura croccante e ben aderente, e uno squisito cordon bleu di vitello. Il tutto servito con il sorriso sulle labbra.
Un’altra trattoria dove il cibo viene presentato in maniera familiare (e in porzioni gigantesche) è Happichl, nella frazione Rablà. Si può prenotare una semplice merenda tirolese a base di speck, formaggio e kaminwürzen (il salametto affumicato) o iniziare con un antipasto di manzo bollito e marinato in salsa agra (in aceto, olio e pepe). Più leggere le minestre in brodo di manzo arricchite da canederli di speck o fegato: un buon modo per riprendersi dopo una passeggiata tra meli e ulivi. Se invece ci si vuole saziare per bene, le giganti porzioni di spezzatino di manzo con spätzle o il capocollo di maiale alla griglia sono l’ideale.
Una buona ristorazione si trova anche nei masi. Oltre ai salumi di produzione propria, all’Oberbrunnhof durante il periodo di caccia Caroline e Manuel Laimer preparano anche gustosi gulasch di cervo e, di sabato, il pane con i propri grani di montagna.
All’Unterweirachhof Hermann Schönweger accompagna i salumi di casa con i propri vini, in particolare Schiava e Müller Thurgau. Avvinghiata a una parete del maso cresce una vite di Versoaln: la tradizione vuole che questa vite sia andata distrutta dal saccheggio del maso nel 1809 da parte dell’esercito francese e quando il maso ricominciò a vivere l’anno successivo la medesima vite iniziasse di nuovo a germogliare.
Il Rifugio Nasereit (Nasereit Hütte) si raggiunge a piedi dal capolinea della funivia Texel, che parte da Parcines, con un’ora e mezza di passeggiata. In un ambiente ancora naturale, a oltre 1.500 metri nel Parco Naturale Gruppo di Tessa, è da centinaia d’anni luogo di sosta per la transumanza delle pecore condotte negli alpeggi della valle Zieltal.
Transumanza Parcines, Credits Associazione turistica Parcines, www.partschins.com, Karin Thaler Qui cambierà per sempre l’idea che in un rifugio non si possano trovare piatti appetitosi e fatti con cura. In alternativa agli Schlutzkrapfen (ravioli a mezzaluna di pasta di farina segale e ripieno di spinaci, ricotta e erba cipollina) si possono scegliere canederli allo speck in brodo o con insalata, o un piatto freddo con speck, lombo affumicato, kaminwürzen e formaggio. Ma il cambio di registro è con l’arrosto di agnello e il gulasch di manzo, che fanno dimenticare l’ora e mezza di cammino che aspetta l’avventore per arrivare alla funivia. Semplicemente magici.
A Rablà, sulla strada che porta in Val Venosta si fa provviste di pane, formaggi, tisane e salumi locali al maso Moar. Nello spaccio sono disposti in maniera ordinata cesti di verdura e vasetti di confetture e di succhi ottenuti con la frutta di stagione che la famiglia Bonani coltiva nei 20 ettari di proprietà a Parcines. Michael si occupa infatti del lavoro nei campi e la sorella Claudia segue l’elegante negozio in legno. Oltre a quelli di Hermann Schönweger a Parcines si producono altri ottimi vini. Nell’antico castello Stachlburg di Sigmund Kripp si possono prenotare visite guidate. Il suggerimento è di non perdere l’occasione di provare il Gewürztraminer, da uve del vigneto Grafenau di Parcines, che si trova a 700 metri di altitudine: lo caratterizzano profumo intenso e gusto evoluto (stachlburg.com).
La distilleria Gaudenz appartiene alla famiglia Schönweger dal 1792. Qui Christine Schönweger, prima donna distillatrice in Alto Adige, produce distillati (memorabile quello di albicocche della Val Venosta) e anche ottime bottiglie di vino. Da portare con sé al ritorno verso casa il Cuvée Luis, vellutato vino rosso ottenuto da uve Zweigelt dei terreni di Parcines e Lagrein dalla proprietà a Tirolo. Otto mesi trascorsi in barrique di rovere francese regalano all’olfatto note di cannella e timo e un sorso morbido che pare non finire mai (hofbrennerei.com).
Chi vuole fare provvista di salumi l’indirizzo giusto è invece quello del maso di Herbert Hofer, Niedereben, tra i meleti del Monte Tramontana. I 30 suini allevati in regime biologico nel maso vengono trasformati in profumati speck e pancette e affumicati con legna di meli. Il maso è aperto anche per merende e spuntini (niedereben.it).
Ma non finisce qui. Per mantenere attivo l’interesse sulla gastronomia l’ufficio turistico organizza lezioni di botanica su come trasformare le erbe officinali in infusi, aromatizzare grappe o creare semplici cosmetici unendole a cera d’api.
Esiste infine un apiario collettivo dove i numerosi apicoltori locali tengono lezioni sul miele e le sue infaticabili produttrici (parcines.com).
Ingredienti per 4 persone:
1,5 litri di latte, 0,5 litri d’acqua, 200 g di semolino, 70 g di burro, 1 pizzico di sale
Preparazione:
1) Portate a ebollizione il latte, l’acqua e il sale in una padella.
2) Aggiungete il semolino con la frusta e mescolate gradualmente fino a ottenere una consistenza cremosa.
3) Fate cuocere in padella il composto a fiamma bassa senza mescolare fino a quando si ottiene una sottile crosticina.
4) Rosolate il burro in una piccola padella e versate sul composto. Si può cospargere il muas anche con cannella e zucchero.
Riccardo Lagorio,
ottobre 2025