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Salviamo il pompelmo

Il successo di agrumi più dolci e l’arrivo di nuovi frutti ha portato in un cono d'ombra il pompelmo, un tempo molto apprezzato. Ma ci sono buoni motivi per riscoprirlo.

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C’è stato un periodo, piuttosto lungo a dire il vero, in cui imperava la dieta del pompelmo. E anche chi non riusciva proprio a rispettarla, non si poteva sottrarre all’”obbligo” di introdurre in tavola il più amaro e meno ruffiano degli agrumi per “bruciare” i grassi. Poi, improvvisamente, il pompelmo è stato messo da parte, schiacciato dai superfood, surclassato dalla “fame” di novità in tavola e oscurato dalla vertigine per il gusto dolce. Risultato: oggi i pompelmi faticano ad arrivare al 2% di tutti gli agrumi venduti in Italia. E anche nel resto del mondo il calo delle vendite è consistente, con punte del 35% in Giappone e del 30% in Francia e Germania, come stima la società di ricerche Euromonitor. Dunque, è decisamente tramontata la stella del pompelmo? Probabilmente no. Ecco perché.


L’amaro che ti fa la vita dolce
Amaro, talvolta amarissimo, e per questo benefico. Non hanno dubbi gli scienziati: sono gli alimenti naturalmente amari quelli che apportano le sostanze più benefiche, e in particolare antiossidanti. La ragione è presto detta: i composti amari o puzzolenti sono la difesa naturale con cui le piante si proteggono dagli attacchi dei parassiti. E ciò che rende forti frutta e ortaggi, rende forti anche noi che li consumiamo, come ben spiega Jo Robinson nel suo bel libro “Un piacere selvaggio” (Einaudi). Per questo la prima mossa per seguire un’alimentazione più sana sarebbe proprio quella di mettere un po’ di amaro in ogni pasto.


E’ sempre il momento giusto per un pompelmo
Con il pompelmo farlo è davvero facile perché questo agrume, che è frutto è un ibrido tra l’arancio e il pomelo originario delle Barbados e che è stato coltivato in modo estensivo in Florida a partire dall’Ottocento (mentre oggi è diffuso anche Spagna, Israele e Italia), si presta a tanti utilizzi diversi, sia in tavola che in cucina, e quindi può entrare in ogni pasto, dalla colazione alla merenda alla cena. Il suo sapore acidulo e amaro stimola le secrezioni del palato e lo rende perfetto da consumare la mattina o prima di iniziare a mangiare per il suo effetto insieme aperitivo e digestivo. Ma è ideale anche a fine pasto, perché accelera la trasformazione dei grassi in energia, ed è uno snack ideale per i bambini, soprattutto se si scelgono il pompelmo rosso o quello rosa che hanno un sapore più morbido. Oltre a essere consumato al naturale, il pompelmo può essere impiegato a crudo in insalate, macedonie o antipasti, mentre da cotto è adatto per la preparazione di marmellate, primi, secondi di pesce o carne e per i piatti fusion. Il succo spremuto può esser utilizzato al naturale, miscelato ad altre bevande, infusi, the o tisane e per la preparazione di sorbetti, gelati o cocktail aromatici.


Un alleato anti-age
Nel pompelmo si trovano molti composti antiossidanti, che agiscono in sinergia offrendo uno spiccato effetto antiage. Il più caratteristico di questi composti è un bioflavonoide, la naringenina, a cui deve il caratteristico sapore amarognolo di quest‘agrume. Interessante è anche il contenuto di alcune vitamine, come il betacarotene (che l’organismo trasforma in vitamina A), efficace nel contrastare i radicali liberi, colpevoli delle rughe e dell’invecchiamento della pelle. Poi a ogni tipologia di pompelmo corrisponde un antiossidante specifico. Il pompelmo giallo è caratterizzato dalla buona presenza di vitamina C (40 mg ogni 100 g), che partecipa alla formazione del collagene, mantenendo la pelle soda ed elastica. Mangiando un pompelmo si copre praticamente la dose giornaliera raccomandata di questa vitamina. Invece il pompelmo rosso e quello rosa contengono antociani e licopene, due potenti antiossidanti che hanno anche effetti protettivi sulla circolazione e aiutano a prevenire alcuni tipi di tumore.


Un efficace detox per tutti
È il riuscito mix di minerali, fibre e acqua a dare al pompelmo i suoi effetti drenanti e disintossicanti. Ne basta uno al giorno per ottenere ben una volta e mezzo la quantità giornaliera raccomandata di potassio, un minerale che favorisce la diuresi e l’eliminazione delle tossine. Aiutando a drenare i liquidi in eccesso il pompelmo è un alleato contro cellulite, ritenzione idrica e senso di gonfiore. Secondo alcuni studi inoltre, il succo di pompelmo assunto prima dei pasti può ridurre il gonfiore addominale e intestinale determinato dalla digestione e aiutare, quindi, a sentirsi meglio dopo i pasti.


Un aiuto prezioso quando ci si mette a dieta
Ci sono tante ragioni per cui il pompelmo è fortemente consigliato quando si vuole perdere peso. La prima è che si tratta di un frutto a basso valore energetico: un pompelmo di medie dimensione apporta solo 91 calorie e dà una bella concentrazione di vitamine, mineraliantiossidanti. Inoltre alcune ricerche hanno evidenziato che gli enzimi presenti nel pompelmo aiutano a i livelli di glucosio nel sangue (per questo è anche un utile alleato per la prevenzione del diabete) e a influenzare la capacità dell'organismo di metabolizzare gli zuccheri, rendendone più difficile la trasformazione in grasso corporeo. E poi c’è la capacità del succo di pompelmo di ridurre il senso di fame e riuscire, così, a tenere a bada l'appetito quando si è a dieta. Un effetto che si deve alla fenilalanina, un aminoacido che incrementa la sintesi dell’adrenalina e inibisce l’enzima tirosina idrossilasi, inviando al cervello la sensazione di sazietà.


Un rimineralizzante per gli sportivi
Il pompelmo è costituito per il 92% di acqua, in cui sono sospesi vitamine e sali minerali (in particolare potassio e magnesio, che contribuiscono al buon funzionamento di muscoli e nervi). Ha dunque il profilo ideale per aiutare gli sportivi a riequilibrare i liquidi persi con l’attività fisica. Il tipo più indicato in questi casi è quello rosso perché ha un maggior contenuto di fruttosio. Questo non solo lo rende più dolce, ma soprattutto fornisce agli sportivi una fonte di energia di pronto utilizzo e li aiuta a recuperare dopo lo sforzo fisico.


Manuela Soressi
gennaio 2018

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