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News ed EventiNewsShoppingPiaceriDry January: un mese senza (o con poco) alcol

Dry January: un mese senza (o con poco) alcol

Un mese senza alcol, quali sono i benefici e quali sono i nuovi trend dei vini dealcolati (no- alcohol)

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Dry January, letteralmente «mese asciutto», in gergo inglese, il mese di detox senza alcolici: comincia il 1 gennaio ed è sempre più seguito, coinvolge ogni anno centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. Partito nel 2013 in Inghilterra, da un’idea dell’associazione di beneficenza Alcohol Change UK ha come obiettivo, quello di liberare la società dai danni causati dall'alcol: non contro l’alcol, ma per un cambiamento verso un futuro in cui le persone bevano come scelta consapevole, non come abitudine o per riflesso condizionato. Il settore dei vini a bassa gradazione o low alcol ha segnato una crescita importante di consumo nel 2023. E mentre in passato era importante raggiungere le gradazioni minime previste, ora siamo di fronte a un cambio deciso di rotta. Il consumo di vino con gradazioni alcoliche più basse è in crescita grazie anche a delle abitudini alimentari più healty.

La nuova normativa in fatto di dealcolati

Da poco sono entrate in vigore in Italia le nuove leggi di consumo dopo l'approvazione di un decreto che allinea il settore vitivinicolo nazionale alle normative europee (Regolamento UE 2021/2117) sui vini dealcolati e parzialmente dealcolati. Il decreto prevede la possibilità di produrre in Italia vini con una ridotta gradazione alcolica. Due sono le categorie di vini alcol free: vini dealcolati, con una gradazione inferiore allo 0,5% e vini parzialmente dealcolati, con alcol ridotto rispetto ai livelli minimi previsti per i vini tradizionali (8,5%-9%).  L’applicazione è riservata ai vini senza certificazioni DOP o IGP. Per questo le case vinicole hanno implementato la produzione di prodotti ad hoc. 

I bar di tendenza per consumare analcolico in Italia...

Atipico, inaugurato a maggio a Settimo Torinese, è una location esclusiva che propone drink in versione analcolica. I no alcohol non sono solo una piccola sezione nel menu, ma l’unica possibilità. Drink analcolici a Milano? La città che ha trasformato l’aperitivo nel rito collettivo non trascura quella che ormai è una tendenza. MAG cafè in zona Navigli propone in un'atmosfera vintage, una spaziosa bottigliera offrendo tra gli analcolici "Da grande sarò un negroni" una rilettura del classico a partire da due spiriti alle erbe aromatiche e conviv rosso, un infuso per drink ugualmente analcolico. Sempre sui Navigli Ugo bar propone tra i signature della casa opzioni analcoliche, su tutte  “Innocente”, una combinazione di bitter a zero gradi, acqua tonica e menta. Il cocktail bar Dhole, zona Porta Romana, per le miscele analcoliche sceglie seedlip, un brand inglese che produce distillati zero-alcol a base di botaniche. I drink in carta sono quattro: una proposta amaricante e una più agrumata, una tendente al sapido e una virata al sour.  Da Milano a Firenze, dove la città ha saputo accogliere subito la sfida dei drink alcohol-free all'interno della Florence Cocktail Week che ha visto protagonisti i suoi locali. Il Caffè Gilli offre riletture analcoliche di grandi classici come il mojito nella versione virgin e il gin&tonic a modo suo: in questo caso il successo del drink è dato dall’estratto e dall’infusione di ginepro. Al Largo9, accanto a signature cocktail che si sposano con i piatti in menu, ecco tre mocktail: il Pop, Dolce Salato e Tropical. La Terrazza Rooftop Bar, con vista sull’Arno, propone Camillo Baby a base di seedlip garden, succo d’arancia e sanbitter rosso e Cool&Spicy che come dice il nome è preparato con menta, lime, zucchero, tabasco e ginger ale.

... e nel mondo

Cinque location internazionali esclusive in cui potrete concedervi cocktail analcolici d'autore: nel quartiere Schöneberg di Berlino si trova il BonVivant Bistro che sta diventando famoso per i suoi mocktail grazie all’ampio menù a base di elisir, liquori e distillati analcolici. Al Kava Social di New York, locale dall'atmosfera kitsch, il fiore all’occhiello è l’uso della kava, una bevanda rilassante a base vegetale proveniente dalla Polinesia che spicca in un offerta di una vasta gamma di mocktail sia freddi che caldi; da non perdere la soda al pompelmo mescolata con bitter all’arancia o il punch caldo analcolico con tè rooibos aromatizzato al mirtillo e allo zenzero. NoLo, a Dubai, è un locale specializzato in cocktail analcolici, offre bevande a base di Lyre’s, il Thai Basil Smash preparato con il dry gin di Lyre’s, basilico, lemongrass e succo di limone e il Deli Sour a base di sciroppi di malto, orzata e pistacchio. Al Proudfoot, in Inghilterra, i cocktail sono preparati con ingredienti rari difficili da trovare altrove, come bacche di sorbo, petali di olmaria e rose di viburno. Il risultato si traduce in mocktail come il Woodsman e l’Hedgerow Sour. Uno dei primi mocktail bar al mondo, il Sans Bar nella zona est di Austin (Texas) offre vino e birra analcolici, nonché cocktail a base di distillati a prova di palloncino come Dromme e Ametista. Tra i fiori all’occhiello ricordiamo il Gold Fashioned a base di “whisky” Ritual e bitter all’arancia e il Nada Colada con “rum” bianco e crema di cocco. Di seguito alcuni consigli "da bere" per il mese analcolico.

Camilla Rocca
Gennaio 2025

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