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News ed EventiEventiNewsVinitaly: il vino nostrano guarda alla Cina

Vinitaly: il vino nostrano guarda alla Cina

Vinitaly approda in Cina, al Fuori Salone dell'evento enologico più prestigioso, per far conoscere le etichette italiane

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Per i cinesi il vino è semplicemente il “bajiu”, un prodotto che somiglia lontanamente alla nostra grappa, e non sanno che da noi ci sono centinaia di etichette e che ci dilettiamo ad abbinarle alle ricette. Concetti nuovi, che l’Italia vorrebbe esportare.

Per questo Vinitaly è approdata in questi giorni al FuoriSalone di Chengdu, dove si svolge China Food & Drinks Fair, una fiera dove si danno appuntamento le maggiori realtà internazionali dell’agroalimentare.

Il Sole 24 Ore oggi dedica un’intera pagina allo sbarco in Cina della fiera veronese, che si svolgerà ad aprile. Il mercato cinese è dinamico, curioso e offre molte opportunità, ma conosce ancora poco le ricchezze del made in Italy, specie per quanto riguarda il cibo e il vino in particolare.

I cinesi sono sbrigativi, attenti al commercio e ci tengono ad arrivare subito al dunque, spiega il pezzo del quotidiano economico. Per questo la formazione è fondamentale.

L’Italia si è presentata al salone cinese con 400 etichette e un centinaio di produttori, una scrematura per iniziare a farsi conoscere sul mercato: la sfida è di guadagnare quote di mercato per provare a superare francesi, spagnoli, americani, australiani e cileni e varcare la soglia del 2% sulla quale si attestano oggi le esportazioni italiane.

La sete di conoscenza è tanta: sono andati esauriti in poche ore, infatti, tutti i seminari e le master class, dove il prodotto viene raccontato e fatto degustare.
È un modo per approfondire temi specifici, con focus sulle più importanti aree di produzione, sui vini Toscani e sulle famiglie dell’Amarone. E, guarda a caso, quest’ultimo è tra i vini di maggior successo: si abbina bene ai cibi cinesi, dall’anatra alla pechinese ai cibi dolciastri di Shangai, alle carni speziate del Sichuan.
Il direttore di Verona Fiere, Giovanni Mantovani, si dice stupito ed entusiasta per il dinamismo che ha trovato a Chengdu, mentre Alan Huang, che ha inventato il FuoriSalone, conferma il suo interesse dicendo di volersi iscrivere presto a un corso sul vino italiano. (Fonte: il Sole 24 Ore)

Barbara Roncarolo
27 marzo 2014

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