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Rimini

Dietro la città delle spiagge e dei divertimenti, ci sono quella romana e medievale, la Rimini di Fellini, del buon pesce, dei vini e dei tanti sapori dell'entroterra, che ci raccontano i volti diversi di questa bella romagnola

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La lama azzurra del mare disegna l'orizzonte, acque basse e calme lambiscono la spiaggia di sabbia fine, lunga e profonda, ricamata dagli ombrelloni. Ma questa è solo una delle molte immagini di Rimini. Basta infatti voltare le spalle all'Adriatico, che qui esibisce una passerella pedonale lunga chilometri, progettata dagli architetti Miralles-Tagliabue, ed è come fare un salto indietro di secoli. Il centro storico esibisce tesori inaspettati, "dai monumenti romani a quelli medievali e rinascimentali, senza dimenticare il tour felliniano e i colli dell'entroterra, soprattutto Santarcangelo di Romagna, il borgo dove nacque il poeta e scrittore Tonino Guerra", racconta la storica dell'arte Michela Cesarini, fondatrice dell'agenzia Discover Rimini per passeggiate culturali in città e nel territorio. Vale la pena fermarsi a contemplare l'elegante facciata rinascimentale del Tempio Malatestiano, capolavoro di Leon Battista Alberti, che conserva un affresco di Piero della Francesca e un crocefisso di Giotto, e sostare per un caffè in piazza Cavour, incorniciata dai palazzi medievali dell'Arengo e del Podestà, scrigni di affreschi del '300 e del Nuovo museo di arte moderna e contemporanea. Sempre lì, sulla piazza-salotto, svetta la facciata del Teatro Galli, inaugurato nel 1857 da Giuseppe Verdi. E alle sue spalle il Castel Sismondo, residenza-fortezza di Sigismondo Pandolfo Malatesta per il quale lavorò Filippo Brunelleschi. Oggi ospita il bellissimo Fellini Museum che ripercorre, con immagini, oggetti e giochi interattivi, la vita e la carriera del celebre regista riminese. Alla sua memoria è legata anche la passeggiata a Borgo San Giuliano, l'ex paesino di pescatori con le case color pastello che fanno da sfondo ai murales con i personaggi de Le notti di Cabiria e La dolce vita.

Lo si trova attraversando il ponte romano di Tiberio, sul fiume Marecchia (antico Ariminus che diede il nome alla città). Lì cominciano anche le vie consolari, Emilia e Popilia, che collegano Rimini a Piacenza, Ravenna e Aquileia. A guardarla da Borgo San Giuliano, Rimini sembra una piccola Roma sull'Adriatico. Ma la cucina, con il suo mix di mare e terra, è un'esaltazione dei sapori della Romagna. Dai forni della tradizione, come il panificio Pasta Madre, votato al recupero di grani antichi macinati a pietra e cotti con il lievito madre, escono la spianata (un pane piatto condito con rosmarino e olio, versione moderna e più leggera di quella con lo strutto) oppure i cassoni, una piadina sottile chiusa ai bordi, solitamente ripiena di erbette saltate in padella. La "piada" classica, aperta ai lati, in molti ristoranti viene ancora fatta a mano dalle sfogline (le "donne che tirano la sfoglia"), condita con l'olio dei Colli di Rimini e lo strutto di Mora Romagnola, una razza suina autoctona che fino a non molto tempo fa era a rischio di estinzione, oggi dichiarata presidio Slow Food. Sotto forma di salumi e carne grigliata, la stessa Mora è grande protagonista ai tavoli dell'Osteria de Borg, indirizzo Bio Gourmand della guida Michelin e tempio di una cucina basata su ricette della memoria "come i Patacotc, una pasta fatta a mano, simile ai maltagliati ma a forma di rombo, oppure i cappelletti in brodo di gallina che noi teniamo in menu tutto l'anno», spiega il cuoco-titolare Mirko Monari. Ma Rimini è una città dai mille sapori, legati alle stagioni, alla terra, al vento, alle condizioni del mare. Dalle colline dell'entroterra arrivano i vini Doc Sangiovese e Rebola, e poco più in là, dal confine con Cesena, il Pagadebit di Romagna, un bianco profumato di uva Bombino, qualità molto resistente alle intemperie, grazie alla quale un tempo i contadini potevano pagare i debiti nelle annate di scarso raccolto. I borghi di Sogliano e Talamello sono la patria del formaggio di Fossa, lasciato stagionare nelle fosse scavate nella roccia arenaria da agosto ad autunno inoltrato, inseguendo una tradizione che risale al Medioevo.

E ogni mattina sulla costa attraccano i pescherecci con il loro carico di rombetti, ricciole, triglie, pesce azzurro (ottimo il sardoncino sulla piada calda), destinati ai ristoranti sul lungomare o al Mercato coperto, la più grande pescheria dell'Emilia Romagna, con una sessantina di banchi ittici accanto a un reparto ortofrutticolo di piccoli produttori della zona. Molti venditori sono lì da sempre, come Liliana Arrigoni, che da quarant'anni porta al banco 22 il raccolto della sua azienda agricola appena fuori città. La stessa frutta e verdura che la figlia Anna Chiara, «nata contadina e cresciuta guardando la nonna che cucinava» trasforma in piatti dai sapori delicati serviti ai tavoli del suo ristorante Agrofficina, accanto al Castello.

Elena Luraghi,
settembre 2023
foto di Emanuela De Santis

TAG: #Rimini

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