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News ed EventiNewsIl vino? Quest'anno è in verde

Il vino? Quest'anno è in verde

Stanchi dei soliti rossi, bianchi o rosé? Allora è il momento di provare i vini verdi. I più freschi e accattivanti, i migliori da abbinare al pesce. Ma non solo…

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Bouquet sottile, aspetto limpido, retrogusto amaro e soprattutto un colore chiaro, quasi trasparente e dai riflessi insoliti, che vanno dal giallo citrino al verde intenso. Sono i vini verdi, che sono ottenuti da uve bianche spesso ancora acerbe, e che si caratterizzano per la spiccata acidità e la particolare mineralità, che li rendono asciutti e freschi. In Italia e nel resto d’Europa se ne producono diversi tipi, dallo Zélen al Vinho Verde sempre più apprezzati e premiati (secondo la Guida del Gambero Rosso il miglior vino bianco d’Italia del 2017 è un Verdicchio Superiore). E’ arrivato il momento di scoprirli.

Dalle Marche: il Verdicchio
Con questo vitigno autoctono, originario delle Marche, si producono diversi vini tipici, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi Dop e il Verdicchio di Matelica Dop, che negli ultimi 10 anni sono stati molto riscoperti e valorizzati. Ad accomunarli sono la struttura “corposa” e vellutata (molto diversa da quella dei classici vini bianchi), l’aroma delicato e il gusto secco che diventa amarognolo. Caratteristiche che li rendono perfetti per accompagnare il pesce, come si è fatto per secoli. Ma gli abbinamenti più nuovi accostano il Verdicchio ai piatti delicati a base di ortaggi, come la Caesar Salad. Per un aperitivo diverso dal solito, si può servire il Verdicchio a 8-10°C di temperatura, in calici slanciati, e accompagnarlo con le delizie tipiche marchigiane, come ciauscolo, lonza e olive all’ascolana. Successo assicurato!

Dalla Slovenia: lo Zélen
Dapprima stupisce per il colore che va dal giallo paglierino sino al verde smeraldo. Poi incuriosisce con il suo aroma di frutta, dove si percepiscono sia pera e pesche che limone e mele. E infine conquista al primo sorso perché questo vino tipico della Slovenia (in particolare della valle di Vipava) è armonico, accattivante e facile come un novello. E si ricorda a lungo perché lascia una “coda” persistente, acidula e piacevolmente amarognola. Prodotto con uve dell’omonimo vitigno, si beve giovane e fresco (10-12 °C) insieme a salumi, formaggi freschi e sushi.

Dalla Puglia: la Verdeca
E’ un vitigno autoctono della Puglia, dov’è arrivato probabilmente dalla Grecia e dov’è ampiamente coltivato, soprattutto nella Valle d’Itria. Dopo essere stato tradizionalmente usato come base per vermouth o vini dolci, da alcuni anni i suoi acini bianchi dai riflessi verdognoli sono anche vinificati in purezza e danno vita a un vino delicato, elegante e molto profumato, secco e amabile, che si beve fresco e giovane. E’ perfetto in una cena a base di pesce, crostacei e frutti di mare, ma anche per stemperare l’intensità dei salumi affumicati e per contrastare la dolcezza dei formaggi grassi (come la burrata). Ma adesso va di moda servirlo come aperitivo insieme a verdure pastellate fritte e finger food di pesce crudo.

Dalla Spagna: il Verdejo
Da questo vitigno spagnolo si ottiene un vino fresco e “pulito” come un prato in primavera, che ricorda il profumo dell’erba e dei frutti. Un “verde” femminile, morbido ed elegante, acido al punto giusto e molto aromatico, con un profumo che ricorda kiwi e limone. Il più pregiato è il Rueda Doc, coltivato nella provincia di Valladolid, tanto di moda da essere diventato in pochi anni il bianco più bevuto di Spagna. Ovviamente lo si accompagna con le tapas, con piatti di molluschi e crostacei oppure, in un melting pot molto italiano, con una classicissima pizza alle acciughe.

Dal Portogallo il Vinho Verde
E’ il nome originario del vino che, fin dal 14esimo secolo, partiva da Porto diretto in Gran Bretagna e che ancora oggi viene prodotto nel nord del Portogallo, nella regione del Minho. E’ perfetto per chi vuole bere leggero e ama le bollicine. Infatti il Vinho Verde, che è
ottenuto soprattutto dal vitigno autoctono Alvarinho, è poco alcolico (sotto gli 11 gradi), leggermente frizzante e spiccatamente acidulo. Per questo esalta il sapore del pesce e dei frutti di mare.

Dalla Francia: il Picpoul de Pinet
E’ la denominazione riservata a un vino della Linguadoca, nel sud della Francia, ottenuto dall’omonimo vitigno, uno dei più antichi del Mediterraneo. Caratterizzato da un colore verde pallido e cristallino, ha un profumo discreto che ricorda i fiori d’acacia e un gusto spiccatamente acido. Questo suo carattere rende il Picpoul de Pinet capace di reggere l’untuosità di salumi e formaggi. Ma soprattutto ne fa il vino perfetto per accompagnare crostacei e conchiglie. Difatti, è il più classico da abbinare alle ostriche, in puro stile francese.

Manuela Soressi
agosto 2017

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