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News ed EventiNewsLa buona "forchetta"

La buona "forchetta"

Storia di una posata, quella di più recente invenzione, che ancora deve fare strada nel mondo

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Raccogliere chicchi di riso, infilzare carne e verdure, arrotolare nidi di spaghetti o assaporare un dolce: sono gesti che compiamo ogni giorno grazie alla forchetta. La consideriamo insostituibile, forse persino più dei suoi tradizionali soci di tavola, cucchiaio e coltello. Eppure - complice un viaggio lontano, come è successo a me, o una cena in un ristorante etnico - capita di realizzare, con certo stupore, che non è lo strumento universale che crediamo. In gran parte del globo, infatti, si mangia con le mani, in un rapporto con il cibo diretto, immediato, partecipativo. Così, noi devoti della forchetta ci scopriamo una minoranza, accanto a chi in Asia Orientale utilizza le bacchette, strumenti raffinati ed estetizzanti. Al confronto, i nostri rebbi mostrano un'anima vorace, che compie un gesto unico: infilzare il cibo nel piatto prima di portarlo alla bocca, in segno di distanza e insieme di abbondanza. Del resto, anche noi per secoli abbiamo mangiato con le mani: la forchetta - a differenza dell'antichissimo cucchiaio, di epoca preistorica, e del primordiale coltello, rubato alla caccia e alla guerra - è una comparsa relativamente recente. Inventata - sembra - nell'Impero d'Oriente in una semplice foggia a due rebbi, giunse in Europa nell'XI secolo al seguito di una principessa bizantina andata in sposa a un Doge di Venezia. Ma non riscosse troppi consensi. Anzi, l'eremita e poi cardinale San Pier Damiani la giudicò innaturale, stigmatizzando il comportamento della donna. Per secoli la forchetta fu guardata con sospetto, associata al diavolo (per la forma simile a un forcone) o, nel migliore dei casi, considerata simbolo di lusso superfluo e stravaganza. Apripista al suo uso quotidiano fummo noi italiani, che la scoprimmo ideale per arrotolare spaghetti e vermicelli, ma la sua diffusione nel resto d'Europa è di fine Seicento, inizialmente come privilegio aristocratico. Oggi è la scontatissima compagna dei nostri pasti, eppure, a uno sguardo più ampio, resta un'invenzione giovane, esclusiva e un po' snob. A utilizzarla stabilmente è infatti una selezionata minoranza dell'umanità: noi "buone forchette", sempre pronte a infilzare, arrotolare, assaporare.

Livia Fagetti,
ottobre 2025

Livia Fagetti
Livia Fagetti

Direttrice di Sale&Pepe da aprile 2025, ama l’arte, la lettura e i viaggi almeno quanto adora riunire nella sua casa la famiglia e gli amici, offrendo loro cose buone preparate con cura e allestite con gusto. Cuoca creativa e giornalista curiosa, “mette in tavola” da 25 anni anche le pagine del magazine scegliendo insieme alla redazione le ricette migliori, gli itinerari più affascinanti, le storie del cibo più interessanti da raccontare e i tanti contenuti che animano il giornale e il sito. Golosa di novità, il menu che la rispecchia è confortevole, appetitoso e ha – sempre – quel pizzico di sale e pepe in più che fa la differenza. In cucina come in edicola. @liviafagetti

Direttrice di Sale&Pepe da aprile 2025, ama l’arte, la lettura e i viaggi almeno quanto adora riunire nella sua casa la famiglia e gli amici, offrendo loro cose buone preparate con cura e allestite con gusto. Cuoca creativa e giornalista curiosa, “mette in tavola” da 25 anni anche le pagine del magazine scegliendo insieme alla redazione le ricette migliori, gli itinerari più affascinanti, le storie del cibo più interessanti da raccontare e i tanti contenuti che animano il giornale e il sito. Golosa di novità, il menu che la rispecchia è confortevole, appetitoso e ha – sempre – quel pizzico di sale e pepe in più che fa la differenza. In cucina come in edicola. @liviafagetti

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